Meridiani Montagne

Meridiani Montagne in edicola con un numero sul Campanile Basso e la Val Rendena

É in edicola a partire da venerdì 3 marzo un nuovo numero di Meridiani Montagne, che accompagna i lettori in Trentino, alla scoperta della cima Campanile Basso e della Val Rendena. Il numero omaggia due mondi alpini vicini ma così diversi come quello dolomitico, a est, e quello dei ghiacciai e delle cime granitiche a ovest. Un luogo che funge quasi da “spartiacque” tra due settori del Parco naturale Adamello Brenta e che Meridiani Montagne racconta in un ampio reportage intitolato appunto “il doppio volto della Val Rendena”.

Il viaggio fa tappa nel rinnovato Rifugio Brentei, ripercorre la storia di Detassis, si sofferma sul potere evocativo che ancora oggi hanno le “Regole del Brenta” così radicate e rigorosamente praticate dalla comunità. Propone tre itinerari da escursionismo rispettivamente tra le sorgenti della Val Genova, tra i boschi e i ghiacciai della Presanella e intorno ai cinque laghi panoramici della Val Rendena. Infine, immancabile per Meridiani Montagne, la visita al fondovalle per restituire al lettore la cultura autentica del territorio come quella rappresentata dalle meravigliose opere pittoriche sparse nelle varie chiese e dalla tradizione enogastronomica che da sempre lega allevatori e contadini nella produzione di tome, salumi, erbe e birre.

Parola al Direttore

A presentare il numero 121 di Meridiani Montagne “Campanile Basso e Val Rendena” il direttore Paolo Paci:

I passi hanno sempre avuto una grande forza metaforica. Espressioni come “un passo avanti” (o indietro!), “un passo dopo l’altro”, “un passo nell’ignoto”, fino alla leggendaria frase dell’astronauta Armstrong “un piccolo passo per l’uomo, ecc.”, non hanno a che fare con le attività motorie, quanto con la nostra speranza di progresso, il desiderio di un futuro (sperabilmente) positivo. Il 18 agosto 1899, il passo di Otto Ampferer sul Campanile Basso, un passo laterale, quasi da cavallo sulla grande scacchiera di dolomia, fu sia fisico sia simbolico. Anche oggi, quando arriviamo al Pulpito Garbari e mettiamo il primo piede sull’improbabile traverso a sinistra che ci porterà in vetta, non possiamo che rimanere ammirati dal coraggio e dall’intuizione del ventiquattrenne tirolese, neo-dottorato in geologia. Migliaia di volte è stato ripetuto, perché la Normale al Basso è una delle vie più ambite delle Dolomiti, ma quel passo nel vuoto rimane impressionante.In seguito, Ampferer diventerà famoso per le sue teorie sulla tettonica a placche, che rivoluzioneranno gli studi sulla formazione dei continenti, ma per noi alpinisti rimarrà sempre “quello del Basso”. Il fatto poi che i due chiodi usati nell’impresa siano stati i primi in assoluto delle Dolomiti, rende la faccenda ancora più significativa. Le vicende che si raccontano del Campanile Basso, il più bel pezzo di roccia delle Alpi, sono tante ed emozionanti, e risuonano dei nomi nobili della storia dell’arrampicata, Preuss, Detassis, Maestri. Non è più meta dei giovani climber, il Basso, le difficoltà delle sue vie sono classiche, e dopo la solitaria di Paul Preuss (1911), senza chiodi e con difficoltà ancora oggi valutate di V, come scrive per Montagne Alessandro Gogna “l’uomo ha scelto altre montagne per fare la storia dell’alpinismo”. Ma noi torniamo volentieri a questo slanciatissimo obelisco, anche solo per ammirarlo da lontano, fotografarlo, assaporare il vuoto del Brenta. E rivivere la meravigliosa follia dell’alpinismo

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