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Dopo la neve sale il pericolo valanghe su Alpi e Appennini, prudenza nel weekend

La neve è tornata a cadere copiosa su Alpi e Appennini. L’inverno ha finalmente ingranato la marcia e inevitabilmente cresce la voglia di correre in quota, a godere del nuovo manto nevoso non appena il sole torni a fare capolino tra le vette. Sulle Alpi le precipitazioni risultano cessate, a partire da oggi si avrà un ampio soleggiamento in particolare sul settore nordoccidentale, mentre il nordorientale sarà interessato da una nuvolosità stratiforme. In Appennino per almeno le prossime 24 ore sono previste ancora abbondanti nevicate.

Su un’ampia fascia dell’Appennino abruzzese e molisano, a cavallo fra oggi pomeriggio e sabato pomeriggio si prevedono nuovi accumuli che potrebbero superare abbondantemente i 50 cm (60-80 cm). Nelle 24 successive, a essere interessati da nuove precipitazioni saranno l’Appennino tosco-romagnolo e parte di quello marchigiano, anche qui con accumuli potenziali di mezzo metro. Sebbene a quote leggermente superiori, la neve cadrà ancora sui rilievi dell’Appennino campano, lucano e calabrese, dove non si escludono accumuli sui 30-40 cm. La regola fondamentale per i prossimi giorni, che si abbia intenzione di ciaspolare o divertirsi in qualche uscita scialpinistica è: prudenza. A parlare chiaro sono i bollettini valanghe, che riportano su Alpi e Appennini un grado di pericolo diffuso tra 2 (moderato) e 3 (marcato). Poche le zone in cui si registra un grado debole che, è bene ricordarlo, non equivale a “nullo”. Andiamo a dare uno sguardo nel dettaglio ai bollettini AINEVA e del servizio Meteomont Carabinieri.

Attenzione alle valanghe a lastroni

Per la giornata odierna, il settore delle Alpi occidentali risulta associato a un pericolo di grado debole sui rilievi liguri, da debole a moderato su quelli del Piemonte. Pericolo che potrà risultare da moderato a marcato su ampie aree della Valle d’Aosta e spostandosi verso est, sui rilievi di Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Lungo lo Stivale, si prospetta un grado di pericolo debole sull’Appennino ligure, da debole a moderato sull’Appennino tosco-emiliano, umbro-marchigiano e sull’Appennino meridionale, da moderato a marcato su gran parte dei rilievi laziali, abruzzesi, molisani e sul Matese. Le proiezioni del servizio Meteomont Carabinieri confermano il medesimo scenario per le giornate di sabato e domenica sull’arco alpino, con inasprimento del grado di pericolo fino a 4 (forte) sui rilievi abruzzesi (Gran Sasso, Monti della Laga, Maiella e area del PNALM). Ricordando che i bollettini vengano aggiornati quotidianamente invitiamo i lettori a consultarli prima di ogni uscita nei prossimi giorni.

La principale fonte di pericolo sarà rappresentata da neve fresca e neve ventata. Come riportato sul sito AINEVA, laddove sia previsto un grado moderato, “i nuovi e i vecchi accumuli di neve ventata si trovano specialmente nelle zone in prossimità delle creste, nelle conche e nei canaloni. Le valanghe possono distaccarsi con un debole sovraccarico e raggiungere dimensioni medie. I punti pericolosi sono piuttosto frequenti ma facilmente individuabili dall’escursionista esperto (qui qualche indicazione su come riconoscere i lastroni di neve, nda). Sui pendii carichi di neve ventata e sui pendii molto ripidi esposti al sole, sono possibili valanghe, soprattutto di medie dimensioni”. 

In caso di grado marcato, “la neve fresca così come gli accumuli di neve ventata possono facilmente subire un distacco già in seguito al passaggio di un singolo appassionato di sport invernali soprattutto sui pendii esposti da nord a est sino a sud ovest al di sopra dei 2400 m circa. I punti pericolosi si trovano soprattutto nelle zone in prossimità delle creste e dei passi come pure nelle conche, nei canaloni e dietro ai cambi di pendenza. Sui pendii carichi di neve ventata e sui pendii molto ripidi esposti al sole, sono possibili valanghe spontanee, soprattutto di medie dimensioni.”

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