Ambiente

Valle d’Aosta, in 22 anni sono scomparsi 32 ghiacciai

I ghiacciai delle Alpi stanno scomparendo sotto i nostri occhi, anno dopo anno. Ma quanti ne abbiamo già persi? Un dato numerico, che fa comprendere la dimensione della tragedia in corso ad alta quota, arriva dalla Valle d’Aosta. Come riportato nel report annuale sull’evoluzione della criosfera in VDA, “SottoZero”, a cura della Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani, in 22 anni, meno di un quarto di secolo, sono andati perduti 32 ghiacciai.

Il report “SottoZero”

Il report “SottoZero”, è un documento introdotto nel 2021, allo scopo di di divulgare in maniera sintetica i risultati degli studi e dei monitoraggi annuali condotti dai diversi Enti che fanno parte della Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani (CRGV). I dati vengono presentati mediante infografiche facilmente comprensibili anche ai meno esperti e forniscono una visione d’immagine dello stato attuale della criosfera a livello regionale e della sua evoluzione negli ultimi 20 anni.

Il report è composto da 14 indicatori suddivisi in 5 macro-aree: ghiacciai, rischio glaciale, permafrost, risorsa idrica nivale e meteo.

Come spiegano gli esperti della Cabina di Regia, “la criosfera comprende l’insieme di tutti quei i territori in cui troviamo l’acqua allo stato solido ed ha un ruolo fondamentale per il sistema climatico. A scala globale influenza la temperatura del pianeta, le correnti oceaniche ed il livello dei mari, a scala regionale, determina la disponibilità e la distribuzione di acqua dolce, la stabilità di pendii rocciosi in quota, la creazione e la permanenza di habitat peculiari. L’importante ruolo climatico della criosfera risiede negli scambi radiativi e termici che avvengono tra le superfici coperte da neve e ghiaccio e l’atmosfera.” 

“A livello alpino – proseguono – , la criosfera comprende i ghiacciai, il permafrost, la neve e tutto il ghiaccio di corsi d’acqua e laghi. Osservare l’evoluzione della criosfera offre l’opportunità di seguire direttamente gli effetti delle variazioni climatiche sui territori di alta montagna e di poterne studiare gli impatti sugli ecosistemi e le attività umane. I cambiamenti osservati a livello alpino includono il ritiro dei ghiacciai, la degradazione del permafrost e la diminuzione della permanenza del manto nevoso al suolo, che a loro volta hanno impatti diretti sui territori e le popolazioni di montagna, dall’aumento dei rischi naturali (e.g. destabilizzazione delle fronti dei ghiacciai e delle pareti rocciose, diversificazione degli eventi di valanga, etc.) agli impatti sull’economia ed il benessere di intere regioni (e.g. disponibilità delle risorse idriche, vulnerabilità del turismo invernale).”

I dati del 2021

Come anticipato, nel report viene evidenziata la perdita allarmante di 32 ghiacciai in 22 anni, ma non solo. Scopriamo gli altri dati del 2021.

  • In 22 anni si è persa una superficie glaciale pari a 32 chilometri quadrati (circa il 22% della superficie glaciale regionale), con una riduzione di 1,5 km l’anno.
  • Nel 2021 le fronti dei ghiacciai osservati si sono ritirate mediamente di 13 m. “Un altro anno negativo, seppur meno sfavorevole degli anni precedenti”, il commento della Cabina di Regia.
  • Nonostante sia stato meno sfavorevole, il 2021 si è accompagnato a un bilancio di massa negativo, dove per bilancio di massa si intende la differenza tra l’accumulo nevoso invernale e la fusione estiva di neve e ghiaccio, ovvero la variazione in volume di un ghiacciaio.
  • Nella regione sono presenti attualmente 5 siti monitorati, ovvero aree monitorate in quanto interessate da rischio glaciale. In tali siti si sono registrate 30 giornate di allertamento per rischio glaciale.
  • Permafrost: Il suolo ad alta quota (3100 m, Colle Superiore delle Cime Bianche – Cervinia) in estate si è scongelato fino ad una profondità di 6 m: il 19% in più della media.
  • Risorsa idrica nivale: nel 2021 si è registrata una risorsa idrica nivale contenuta nella neve nel giorno in cui la Valle d’Aosta ha ospitato la massima quantità di neve (massimo accumulo stagionale) inferiore del 23% alla media.
  • Meteo: la temperatura media annua è risultata essere di 0,2°C superiore alla media del periodo 2002-2020; la temperatura media della stagione estiva ha mostrato una anomalia positiva di 0,6°C rispetto al medesimo periodo di riferimento. Le precipitazioni (medie regionali) sono risultate inferiori al solito (-12% di precipitazioni totali annue e -13% per la cumulata annua di neve fresca). Infine, l’altezza della neve nel giorno più innevato dell’anno a circa 2000 m è stata sotto la media. Dato ottenuto dalla media di diverse stazioni distribuite sull’intero territorio regionale

Il report completo è scaricabile al seguente link.

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Un commento

  1. Meno male!!!! Se no sarebbero collassati/franati/caduti, avrebbero fatto morti tra gli escursionisti e il governatore della Val d’Aosta avrebbe chiuso per precauzione tutte le montagne della regione!!!!!

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