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Nessuna speranza per Korra Pesce, lo confermano le immagini del drone

Aggiornamento 30/01/2022 – Sfumano le labili speranze di trovare ancora in vita Corrado “Korra” Pesce al ritorno sulla vetta dei soccorsi, una volta passata la fase di maltempo. Come dichiarato all’ANSA da Carolina Codó, medico argentino e responsabile del Centro dei soccorsi alpini di El Chaltén, dall’analisi delle immagini raccolte con un drone nella mattina di venerdì, risulta chiaro che “non può essere più vivo”.

“Abbiamo potuto solo oggi ingrandire le immagini di un drone volato venerdì mattina nella zona dell’incidente. Si vede il corpo di Pesce scivolato 50 metri sotto la piattaforma dove aveva passato la notte con un compagno argentino. A quell’altezza, e senza protezione adeguata, la morte per ipotermia arriva dopo massimo due ore.


Aggiornamento ore 19.00 – Un nuovo aggiornamento da Ahora Calafate fa perdere speranza. Con piacere si apprende che l’elicottero dell’esercito sia riuscito questa mattina a evacuare Tomás, consegnandolo all’aeroporto di Calafate a una ambulanza che lo ha trasferito in ospedale. “È ferito e ha diverse fratture, ma è lucido e non ha perso conoscenza in nessun momento”.

Purtroppo si è nel mentre deciso di interrompere le operazioni di soccorso, volte a recuperare nel box degli Inglesi Corrado Pesce, a causa del meteo in rapido peggioramento e delle scarse probabilità di sopravvivenza per l’alpinista.

Secondo quanto riferito dalla Commissione di soccorso di El Chalten a Télam, l’agenzia di stampa nazionale argentina, i due alpinisti avrebbero perso nella valanga gran parte dell’attrezzatura e Pesce avrebbe riportato delle ferite molto gravi. La Commissione si è trovata dunque a dover fare una valutazione del rischio cui esporre i propri volontari. La zona in cui si trova Pesce è molto pericolosa e di difficile accesso. In condizioni meteo proibitive e tenendo conto della gravità delle lesioni riportate dall’alpinista, è stato ritenuto opportuno abbandonare ogni tentativo. Da sottolineare, come riportato anche dai fratelli Pou, che nella zona di El Chalten non si disponga di elicotteri e piloti specializzati in questo genere di soccorsi in quota. “Korra” resterà per il momento sul Cerro Torre.


Dalla Patagonia giungono notizie allarmanti, che ci lasceranno nelle prossime ore con il fiato sospeso. L’alpinista argentino Tomás Aguiló e l’italiano Corrado Pesce sarebbero rimasti vittima di un incidente in fase di discesa lungo la parete Est del Cerro Torre, nella mattinata di ieri, venerdì 28 gennaio.

Come riportato dai media locali, e dai fratelli Pou, che hanno diffuso sui social la notizia attraverso un post di ringraziamento nei confronti dei soccorritori volontari impegnati nelle delicate operazioni di salvataggio dei due amici, la coppia sarebbe stata travolta nel corso della notte da una valanga di neve e pietre. Tomás Aguiló è riuscito a scendere autonomamente mentre Corrado Pesce, gravemente ferito, è rimasto bloccato in alta quota in attesa di soccorsi.

Come riportato da Ahora Calafate, “al quartier generale del Parco (Parco Nazionale Los Glaciares, ndr) hanno ricevuto tre avvisi radio VHF che li avvisavano di un possibile incidente sul Cerro Torre, zona nord dell’area protetta.”

In una nota il Parco ha aggiunto che Aguiló sia stato in grado di avvisare a sua volta i soccorsi inviando un sms con il suo inReach verso le 6 del mattino. Alle 8,30 i soccorsi erano pronti a entrare in azione.

“Di fronte a questa situazione è stata attivata un’operazione che ha coinvolto più di 30 soccorritori dei Parchi Nazionali, della Gendarmeria e volontari della Commissione di Soccorso di El Chaltén.”

Pesce risulterebbe impossibilitato a muoversi a causa di una possibile frattura pelvica. Aguiló sarebbe riuscito a porlo al riparo in un “piccolo rifugio sulla parete del Cerro Torre, noto come box degli Inglesi”.

Nonostante le ferite (probabili fratture anche per lui e pneumotorace), Aguiló è riuscito a calarsi lentamente in corda doppia, andando incontro alle squadre di soccorso, partite via terra alle 11.30, e raggiunte successivamente anche da un elicottero dell’esercito.

Approfittando delle buone condizioni meteorologiche, l’elicottero è decollato in direzione della montagna così da attendere l’arrivo del primo alpinista – si legge ancora su Ahora Calafate nel primo aggiornamento relativo alla serata di venerdì – . Sull’elicottero sono saliti i soccorritori, un alpinista svizzero e due alpinisti austriaci. L’idea è quella di scalare stasera la parete est della Torre per cercare di raggiungere l’italiano gravemente infortunato.

Dall’aggiornamento odierno si evince che i soccorsi non siano riusciti nella evacuazione di Tomás prima del calare del buio. La strategia anche per oggi è stata attendere l’arrivo di “Tomy”, nomignolo con cui la guida alpina è conosciuta in zona, insieme alla squadra di soccorso che lo ha raggiunto ieri sera, nel settore Nipo Nino, e trasferirlo da qui in ospedale.

È una corsa contro le intemperie riporta il notiziario di El Chalten -, poiché nella zona si sta alzando il vento, che è previsto per l’intera giornata. Le ultime informazioni sono che sarebbero arrivati ​​all’elicottero intorno alle 9:00 di questa mattina. Nel caso in cui non sia possibile evacuare lo scalatore ferito per via aerea, deve essere effettuato via terra, il che richiederà diverse ore in più.”

Le notizie per ora si fermano qui. Riprendendo le parole dei fratelli Pou “la Commissione di soccorso di El Chalten gestisce come sempre un operazione di salvataggio in maniera totalmente altruistica, cui prende parte metà della città e un numerosissimo gruppo di alpinisti internazionali che si trovano nella zona. Vorremmo essere lì per poter dare una mano, visto che entrambi gli alpinisti sono amici, ma poiché non è così, vogliamo ringraziare la Commissione di soccorso di El Chalten e tutti i volontari per l’enorme sforzo che stanno compiendo, anche a rischio della propria vita. E da qui augurare tutta la fortuna del mondo ad entrambi gli alpinisti, persone molto forti e molto care nel panorama internazionale.”

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