Film

“Encounters at the end of the world”, il viaggio antartico di Werner Herzog

Il ritrovamento della Endurance, il leggendario vascello di Sir Ernest Shackleton affondato nel mare di Weddell nel novembre del 1915, ha portato all’attenzione del vasto pubblico uno dei capitoli più affascinanti della storia delle esplorazioni polari. Shackleton, forse il più celebre tra gli avventurieri che abbiano deciso di sfidare l’Antartide, era partito a bordo della Endurance per realizzare la prima traversata a piedi del continente bianco, dal mare di Weddell al mare di Ross. Un progetto nato a seguito di una forte delusione, quella di non essere riuscito per primo a toccare il Polo Sud. Nei primi anni del Novecento, il Polo Sud aveva assunto l’effetto di una calamita. Tanti furono gli esploratori pronti a sfidare natura e sorte pur di raggiungere per primi tale obiettivo estremo. A vincere fu infine, nel 1911, il norvegese Roald Amundsen. Al fascino senza tempo del Polo Sud e del continente antartico è dedicato un documentario eccezionale di un regista che non necessita di presentazioni: Werner Herzog. Il titolo è “Encounters at the end of the world” (USA, 2007, 99′). Disponibile su Youtube in lingua inglese con sottotitoli in italiano.

Sinossi

In “Encounters at the End of the World”, Herzog realizza un viaggio in Antartide, raggiungendo la stazione di ricerca McMurdo, sull’isola di Ross, quartier generale del National Science Foundation, il punto più a Sud del continente raggiungibile via nave. Da qui inizia la sua personale esplorazione, tra paesaggi che sembrano usciti da libri di fantascienza e personaggi altrettanto fuori dal comune. Il documentario accompagna lo spettatore dalle profondità del mare di Ross alle pendici dell’Erebus, il vulcano attivo più a Sud del mondo.

Gli incontri, the encounters, di Herzog lungo il suo cammino, destano stupore e invitano alla riflessione. Si tratta di esseri umani che hanno deciso di abbandonare la civiltà e sfidare le condizioni estreme offerte dall’Antartide per il bene della scienza. I protagonisti non sono solo scienziati. Chiunque viva e operi in Antartide, sia esso un cuoco, un autista o l’addetto ai carrelli elevatori, è parte della storia che il regista vuole raccontare al mondo. Herzog non cerca di regalare, come spesso accade nei documentari, una ricostruzione artificiosa e perfetta di un ambiente poco noto. Ciò che ci dona è semplicemente la realtà. Le scene scivolano accompagnate dalla sua voce, tra riflessioni sulla meraviglia e al contempo la violenza della natura, o dalla musica, che avvolge immagini pure e potenti catturate ai confini del mondo.

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