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Nel Parco del Monviso si sperimenta la “pera” high-tech

Un dispositivo per monitorare i cambiamenti climatici

Nel Parco del Monviso verrà avviata la sperimentazione di una particolare “pera”. Non stiamo parlando di frutti ma di un dispositivo high-tech utile al monitoraggio dei cambiamenti climatici.

La “pera”, una sentinella in quota

Martedì 15 marzo il presidente del Parco del Monviso ha incontrato presso la sede dell’Ente Andrea Gramazio, ingegnere elettronico e fondatore dello studio Lab3841 di Cuneo, che recentemente ha presentato l’innovativo dispositivo, la “pera”. Si tratta di un congegno di dimensioni paragonabili a quelle di un sasso, da cui il nome che in piemontese significa pietra, realizzato in plastica vegetale e con le superfici rivestite da sensori capaci di monitorare temperatura, umidità, pressione atmosferica e altri parametri meteorologici.

Operazione Monviso

L’Ente di Gestione delle Aree protette del Monviso è particolarmente interessato a collaborare nella fase di sperimentazione di questo congegno di nuova concezione, che è in grado di monitorare l’evoluzione climatica a lungo termine in contesti dove sarebbe impossibile installare rilevatori tradizionali.

Nel corso dell’incontro sono state presentate le possibili applicazioni pratiche del dispositivo ed è stato impostato un piano di lavoro che porterà all’installazione di alcuni esemplari in punti strategici a diverse quote sul Monviso, nel corso della prossima estate. Una vera e propria missione, ribattezzata “Operazione Monviso”

“Il nome dello studio professionale di Gramazio, Lab3841, richiama la quota del Monviso – commenta il presidente del Parco del Monviso Dario Miretti e il nostro Ente non poteva che essere disponibile ad offrire tutta la sua collaborazione per sperimentare questo nuovo dispositivo, che rappresenta un esempio di grande ingegno e che potrà offrire dati precisi utili a studiare meglio l’evoluzione climatica, a partire dal massiccio del Re di Pietra.”

L’obiettivo è quello di divulgare i dati raccolti alla comunità scientifica che monitora il cambiamento climatico e al pubblico, raccontando le variazioni nel tempo dei parametri misurati.

Da dove nasce l’idea della “pera”?

A spiegare le ragioni che hanno spinto alla realizzazione della “pera”, sono i suoi stessi ideatori. “Il cambiamento climatico è un fenomeno diffuso che coinvolge tutto il pianeta Terra, non solo le città che abitiamo, non solo le foreste tropicali o gli oceani lontani. Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più tangibili, vicini ai nostri luoghi del cuore, impattanti anche su realtà che siamo abituati a considerare eternamente immutabili. Come le montagne – si legge in un post esplicativo sulla pagina Facebook di Lab3841 – . Il 26 dicembre 2019 qualcosa è successo: la parete nordest del Monviso è stata interessata da un crollo in massa di grandi dimensioni, e da allora si trova sotto osservazione da parte degli esperti dell’ARPA Piemonte. Lab3841 è di casa a Cuneo e da sempre ha un legame profondo con il territorio, con il paesaggio montano e in particolare con il Monviso. Così un paio d’anno fa ci è venuta un’idea: dare un contributo alla protezione dell’ambiente montano utilizzando la tecnologia.”

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