Meridiani Montagne

Nel nuovo numero di Meridiani Montagne il Sassolungo e la Val Gardena

Appuntamento in edicola con Meridiani Montagne, che dedica la sua nuova monografia a “Sassolungo e Val Gardena“.

Un numero in cui che ci porta alla scoperta della valle ladina attraverso il racconto delle tradizioni; dell’antica arte della lavorazione del legno antichi mestieri che ancora oggi grazie alle sapienti mani degli artigiani sono sinonimo di reddito e creatività; ma anche della sua natura grazie ai tanti suggerimenti per esperienze alpinistiche ed escursionistiche. E che ci porterà fino al cuore della montagna, il Sassolungo, che con i suoi bastioni sembra una cattedrale impenetrabile. Ne scopriremo i segreti e le storie grazie a due giovani guide gardenesi.

Con un supplemento di 4.40 euro sarà possibile acquistare anche il calendario 2023 per vivere un anno immersi nella “grande bellezza” della montagna.

Parola al direttore

A presentarci il numero 119 di Meridiani Montagne “Sassolungo e Val Gardena” il direttore Paolo Paci:

La cortina del numero

Tradizione, innovazione, e in mezzo tutte le contraddizioni della montagna del XXI secolo. È questo il ritratto fedele della Val Gardena, ben sintetizzato nella foto di Mario Verin che vedete in questa pagina: c’è l’artigianato del legno, che da sempre nella valle è sinonimo di reddito e creatività, e che nell’ultimo mezzo secolo
si è evoluto in arte vera, conquistandosi il diritto alle Biennali di tutto il mondo. Ci sono il bosco e i pascoli, simbolo di antiche economie pastorali, oggi solcati da piste e impianti di risalita. E c’è, a dominare l’orizzonte,
la più bella, imponente, fantasmagorica cattedrale di dolomia che si possa immaginare: il Sassolungo. Sulle cui pareti generazioni di esploratori del vuoto hanno scritto indimenticabili pagine di alpinismo, a partire da Paul Grohmann fino alle ultime leve di guide, i giovani Catores protagonisti del IX grado. Proprio con due di loro abbiamo ripercorso la lunghissima via Normale alla cima: un itinerario “corale”, che entra nel labirinto freddo della montagna e ne svela i segreti, canali e torri che incessantemente il tempo rimodella, i ghiacciai in estinzione. Tornando alla foto dell’amico Mario, mi piace pensare che quella spirale di cirmolo, che dal Troi UniKa di Monte Pana incornicia il gruppo Sassolungo-Sasso Piatto, sia simbolo di qualcosa di importante. Di una palingenesi. Una montagna che rinasce dalle proprie stesse macerie (geologiche e culturali) e si riveste di nuova natura e nuova umanità. La Val Gardena che riscopriamo in questo numero ci offre tanti positivi indizi: chef intelligenti, artisti con le mani nella materia più antica e il cuore nel terzo millennio, contadini-filosofi custodi del paesaggio, creatori di giardini… Ne abbiamo incontrati tanti, abbiamo ascoltato le loro parole e i loro silenzi. Abbiamo fotografato, anche in senso metaforico, il meglio di questo scrigno dolomitico.
Un (bellissimo) mondo in evoluzione.

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