News

Un team di ricercatori partito dall’Abruzzo avvia la rinascita della Piramide dell’Everest

L’avventura sui sentieri del Nepal è iniziata. Sabato 22 ottobre, dopo un breve volo dall’aeroporto di Ramechhap a Lukla, si sono incamminati in direzione di Namche Bazar e della base dell’Everest i 21 docenti, ricercatori e laureandi della spedizione “Lobuje Peak-Pyramid – Exploration & Physiology 2022”. Aderiscono a questo progetto scientifico dodici università e sette centri di ricerca italiani e stranieri. L’elenco include gli atenei di Bari, Cagliari, Aquila, Milano, Padova, Perugia, Siena e del Salento, l’Università Politecnica delle Marche, gli Istituti di Fisiologia Clinica del CNR di Milano e di Pisa, il Policlinico della Santissima Annunziata di Chieti, l’EURAC di Bolzano, la Charles University di Praga nella Repubblica Ceca e due strutture nepalesi, l’Omkaar Polyclinic di Kathmandu e il Mountain Medical Institute di Namche Bazar, la “capitale” degli Sherpa. 

L’iniziativa, però, è stata ideata a messa in piedi dall’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara. “Al centro del nostro progetto è la Fisiologia degli adattamenti” spiega Vittore Verratti, professore dell’ateneo abruzzese, che ha ideato e coordina (il suo titolo inglese è Principal investigator) la missione scientifica. Il nostro obiettivo è di rilevare, registrare e studiare, i parametri fisiologici e clinici, le performance fisiche individuali e l’impatto psicologico che un viaggio impegnativo come il nostro può avere su un campione di persone tra i 20 e i 60 anni di età, uomini e donne, con una preparazione atletica ben diversa da quella degli sportivi professionisti” prosegue il docente abruzzese.

Prima della partenza, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una lunga serie di esami, tra i quali test cardiorespiratori, spirometria, biopsia muscolare, esami di sangue, urine, feci e saliva, test monopodalico e sulla capacità di salto, equilibrio e simmetria, della percezione del gusto, test neuropsicologico, misurazione della forza massimale volontaria, test sulla cervicale e sul trapezio.Nei giorni scorsi, i test sono stati ripetuti nell’Omkaar Polyclinic di Kathmandu, diretto dal dottor Suwas Bhandari. Gli esami sono stati ripetuti negli ultimi giorni di ottobre ai quasi 5000 metri di quota della Piramide, che com’è noto si raggiunge con una settimana di trekking dall’aeroporto di Lukla, e poi nuovamente a Kathmandu, e dopo il ritorno in Italia.   

Abbiamo ricreato un piccolo laboratorio di fisiopatologia respiratoria portatile, e con questo indagheremo i disturbi respiratori dei componenti del gruppo, sia di giorno sia di notte. Grazie all’emogasanalizzatore studierò gli scambi gassosi, e quindi i valori del Ph, del P02 e della saturazione. Gli esami spirometrici permetteranno di studiare la funzionalità respiratoria e il sonno” ha spiega Pierpaolo Prosperi, tecnico di Fisopatologia Respiratoria della ASL di Pescara all’agenzia giornalistica Dire, che segue e racconta giorno per giorno la missione. 

L’adattamento all’ipossia, la carenza di ossigeno ad alta quota, da parte di persone che vivono al livello del mare è stato studiato più volte. Le loro reazioni sono state confrontate con quelle delle popolazioni che vivono ad alta quota, a iniziare dagli Sherpa delle valli ai piedi dell’Everest” spiega Vittore Verratti. “Il nostro lavoro permetterà di approfondire questo tema, anche in campi come la percezione del dolore, o l’aspetto ormonale, che fino a oggi non sono stati indagati”. 

La missione scientifica coordinata dall’Università d’Annunzio è un’ottima notizia per la Piramide, il laboratorio scientifico a quasi 5000 metri di quota che è stato ideato alla fine degli anni Ottanta dal professor Ardito Desio, leader della spedizione italiana del 1954 al K2, e che ha iniziato a lavorare nel 1990. In 25 anni la Piramide, che gestiamo insieme al NAST, l’Accademia delle Scienze del Nepal, ha ospitato 520 missioni scientifiche, e ricercatori di 143 università e altri istituti di tutto il mondo. Abbiamo misurato due volte la quota dell’Everest, ci siamo occupati di scienze della Terra, di flora e di fauna, di antropologia e di fisiologia d’alta quota. Negli ultimi anni è diventato fondamentale il lavoro sul clima, con gli studi sull’inquinamento ad alta quota” spiega Agostino da Polenza, che coordina il lavoro alla Piramide per conto del Comitato Ev-K2-CNR, oggi Ev-K2-Minoprio.  

Qualche anno fa, il deterioramento dei rapporti con il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha fatto rallentare il lavoro della Piramide, che nel 2015 si è fermato. Tra il 2020 e il 2021, i programmi per riavviare i lavori sono stati bloccati dal lockdown legato al Covid-19, che in Nepal è stato durissimo. Sono stati anni difficili e di attesa. Sono rimasto quassù per vigilare, anche durante l’ultima stagione del monsone, per evitare che qualcuno portasse via delle attrezzature importanti” spiega Kaji Bista, nepalese, ex-insegnante nella scuola di Khumjung, uno dei più importanti villaggi degli Sherpa, che gestisce di fatto la Piramide e la vicina 8000 Inn, un lodge utilizzato da ricercatori e da trekker. 

Da qualche giorno, per preparare il lavoro del team coordinato da Verratti, è tornato alla Piramide Giampietro Verza, guida alpina e responsabile tecnico del laboratorio. “Ho trascorso quassù circa due mesi all’anno, più volte ho avuto l’impressione di essere in Antartide o su Marte. Tenere d’occhio i sistemi di comunicazione, i sensori collegati ai satelliti, l’impianto solare che fornisce l’energia richiede professionalità e attenzione. Le macchine sono importanti, ma c’è sempre bisogno dell’uomo” spiega Verza. 

L’arrivo dei 21 ricercatori italiani è avvenuto il 27 di ottobre. Dopo le giornate dedicate alle misurazioni e ai test, una parte del gruppo raggiungerà il campo-base dell’Everest e i 5545 metri del Kala Pattar. Una squadra di alpinisti, coordinata dal teramano Gaetano Di Blasio, tenterà invece di salire fino ai 6119 metri del Lobuche Peak, l’elegante vetta che sorveglia da ovest la Piramide, e che offre una impegnativa ascensione su neve e ghiaccio. Il ritorno del team in Italia è previsto per l’8 novembre.

Tags

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close