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Monte Lussari, il Santuario dove si vince il Giro d’Italia

Due itinerari alla scoperta del Santuario di Lussari e la Cima del Cacciatore

L’edizione 2023 del Giro d’Italia si deciderà sabato 27 maggio sulle Alpi Giulie, in Friuli, su una salita ripidissima e inedita. I corridori affronteranno una tappa a cronometro di 18,6 chilometri, da Tarvisio al Santuario di Monte Lussari. Il dislivello è di circa mille metri, 900 dei quali concentrati nelle rampe di 7,5 chilometri che separano i boschi della Val Saisera dal traguardo, che è posto a 1766 metri di quota.
Quel giorno la cabinovia che sale da Camporosso trasporterà gli addetti ai lavori, i giornalisti e circa 3000 spettatori che hanno prenotato online il biglietto. I posti disponibili sono andati a ruba, e sono in buona parte andati ad appassionati provenienti dalla Slovenia e dall’Austria. È giusto così perché il Santuario, e il cocuzzolo che lo ospita da almeno sette secoli, sono frequentati da fedeli che arrivano da tutti e tre i Paesi.

La prima cappella della Madonna di Monte Lussari (Svete Višarje in sloveno, Mont Sante dal Lussâr in friulano, Luschariberg in tedesco) è sorta nel 1360, il Santuario si è formato tra il Cinque e il Seicento ma è stato danneggiato da un fulmine nel 1807. Nel 1915, trasformato in un osservatorio austro-ungarico, è stato distrutto dai cannoni italiani. In previsione del Giubileo del 2000 la chiesa è stata rinnovata, e decorata dal pittore sloveno Tone Kralj.
In passato i pellegrini salivano a piedi da Camporosso e Lussari, e qualcuno di loro camminava a piedi nudi o in ginocchio. In discesa, anche in estate, si usavano le slitte. Oggi la maggioranza dei turisti e dei fedeli sale in cabinovia, e percorre a piedi solo gli ultimi minuti, tra alberghi, ristoranti e negozi di souvenir. Oltre l’abside, una rampa dà accesso ai 1789 metri della vetta, belvedere verso lo Jôf Fuart, lo Jôf di Montasio e decine di altre vette delle Alpi Giulie.

Nelle giornate serene si vedono a ovest le Dolomiti, e dall’altra parte le vette e i ghiacciai degli Alti Tauri. D’inverno, dall’arrivo della cabinovia, si può tornare a valle con una delle piste rosse più belle delle montagne friulane. Il Santuario e varie strutture ricettive funzionano anche con la neve.
Chi vuole camminare, nella zona, può scegliere tra vari itinerari per raggiungere a piedi il Santuario, la classica traversata verso la Sella Prasnig e il rifugio Pellarini e la salita alla Cima del Cacciatore, 2071 metri, che domina il Santuario da sud. Sulle torri calcaree della vetta si devono superare dei passaggi attrezzati, ma la conca che si apre poco prima è una meta di grande interesse. Il Santuario di Lussari è toccato da uno dei tracciati della Via Alpina, e segna la conclusione del Cammino celeste, 200 chilometri di sviluppo, che inizia dalla cattedrale di Aquileia.

Da Lussari al Santuario per la Via dei Pellegrini
(930 metri di dislivello, 5 ore a/r, T/E)

Il Santuario di Monte Lussari. Foto Stefano Ardito

La storica Via dei Pellegrini, o Via Crucis, è lunga una decina di chilometri e percorre una ripida carrareccia. Si parte dal borgo di Lussari (858 m), a pochi minuti a piedi dai posteggi della cabinovia. Si sale lungo la strada forestale, chiusa alle auto, scandita dalle cappelle di una Via Crucis e indicata dai segnavia CAI 613. Purtroppo il vecchio lastricato è stato distrutto dai trattori. Si risale tra gli abeti in moderata pendenza il vallone del Rio Lussari, si tocca l’omonima Malga (1573 m) e si va a destra accanto a una pista da sci. Si esce in cresta ai piedi del Monte Prasnig, accanto a una cappella e a una lapide che ricorda l’alpinista tarvisiano Luca Vuerich. Un sentiero tra i boschi a destra della strada sale alla vetta (1789 m) e al Santuario. Occorrono 3 ore in salita e 2 in discesa, che può essere evitata con la cabinovia.

Dal Santuario di Lussari alla Cima del Cacciatore
(da 300 a 430 m di dislivello, da 1.30 a 2.30 ore a/r, E/EE)

La Cima del Cacciatore. Foto Stefano Ardito

Un frequentato itinerario a portata di mano dal Santuario e dalla cabinovia. Sul tratto roccioso finale, attrezzato con corde metalliche, non serve l’attrezzatura da ferrata ma bisogna assicurare i bambini. Se ci si ferma nella conca più in basso non ci sono difficoltà e l’ambiente è ugualmente suggestivo. Dall’arrivo della cabinovia (1760 m) si tocca o si aggira il Santuario. Lasciati alle spalle ristoranti e negozi si imbocca il sentiero che sale verso il Monte Prasnig, e poi scende alla sella dove arriva da sinistra l’itinerario precedente. Ora il sentiero che corre a sinistra della cresta, affronta una ripida rampa e si affaccia su una bella conca boscosa. Dei tornanti portano a una conca e a un ghiaione (1940 m) che può essere un’ottima meta per la gita. Il sentiero sale ancora tra i mughi, poi obliqua a sinistra alla base delle rocce. Seguendo i cavi e i segnavia si supera un passo verticale, si entra in un ampio canale, si tocca una forcella e si sale alla croce di vetta (2071 m). Occorrono 1.45 ore a/r fino alle ghiaie, e 2.30 ore a/r fino alla Cima del Cacciatore.

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