Arrampicata

Anak Verhoeven realizza la prima ripetizione femminile di “Inferno” a Gimmelwald

Per la climber belga è la sesta salita oltre il grado 9a

Il 15 luglio scorso la climber belga Anak Verhoeven ha compiuto 26 anni, e in concomitanza si è regalata una super salita a Gimmenwald, in Svizzera, realizzando la prima ripetizione femminile del 9a/+ Inferno. Una via relativamente recente, che nasce come linkup tra Jungfrau Marathon (9a) e Gimmel Express (8c+), la cui prima salita, realizzata poco dopo la fine del lockdown, il 29 maggio 2020, porta la firma di Alexander Rohr. Due le ripetizioni a seguire, entrambe maschili: la prima effettuata il 2 settembre del medesimo anno da parte di Sasha Lehmann, la seconda il 6 settembre 2021 da Marco Müller

Con la salita di Inferno, Anak porta a quota 6 le sue ascese oltre il grado 9a, una bella collezione iniziata nel 2017 con la libera di 9a+ Sweet Neufs a Pierrot Beach, in Francia (secondo 9a+ femminile della storia, dopo la ripetizione di La Rambla a Siurana da parte di Margo Hayes), seguita nel medesimo anno da Ciudad de dios (9a/+) e Ciudad de dios pa la enmienda (9a/+) a Santa Linya, in Spagna. Nel 2019 e 2021 è stata la volta di due gemme di Oliana (Spagna): Joe mama (9a+) e Papichulo (9a+).

Il racconto di Anak Verhoeven

“La linea richiede tensione, precisione e resistenza – racconta Anak su Instagram –  un tipo di arrampicata che mi piace molto. Il movimento più difficile (almeno per me) è stato rappresentato dal passaggio chiave di Jungfrau Marathon, un 9a che ho salito in precedenza durante il mio viaggio in Svizzera. Ma dopo quel passaggio non è certo finita! La via traversa a destra e si unisce a Gimmel Express, un 8c+.”

Il passaggio chiave incriminato le ha dato del filo da torcere. Non sono mancate le cadute “e mi sono chiesta cosa stessi facendo di sbagliato”. La risposta che ha trovato è stata in sintesi “nulla”. Il problema era rappresentato dalle condizioni in parete, per la precisione dall’assenza o quasi di vento, condizione che rende la roccia più scivolosa e aumenta l’attrito sugli svasi. Fortunatamente dopo 2 giorni di tentativi e qualcuno di riposo, il vento si è palesato. “Durante l’avvicinamento ero super felice di sentire un po’ di brezza. Era il mio compleanno e completare la via sarebbe stato un bel regalo”.

“Quando ho iniziato il primo tentativo – ricorda – quel po’ di vento era ancora lì, abbastanza per fare una grande differenza. Il passaggio chiave mi è sembrato molto più facile rispetto ai tentativi precedenti e sono riuscita a fare quel movimento.”

Un bel passo avanti che le ha ridato fiducia. Ma una professionista sa che non si deve abbassare la guardia quando si è ancora nel bel mezzo di una impresa. “Dovevo rimanere calma e concentrata fino in fondo, essere precisa, combattere dove necessario. E sono riuscita a farlo.”

Al termine della salita, realizzata senza ginocchiere e con il papà a farle sicura, la climber ha confermato per la via un grado di difficoltà 9a/+.

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