Itinerari

Quattro sentieri nei Parchi delle Dolomiti

Negli ultimi anni, ai piedi delle vette più bizzarre e famose delle Alpi, si è parlato soprattutto del ritorno dell’orso e del lupo. Il primo, a partire dal 1999, è stato reintrodotto sulle Dolomiti di Brenta, in Trentino. Il secondo è tornato da solo, dopo aver risalito l’Appennino dall’Abruzzo al Piemonte, e aver traversato verso oriente le Alpi. Accanto a queste due specie, però, le Dolomiti ospitano una grande varietà di fauna. Nelle foreste vivono il cervo e il capriolo, sui ghiaioni e sulle rocce si avvistano il camoscio e lo stambecco, reintrodotto decenni fa dal Gran Paradiso. In cielo volano l’aquila reale e il gipeto, nelle brughiere d’alta quota vivono il gallo cedrone e il gallo forcello. 

La flora, accanto a specie celebri come la stella alpina, ospita una grande varietà di fiori che colorano i pascoli e i boschi tra la primavera e l’estate. Nei boschi, l’abete che prevale alle quote più basse lascia in alto il posto al pino cembro e al larice, e poi ai cespuglieti di pino mugo. Da qualche anno, il nome delle Dolomiti è legato a quello dell’UNESCO, che ha inserito nove comprensori dei “Monti Pallidi” nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Una decisione corretta, ma che ha fatto passare in secondo piano le aree protette di questo settore delle Alpi. 

E’ un errore, perché il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, i Parchi regionali delle Dolomiti d’Ampezzo e delle Dolomiti Friulane, e i Parchi provinciali Adamello-Brenta e Paneveggio-Pale di San Martino (Trentino) e Sciliar-Catinaccio, Puez-Odle, Fanes-Sennes-Braies e delle Tre Cime (Alto Adige) formano uno spazio tutelato tra i più vasti d’Europa. Ecco qualche suggerimento per esplorarlo.  

Dal Lago di Tovel a Malga Flavona

(690 m di dislivello, 4.15 ore a/r, E)

Il Lago di Tovel, ai piedi delle vette del Brenta, è noto per le sue acque che fino al 1964 si arrossavano in estate. Vent’anni fa, nella zona, il Parco Adamello-Brenta ha reintrodotto l’orso. Inizia dal Lago l’escursione nella valle di Santa Maria Flavona, fino all’omonima malga, che comprende un bivacco. 

Da Tuenno si sale ai posteggi a pagamento (1169 m) di Tovel. Se ci si ferma nel posteggio basso (987 m), gratuito, si prosegue in bus-navetta o a piedi (0.30 ore) per un sentiero. Si costeggia il Lago (1177 m), si tocca il Centro Visite del Parco e si continua per la strada sterrata (segnavia 374), che si alza a tornanti e traversa alcune radure. La rampa dello Slavinon precede Malga Pozzol (1621 m, 1.30 ore).

Si continua per la mulattiera (segnavia 371) che si alza a sinistra, si affaccia su una cascata e prosegue tra i larici fino ai prati di Malga Flavona (1860 m, 0.45 ore), in vista della Pietra Grande e del Corno di Flavona. 

Si riparte sul sentiero (segnavia 330) che traversa i pascoli dello Stablì, entra nel bosco e scende al ponte sul Rio Tresegna (1790 m) e al sentiero che scende dal Passo del Grostè. Da qui si torna a Malga Pozzol, al percorso di andata e al Lago (2 ore).

Dall’Alpe di Siusi al rifugio Alpe di Tires

(550 m di dislivello, 3.30 ore a/r, E)

Il Parco Sciliar-Catinaccio offre itinerari di ogni lunghezza e impegno. Ai piedi dei Denti di Terrarossa, l’accogliente rifugio Alpe di Tires è un nodo di sentieri al confine tra i due massicci, e può essere raggiunto a piedi dall’Alpe di Siusi, da Tires e dalla Val di Fassa.

Compaccio (Kompatsch, 1844 m), porta dell’Alpe di Siusi, si raggiunge in auto, bus o cabinovia da Siusi (Seis) o Castelrotto (Kastelruth). Per un viottolo si scende alla base della seggiovia Panorama (1820 m), con cui si sale all’omonimo Hotel (2009 m). 

Si prosegue sul viottolo (segnavia 2), che costeggia il Palù di Ladins. Da un bivio si continua in salita, lasciando a sinistra l’Hotel Goldknopf fino a dei prati (2180 m, 0.45 ore) dove la pendenza aumenta. Si sale a mezza costa, si traversa un canalone, poi un pendio ghiaioso porta alla Forcella dei Denti di Terrarossa (2499 m), da cui si scende al rifugio Alpe di Tires (2440 m, 1.15 ore). Al ritorno occorrono 1.30 ore.

