Itinerari

I 12 canyon italiani più belli (e alla portata di tutti)

Anche in Italia esistono i canyon, con particolari regole di visita e periodi consigliati

“Il Gran Canyon è più difficile da traversare delle Alpi e dell’Himalaya. Se le forze e il coraggio sono sufficienti, però, un anno di fatica può portare a un livello di sublimità che altrimenti non si può raggiungere, da questa parte del Paradiso”.
Con queste parole, nell’estate del 1869, racconta la sua avventura il tenente colonnello John Wesley Powell, che ha combattuto per il Nord nella Guerra di Secessione americana, e ha perso un braccio nella battaglia di Shiloh. Prima di affrontare le gole del Green River e del Colorado, l’ufficiale ha compiuto la prima salita del Long’s Peak, una cima delle Montagne Rocciose che raggiunge i 4356 metri di quota.
La discesa dei due fiumi, su delle barche di legno lunghe sette metri, richiede poco più di tre mesi. Powell senza un braccio non può nuotare, ma sopravvive come gli altri. The Exploration of the Colorado River and its Canyons, il libro che dedica all’impresa, è un classico della letteratura di avventura e di viaggi.
Anche in Italia esistono decine di canyon. I più impegnativi si scendono con calate in corda doppia, e traversate di piscine naturali e laghetti a nuoto o utilizzando un canotto. I più facili sono attraversati da sentieri. Raccomandiamo di fare attenzione alle regole di visita, e ai periodi consigliati. Qui ve ne suggeriamo 12.

Orrido di Pré St. Didier

Sbalzo sulla gola dell’Orrido di Prè Saint Didier. Foto Wikimedia Commons @09Alessandra

La parte bassa di questa forra scavata dalle acque del Rutor si raggiunge con una breve passeggiata dal paese e dalle Terme. La parte alta si ammira da una piattaforma sospesa che si raggiunge dalla strada per La Thuile. Tutto l’anno.

Orridi di Uriezzo

Orrido di Uriezzo. Foto Stefano Ardito

In Valle Antigorio (Val Formazza, Piemonte), si raggiungono da Premia. L’Orrido Sud, il più noto, si percorre facilmente a piedi in mezz’ora, nei dintorni sono altre forre più impegnative. Tutto l’anno.

Bletterbach

Il canyon del Bletterbach. Foto Stefano Ardito

In Alto Adige, tra Aldino/Aldein e Redagno/Redain, la visita a piedi richiede 1.30 ore e include alcune facili scale. A pagamento, www.bletterbach.info. Dalla primavera all’autunno.

Orrido di Ponte Alto

Orrido di Ponte Alto. Foto Wikimedia Commons @Syrio

Nei pressi di Trento, le gole scavate dal torrente Fersina si raggiungono per una scalinata e si visitano in gruppo lungo un comodo sentiero. Accesso a pagamento, www.ecoargentario.it. Dalla primavera all’autunno.

Orrido di Botri

Orrido di Botri. Foto Wikimedia Commons @Alecobbe

In Garfagnana (Toscana), ai piedi dell’Appennino, in una Riserva gestita dai Carabinieri forestali. I primi metri sono elementari, poi si cammina in acqua. Obbligo di casco, consigliate le visite guidate, www.orridodibotri.toscana.it. Tarda primavera ed estate.

Gole dell’Infernaccio

Gole dell’Infernaccio. Foto Stefano Ardito

Il più celebre canyon dei Sibillini, scavata dal torrente Tenna. Ci si arriva da Rubbiano, dal posteggio una stradina conduce all’imbocco, poi si continua su un sentiero. Più avanti la valle è minacciata da una frana staccata dal terremoto del 2016. Un’ora tra andata e ritorno. Dalla primavera all’autunno.

Gole di Celano

Gole di Celano. Foto Stefano Ardito

Il “Gran Canyon d’Abruzzo” si può visitare dal basso (Celano, 2 ore a/r) o traversare verso Ovindoli. Accesso a numero chiuso con obbligo di casco, www.parcosirentevelino.it. Dalla tarda primavera all’autunno. 

Canyon dell’Orfento

Valle dell’Orfento. Foto Stefano Ardito

Il più spettacolare vallone del versante occidentale della Maiella si raggiunge da Caramanico Terme, dove bisogna registrarsi al Centro visitatori, www.majambiente.it. Percorso elementare, ma con una cengia attrezzata con cavo metallico. L’anello basso del vallone richiede 2.30 ore. Dalla primavera all’autunno. 

Gole di Fara San Martino

Gole di Fara San Martino. Foto Stefano Ardito

La celeberrima strettoia iniziale, larga un metro e mezzo, porta ai ruderi del monastero di San Martino in Valle, disseppelliti da qualche anno. La salita a piedi da qui al Mote Amaro ha 2300 metri di dislivello e richiede almeno 6 ore. Escursioni guidate con www.majexperience.it. Tutto l’anno.

Gola del Raganello

Gole del Raganello. Foto Wikimedia Commons @Alby3

Ai piedi del Pollino, offriva un classico e non difficile itinerario di canyoning, che da qualche anno è vietato. Il Ponte del Diavolo, che si raggiunge a piedi da Civita, offre uno straordinario colpo d’occhio. Meno di un’ora, ma il ritorno è in salita. Tutto l’anno.

Gole dell’Alcantara

Alcantara. Foto Pixabay @tulipa_22

Ai piedi dell’Etna, in territorio di Motta Camastra, stupiscono per le loro pareti di roccia basaltica. Dal paese si scende al greto, poi si può entrare in acqua e risalire senza difficoltà il torrente. Fuori dall’estate si possono noleggiare stivaloni da pescatore. Tutto l’anno, consigliate tarda primavera e autunno.

Gola di Su Gorropu

Gola di Su Gorropu. Foto Wikimedia Commons

Il più imponente canyon italiano è in Sardegna, sulle sue pareti sono state tracciate vie di arrampicata famose. Si raggiunge da Dorgali per un viottolo segnato (3 ore a/r), la parte alta richiede una discesa con corde doppie e tratti a nuoto o in canotto. Tutto l’anno.

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