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5 curiosità sull’orso polare da restare stupiti

L’orso polare (Ursus maritimus) rappresenta una specie molto interessante da scoprire. C’è da restare davvero a bocca aperta nell’approfondirne la biologia! Oggi vi vogliamo svelare 5 curiosità sul grande mammifero carnivoro dell’Artico, di fronte alle quali si resta inevitabilmente stupiti.

L’orso polare non è bianco

Si inizia sfatando un mito che ci portiamo dietro dall’infanzia. L’orso polare è quello bianco, l’orso bruno ha il pelo marrone, giusto? Sbagliato. L’orso polare ha il pelo trasparente. Il manto è difatti costituito da peli cavi traslucidi in grado di catturare i raggi solari e convogliarli verso la cute. Sostanzialmente il bianco che vediamo deriva da fenomeni di dispersione e riflessione della luce all’interno di queste strutture cave. I peli sono idrorepellenti e misurano circa 5-15 cm di lunghezza. Al di sotto dello strato di peli ingannevolmente bianchi si trova uno strato di lanugine che ricopre una epidermide scura, molto scura, come il naso dell’orso per essere chiari, in grado di assorbire in maniera efficace la luce solare. Curiosità nella curiosità: per tenere pulita la pelliccia si rotola nella neve.

Molto agile nella corsa e nel nuoto

L’orso polare è riconosciuto come un mammifero marino, come le foche, le balene o i delfini. Ciò spiega il nome scientifico, Ursus maritimus. La loro vita può definirsi semi-acquatica, nella maggior parte del tempo vivono sulla banchisa polare ghiacciata ma quando si tuffano dimostrano di essere abili nuotatori. Sono dotati di zampe lunghe circa 30 cm, perfette come pinne! E sulla terraferma non sono meno agili: possono raggiungere i 40 kmh di corsa. Impressionante se pensiamo che un esemplare adulto medio possa raggiungere i 3 metri di altezza per 700 Kg di peso.

Comunica con il naso…e i piedi

Se incontrano un proprio simile intento a consumare una preda, hanno l’abitudine di avvicinarsi e sfiorarsi con il naso. Un modo carino per chiedere se sia possibile unirsi al banchetto. Esiste poi un sistema di comunicazione diciamo a distanza scoperto di recente dalla scienza, una sorta di sistema che favorisce gli incontri tra esseri solitari in un mondo bianco e monotono come l’Artico. Camminando “marcano” il percorso con il sudore dei propri piedi. E dato che sono dotati di un olfatto stupefacente, qualora incontrino le impronte di un altro esemplare, sono in grado, odorandone il sudore delle zampe, di capire se si tratti di un maschio o di una femmina. Immaginate quanto possa essere importante come sistema di messaggistica nella stagione riproduttiva.

Può diventare invisibile

Torniamo un istante ai peli trasparenti. Queste particolari strutture cave hanno la funzione di isolare termicamente l’orso polare. Oltre ad essere idrorepellenti sono in grado di intrappolare l’aria, limitando la perdita di calore per convezione. La scarsa emanazione di calore dalla pelliccia fa sì che tale strato emetta di fatto pochissimi infrarossi. Se si punta una telecamera a infrarosso su un orso polare, al massimo si vedono il naso, le zampe, gli occhi e il respiro.

Non va in letargo né ibernazione

L’orso polare in inverno non pensa affatto a riposarsi: è la stagione perfetta per cacciare! Questo perché la superficie ghiacciata aumenta e dunque aumenta l’estensione del territorio di caccia. Se volete sapere che tipo di cacciatore sia l’orso polare, la risposta potrebbe essere “pigro”. Una volta fiutata la preda (anche a quasi un miglio di distanza e a un metro di profondità sotto il ghiaccio) non vanno all’inseguimento, si fermano nel punto X e attendono che la sventurata esca dalle acque ghiacciate per colpirla di soppiatto con gli artigli affilati.

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