Dal rifugio Pederü ai rifugi Fanes e La Varella

(da 520 a 630 m di dislivello, da 2.45 a 3.30 ore a/r, T)

Molti escursionisti conoscono l’altopiano di Fanes grazie all’Alta Via numero Uno, che scende dal rifugio Sennes a Pederü, risale ai rifugi Fanes e La Varella e prosegue verso Cortina. Il primo rifugio della zona risale al 1928, la strada è stata tracciata durante la Grande Guerra. L’itinerario è comodo e con pendenze graduali. 

Da San Vigilio di Marebbe (Ennenberg, Mareo) si raggiunge in auto o in bus il rifugio Pederü (1540 m). Lasciata a sinistra la gola rocciosa che sale verso Fodara Vedla e Sennes, si imbocca la sterrata per l’altopiano di Fanes, e poi la si lascia per un sentiero (segnavia 7 e dell’Alta Via).

Si ritrova la strada a un tornante, la si segue, poi la si lascia per un sentiero a mezza costa tra i mughi. Ci si affaccia sul laghetto di Piciodèl, si torna alla strada (1826 m, 0.45 ore) e la si segue accanto al Rio di San Vigilio fino a un bivio in vista del Lago Verde. A sinistra si sale al rifugio Fanes (2060 m, 0.45 ore). 

Si può proseguire sulla strada sterrata (segnavia 10 e 11) che sale dal rifugio verso lo Jü (Passo) de Limo e il Lé (Lago) de Limo (2159 m, 0.45 ore a/r), balcone sulle Dolomiti di Ampezzo e di Fanes. Un sentiero porta dal rifugio Fanes al rifugio La Varella (2042 m, 0.15 ore), affiancato da una chiesetta affrescata. Per la strada sterrata si torna all’itinerario di andata e al punto di partenza (1.15 ore). 

Dalla Val Venegia alla Baita Segantini

(430 m di dislivello, 4.15 ore a/r, E) 

E’ stato Alfredo Paluselli, guida alpina, pittore e primo maestro di sci del Trentino, a inaugurare nel 1935 la panoramica Baita Segantini, ai piedi del Cimon della Pala. Gli itinerari che la raggiungono da Passo Rolle e dalla Val Venegia sono frequentati a piedi o in mountain-bike. Consigliamo di partire da Malga Venegia e di scendere toccando la Capanna Cervino e la Malga Juribello. 

I posteggi di Malga Venegia (1750 m) si raggiungono in auto o a piedi dal Piano dei Casoni, sulla strada che sale da Paneveggio al Passo di Valles. In estate una navetta collega Paneveggio con Malga Venegia. 

Per la strada sterrata di fondovalle, di fronte alle Pale, si sale alla Malga Venegiota e al Campigol della Vezzana (1930 m, 1.15 ore). Si riparte sulla strada (segnavia 710), che sale a svolte fino alla Baita Segantini (2184 m, 0.45 ore) e al vicino laghetto.   

Si riparte in discesa sulla strada sterrata per Passo Rolle, poi la si lascia per il sentiero (segnavia 719) che porta alla Capanna Cervino (2061 m) e a una sella (1991 m, 0.45 ore). Si piega a destra, e si continua per una carrareccia tra i pascoli fino alla Malga Juribello (1864 m, 0.45 ore). Il sentiero scende nella Busa di San Giovanni, entra nel bosco di abeti e scende a un ponte sul Travignolo, da cui si risale al punto di partenza (0.45 ore). 

Dalla Val Pramper al rifugio Sommariva al Pramperét

(670 m di dislivello, 3.30 ore a/r, E) 

A sud della valle di Zoldo, ai piedi degli Spiz di Mezzodì, la solitaria Val Pramper è una delle più suggestive del Parco delle Dolomiti Bellunesi. L’itinerario che conduce al rifugio Sommariva al Pramperét, posto-tappa dell’Alta Via, tocca la Malga Pramper.  

Da Forno di Zoldo si segue in auto o con i bus-navetta la strada che s’inoltra in Val Pramper, in vista del Pelmo e degli Spiz di Mezzodì, fino al Pian de la Fopa (1210 m). Si continua a piedi sulla strada (segnavia 523), poi la si lascia per un sentiero che si alza nel bosco, traversa il Pian dei Palùi, supera un ponte e raggiunge la Malga Pramper (1540 m, 1.15 ore).

Si continua sul sentiero che sale nel bosco, traversa dei ghiaioni, traversa il Pra’ della Vedova e raggiunge in leggera discesa il rifugio Sommariva al Pramperet (1857 m, 0.45 ore), dal quale ci si affaccia sulle Dolomiti d’oltre Piave. Si torna per lo stesso itinerario (1.30 ore). 

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