News

Sulle Montagne Rocciose capre e pecore in lotta per un pizzico di sale

Sulle Montagne Rocciose, sta accadendo qualcosa di strano. A rendersene conto l’esperto di biologia della conservazione Joel Berger, professore presso la Colorado State University, e il suo dottorando Forest Hayes che, come raccontato alla redazione di Scientific American, nel corso di una escursione si sono imbattuti in una scena particolare: un gruppo misto di capre di montagna (Oreamnos americanus) e pecore delle Montagne Rocciose (Ovis canadensis), note come Bighorn per le caratteristiche corna ricurve, intente a gironzolare attorno a dei “piccoli punti umidi e fangosi” su un pendio. Vedere le due specie così vicine tra loro è decisamente un fatto insolito.

Le perplessità sono aumentate quando i due hanno visto un maschio di capra avvicinarsi a un gruppo di pecore con fare aggressivo, un po’ da bullo, ovvero abbassando la testa e puntando verso le pecore le sue piccole corna affilate. Nonostante, come affermato da Berger, le pecore dovrebbero ben sapere che quelle corna non possano risultare più pericolose delle loro, il gregge si è allontanato.

Dopo giorni trascorsi seduti al freddo, a scrutare le due specie con il cannocchiale, testimoni di molteplici episodi di avvicinamento aggressivo delle capre alle Bighorn, hanno ipotizzato che gli animali stessero gareggiando per accaparrarsi dei depositi minerali presenti in quei “punti fangosi”, che vengono esposti come conseguenza dell’arretramento dei ghiacciai.

Per confermare tale tesi, Berger e Hayes hanno condotto uno studio approfondito, i cui risultati sono stati di recente pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers of Ecology and Evolution. La conclusione cui sono giunti è che comportamenti insoliti di competizione tra specie, come quello osservato sulle Montagne Rocciose, potrebbero essere una conseguenza aggiuntiva e non prevista del cambiamento climatico”, che influenza la disponibilità di risorse abiotiche necessarie alla sopravvivenza degli animali, con conseguente impatto sulla biodiversità. E non è da escludersi che possano diventare sempre più comuni.

Conflitti intra e interspecifici

Mentre il conflitto intraspecifico, ovvero tra esemplari della stessa specie, è un fenomeno ampiamente studiato, si sa molto meno dei conflitti interspecifici, tra specie differenti, che risultano essere molto più rari. “I potenziali fattori trainanti – spiegano gli autori del paper – possono includere i cambiamenti climatici, specialmente a quote estreme e latitudini estreme”, aree del nostro Pianeta “dove le temperature aumentano 2-5 volte più velocemente che altrove e i processi idrogeomorfici come la recessione glaciale e l’erosione del suolo influenzano l’accesso delle specie alle risorse abiotiche”.

Il primo passo per rispondere alla domanda “cosa succede tra capre e pecore sulle Montagne Rocciose”, è stata una analisi bibliografica volta a identificare altri casi noti di conflitto interspecifico tra mammiferi (escludendo gli esseri umani), a livello mondiale, legati a 4 risorse abiotiche: minerali, acqua, neve e ombra. Sono riusciti a reperire testimonianze di esempi di tal genere, relativi in particolare a zone estreme del Pianeta, in cui dunque il cambiamento climatico risulta più pronunciato, quale il caso degli yak che dominano sul takin (un grande ungulato) nella “caccia” ai depositi minerali in Bhutan, il rinoceronte nero che allontana dalle aree ombreggiate del deserto della Namibia il gemsbok (un tipo di antilope) o in America occidentale, i cavalli selvatici che allontanano dalle pozze d’acqua specie quali le pecore Bighorn o il cervo mulo.

Tutti casi in cui la specie più grande ha la meglio sulla più piccola, indipendentemente dal loro status di specie autoctone o esotiche.

Lo strano caso di capre contro pecore

Le pecore Bighorn risultano native in tutti e tre i siti di analisi, mentre le capre di montagna sono native autoctone soltanto del Montana e dell’Alberta. In Colorado sono state introdotte nel 1947 per favorire entroiti economici dal rilascio di licenze di caccia. Tale dato sembrerebbe confermare che nelle competizioni interspecifiche non conta molto essere “del posto” o meno.

Tornando invece al punto della grandezza delle specie (grande che vince su piccolo), è da evidenziare che capre e pecore delle Montagne Rocciose presentano dimensioni similari. Informazione che fornisce conferma del fatto che dei conflitti interspecifici si sa così poco che sia impossibile generalizzare.

Gli studi effettuati in una seconda fase sul campo da Berger e Hayes, condotti in 3 siti d’alta quota – sul Mount Evan in Colorado, nell’area del Marias Pass nel Glacier National Park, Montana e nella zona del Caw Ridge nella provincia canadese di Alberta – hanno evidenziato che in oltre il 95% dei casi di conflitto (98% su 120 casi osservati), a dominare fossero le capre. Nella maggioranza dei casi (oltre il 70%) non si è arrivati a uno scontro, semplicemente a un dietrofront delle pecore.

Per cosa competono pecore e capre?

Come anticipato, la competizione tra pecore e capre di montagna scatta in corrispondenza di depositi ricchi in sali minerali, che gli ungulati leccano per integrare la propria dieta. I depositi in questione nascono come conseguenza dell’arretramento dei ghiacciai, il che da un certo punto di vista, come evidenziato dal prof. Berger, rappresenta un elemento positivo.

A quote più basse infatti, l’espansione dell’uomo con la costruzione di strade ha portato a distruggere molte aree che rappresentavano zone di approvvigionamento di sali minerali. I ghiacciai morenti creano nuove sorgenti di elementi importanti per il benessere delle specie, ma limitate e distribuite in maniera irregolare, che diventano dunque teatro di scontro.

Qual è la soluzione?

Cosa si dovrebbe fare ora dunque? Pensare allo sterminio delle capre? Le capre di montagna, come evidenziato dai ricercatori nel paper, sono ricercate dai visitatori in luoghi come il Glacier National Park e rimangono emblematiche per la Great Northern Pacific Railway. Sono state introdotte nelle località meridionali, come fatto notare in precedenza, e le opinioni pubbliche e scientifiche sono spesso divise sul tema della inviolabilità della specie in molte aree, inclusi i parchi nazionali di Grand Teton e Yellowstone. Recentemente, quasi 60 capre sono state rimosse dalla prima area, mentre a Yellowstone non sono in atto controlli. La conoscenza della dominanza delle specie per accedere a risorse rare dovrebbe aiutare le agenzie a definire i migliori percorsi di conservazione da seguire.”

Tags

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close