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Rocca Pendice. Climber perde l’equilibrio e cade in parete in piena notte

Una nottata impegnativa quella vissuta dai tecnici del Soccorso Alpino di Padova sulla Rocca Pendice, nel comune di Teolo (PD). Nel corso di una salita lungo la via Bianchini sulla parete Est, uno scalatore è caduto sull’ultimo tiro lussandosi una spalla, e non riuscendo pertanto a proseguire. La chiamata al 118, che ha allertato il Soccorso Alpino, è giunta attorno alle 23.15 di giovedì 16 giugno, il recupero si è protratto fino alle 3 del mattino.

Secondo quanto riportato dal comunicato del Soccorso Alpino, la caduta del freeclimber si sarebbe verificata mentre il compagno, primo di cordata, lo stava recuperando in sosta. Nel prendere un rinvio G.M., 52 anni di Stra (Venezia), ha perso l’equilibrio, cadendo per un paio di metri e sbattendo con violenza sulla roccia. La lussazione della spalla non gli ha più permesso di muoversi.

Una decina di soccorritori sono saliti in cima alla parete a piedi trasportando barella e attrezzatura e, dopo aver allestito le calate sulla verticale, hanno fatto scendere di una ventina di metri un tecnico e un’infermiera della Stazione, che hanno prestato le prime cure all’uomo. Una volta immobilizzato e imbarellato, l’infortunato è stato sollevato verso l’alto, fatto uscire dalla via e trasportato a spalla lungo il sentiero di rientro, poco meno di un chilometro, fino all’ambulanza, cui è stato affidato per essere condotto all’ospedale di Abano Terme.

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7 Commenti

  1. “L’infermiera della Stazione del Socc. Alpino” mi sembra tanto un titolo di un film anni ’70 con Nadia Cassini e Alvaro Vitali.

  2. Già è stato detto che gli interventi del soccorso alpino in ambito notturno mettono a rischio la stessa vita dei soccorritori.
    Ora va di moda l’escursione serale/notturna e,come in questo caso,anche l’arrampicata serale.
    Forse dobbiamo porci dei limiti e se qualcuno vuole superarli deve essere pronto anche a pagarli ( ovviamente in euro) di tasca propria.
    Parafrasando la frase : la tua libertà finisce dove comincia la mia ( soccorritore) di portare a casa la pelle

  3. Un “freeclimber”? Cos’è? Si mangia?

    Sta mania di lasciare laschi di due metri a chi arrampica da secondo (che non si può lamentare perché “tanto sei da secondo”) non l’ho mai capita.

  4. Mi sembra che i soccorritori abbiano tutta la liberta loro necessaria, quella di stare a casa propria, nessun CaporalMaggiore con la pistola in mano li spinge fuori dalla trincea. Sicuramente questa libertà non la sanno gestire o che farsene. I cittadini invece ( alpinisti, ciclisti, palombari ecc.) hanno tutta la libertà di andare in giro di giorno, di notte, Natale, Pasqua e Epifania.

  5. Tanti modi per sentirsi qualcuno mettendosi in mostra nelle banalità.
    Non ci si accorge più di esprimersi senza una qualche rilevanza.
    Tutto è copiato e organizzato come se gli uomini fossero solo greggi da condurre e sfruttare.
    Non solo chi scala, ma sempre più spesso anche il sistema dei soccorsi e dei vari servizi.

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