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Regioni appenniniche dalla Santanché che promette aiuti. Nel mentre, dalle Regioni alpine: da noi condizioni ottimali

Nella giornata di ieri si è tenuto a Roma un tavolo presso il Ministero del Turismo per affrontare la questione dell’assenza di neve sugli Appennini e le conseguenti difficoltà che stanno affrontando gli operatori turistici. Insieme al Presidente della Regione Toscana, gli assessori regionali di Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche e Molise (Vincenzo Cotugno) e la Direzione Turismo della Regione Lazio. Hanno partecipato anche alcune associazioni di categoria.

Sono emerse quattro dimensioni cruciali sulle quali agire sin da subito, nell’immediato, in attesa, ovviamente, di approntare una strategia più strutturata e circostanziata per il lungo termine. Innanzitutto, lavoreremo per sbloccare quei ristori già assegnati alle varie Regioni ma al momento vincolati all’emergenza Covid, cosicché possano invece essere rediretti sulla situazione appenninica. Possiamo poi ristornare gli investimenti fatti nel 2022 dagli impianti sciistici per direzionarli sotto forma di nuove risorse per il 2023” ha dichiarato la ministra del turismo Daniela Santanchè, che ha parlato anche di ammortizzatori sociali. “Infine, ci muoveremo affinché le località montane dell’Appennino, dove c’è una situazione problematica, le risorse Imu riscosse dallo Stato in virtù del decreto varato dal governo Monti vengano rispese in quei Comuni” ha concluso la ministra, promettendo che le prime risposte concrete dal governo arriveranno entro 2-3 settimane.

Il Ministro ha dimostrato sensibilità e attenzione per le nostre istanze e tutti gli interlocutori sono stati concordi nel riconoscere come fondamentale la stagione invernale per le stazioni di montagna e l’industria dello sci come volano dell’intera economia turistica delle terre alte. Non è stato il primo inverno senza neve e non sarà l’ultimo ma la situazione delle imprese impiantistiche degli Appennini ci costringe a riflettere e a prendere provvedimenti immediati” ha dichiarato al termine dell’incontro Valeria Ghezzi, presidente di ANEF., aggiungendo: “Senza l’inverno la montagna perde il nucleo della sua sostenibilità economica .L’urgenza è ora quella avere un supporto sull’ordinario, ovvero una moratoria sui mutui, essenziale per dare respiro alle aziende che si trovano nell’impossibilità di lavorare, e ammortizzatori sociali per i dipendenti stagionali e fissi. Abbiamo anche chiesto al Governo la creazione di un tavolo di monitoraggio continuo che permetta di avere da una parte dati precisi e affidabili su cui impostare il lavoro nei prossimi anni, dall’altra la possibilità di agire in modo tempestivo in caso di crisi. Uno strumento che sarebbe utile oggi per l’Appenino e domani per tutta la montagna”.

Un po’ di aiuto in realtà lo ha dato il meteo nelle ultime ore grazie all’abbassamento delle temperature e a qualche nevicata, che però non è assolutamente sufficiente per appianare la situazione di crisi.

Sulle Alpi condizioni ottimali

Se le Regioni appenniniche piangono, paiono essere di tutt’altro umore quelle delle Alpi. Nel mentre si teneva il tavolo presso il ministero, si sono incontrati anche gli assessori delle regioni alpine italiane per affermare congiuntamente che “il prodotto alpino italiano è oggi nelle condizioni ambientali ottimali per offrire una vacanza legata allo sci di qualità. Grazie, infatti, alle nevicate di metà dicembre e all’ottimo lavoro svolto dagli addetti delle società impiantiste nella preparazione delle piste, le temperature sopra la media stagionale registrate nelle scorse settimane non hanno compromesso le condizioni di sciabilità dei comprensori dell’arco alpino italiano”.

Ad aiutare sono state anche le nevicate di questi giorni e finalmente un abbassamento delle temperature, che stanno permettendo ai comprensori di attivare i cannoni sparaneve che consentiranno di proseguire anche nei prossimi mesi la stagione sciistica.

Una appello al governo arriva però anche dalle Alpi che chiedono “nel complesso dei temi per lo sviluppo dei territori montani, interventi per i bacini per l’innevamento artificiale, che risultano fondamentali per assicurare la continuità e lo sviluppo del turismo invernale nelle località interessate. Bacini che rivestono in generale quattro funzioni. Oltre all’innevamento delle piste da sci, infatti, sono importanti per il turismo estivo, quale valore aggiunto al paesaggio, per l’agricoltura e per la disponibilità di acqua negli interventi antincendio”.

Quello che emerge dalla giornata di ieri è soprattutto una cosa: dalle Alpi agli Appennini sembra che nessuno abbia intenzione di discutere di montagna con prospettive oltre al breve periodo.

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4 Commenti

  1. Propongo di far fare al governo una danza della pioggia.
    Da anni si sapeva che la neve annuale diminuiva.
    Le autorità locali erano distratte da incombenze molto più importanti ?
    Economia di montagna a rischio ?
    Solo lo sci su pista.

  2. Aiuti di che genere? Ma sì dai, rialziamo la fascia appenninica di 1000m così magari nevica di più e per qualche decennio FORSE sono apposto!

  3. In definitiva, se nevica i soldi arrivano dagli sciatori; se non nevica – e ciò accadrà sempre piú spesso – i soldi arrivano dallo Stato, cioè dai contribuenti.

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