CronacaNews

Due alpinisti ucraini morti fianco a fianco in un attacco russo

Lo scorso 21 gennaio gli alpinisti ucraini Kharkiv Oleksandr Zakolodny e Hryhoriy Grigoriev hanno perso la vita in un attacco sferrato dai russi vicino a Soledar, nella provincia di Donetsk. Entrambi 35enni, i due erano grandi amici e compagni di cordata. Come riportato dal Club regionale degli alpinisti di Kharkiv in un comunicato di annuncio della scomparsa dei due ragazzi, “si allenavano insieme, gareggiavano e andavano in montagna. Nei primi giorni dell’invasione militare, si sono uniti come volontari alla difesa della terra ucraina, hanno combattuto in una unità speciale e sono morti fianco a fianco in battaglia”.

“La battaglia è stata dura e i compagni non hanno potuto portare via i corpi dei morti”, prosegue il Club, evidenziando che pertanto la morte dei due alpinisti non sia stata ufficializzata e concludendo con un pensiero carico di malinconia:La guerra ci toglie il meglio.”

Di seguito il post in ricordo dei due alpinisti condiviso su Facebook da Gennadii Kopeika, membro del Club regionale degli alpinisti di Kharkiv. 

Il Club ucraino ricorda Zakolodny e Hryhoryev come due appassionati di alpinismo e più in generale di mondo outdoor. Il primo, membro della nazionale di alpinismo ucraina e vicepresidente della Federazione di alpinismo e arrampicata su roccia dell’Ucraina, aveva conquistato lo “Snow Leopard”, premio attribuito a chi salga le 5 vette superiori ai settemila metri che si trovano all’interno del territorio dell’ex Unione Sovietica, e preso parte a numerose spedizioni himalayane, tra cui spicca la spedizione ucraina al Makalu che nel 2010 ha portato all’apertura di una nuova via sul versante sud-occidentale. Nel 2013 era scampato all’attacco terroristico sul Nanga Parbat, costato la vita a 11 alpinisti, tra cui 3 compagni di spedizione. A Kharkiv gestiva il centro di arrampicata “Vertykał”.“Un vero uomo che ha ispirato gli altri con il suo esempio”. Oleksandr lascia la moglie Olga e le figlie. Il secondo.

Hryhoryev, aspirante guida alpina, accanto alla passione per l’arrampicata e l’alpinismo coltivava quella per le maratone, la bici, il triathlon. Oltre a partecipare a gare era anche spesso giudice di gara e aveva svolto attività pubblica nel consiglio comunale di Kharkiv. Una persona onesta, gentile, rispettabile”, il ricordo del Club Alpino. 

“Una perdita irreparabile”, così il Club regionale commenta in chiusura di comunicato la morte dei due alpinisti, i cui nomi vanno ad aggiungersi alla lunga lista di soldati uccisi dall’inizio del conflitto, giunta secondo fonti ufficiali, ad oltre 10.000 vittime.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close