Curiosità

“Il gioco del contrabbandiere”, un gioco di strategia sulle orme della storia

Le temperature sono rigide e le ore di luce poche. Fuori dalla finestra la neve avvolge il paesaggio con la sua morbia coperta. Tra le mura domestiche, vicino al focolare, si consumano i pomeriggi che anticipano la festa. Si gioca con i bambini o con gli amici. Perché però calarsi sulla storia del nostro territorio di confine? Questa opportunità ce la offre “Il gioco del contrabbandiere” (Dominioni Editore). Un gioco di strategia disegnato sulla realtà storica che per diversi anni ha interessato l’area del comasco e del Ticino. Il Lago di Como e quello di Lugano tra gli anni Cinquanta e Settanta sono stati terreno di una vera e propria guerra strategica tra finanzieri e contrabbandieri, i due protagonisti di questo gioco.

Su un tavolo da gioco che riproduce fedelmente il territorio di interesse i giocatori scelgono da che parte stare. Il gioco è studiato per due concorrenti o due squadre: contrabbandieri e finanzieri. Scopo dei primi è portare 2 pedine dai magazzini svizzeri a quelli italiani, scopo dei secondi è quello di fermare i contrabbandieri e arrestarli prima che riescano nella loro missione. A ogni turno i due giocatori muovo le proprie pedine lungo le strade o i sentieri di confine, scegliendo ognuno la miglior strategia per superare i controlli o per intercettare la frode. A scombinare le strategie ci pensano le caselle “imprevisto” con relative carte.

Il gioco è intuitivo nel suo regolamento, perfetto per un pomeriggio in compagnia. Inoltre offre ottimi spunti per conoscere la storia del proprio territorio e del nostro Paese. Sicuramente interessante, soprattutto se giocato con i figli a cui raccontare aneddoti e svelare segreti su un periodo storico che molti definiscono con nostalgia “romantico”.

Il contrabbando

Se esiste un confine, esiste il contrabbando. È una regola non scritta che vale per ogni territorio, soprattutto se dall’altra parte esiste un altro sistema di tassazione che abbassa notevolmente i costi di molte merci. Per questo tra gli anni Cinquanta e Settanta, oltre a dei veri e propri professionisti del contrabbando, anche molte altre persone, specialmente di famiglia altolocata, si sono mosse tra Italia e Svizzera acquistando e rivendendo nel nostro Paese sigarette, caffè, dadi, medicine e molte altre merci che in territorio elvetico costavano meno.

Un’attività nata dall’esigenza di sopravvivere nell’Italia del dopoguerra che, per quanto segnata dal boom economico, è stata tutto tranne che facile. I contrabbandieri si mettevano così in cammino con dei sacchi, chiamati bricolle, nelle ore della notte. Si raggiungevano i magazzini in Svizzera, si faceva il pieno e poi si tornava, sperando di non essere sorpresi dalla Guardia di Finanza. Una volta entrata in Italia la merce veniva portata in diversi luoghi di smistamento e da qui venduta in tutto il nord del Paese. Riuscire in questa operazione non era per nulla facile. Quando infatti lo Stato ha compreso quanto accadeva lungo il confine ha prima rafforzato la presenza militare, poi ha deciso di installare una rete metallica per lunghi tratti del confine. In cima a questa rete erano fissate delle campanelle che, con il loro suono, avrebbero allertato i posti di guardia. Se da un lato si mettevano in pratica congegni per beccare i contrabbandieri, questi non stavano certo con le mani in mano. Nel corso del tempo hanno elaborato strategie sofisticate con cui effettuare i loro transiti abusivi: auto con vari sottofondi, cani addestrati, guaine per nascondere la merce sul corpo, un piccolo sottomarino operante nel lago di Lugano e molte altre soluzioni.

Con l’arrivo degli anni Settanta, in pochi mesi, tutto finisce. Il rafforzamento del franco svizzero sulla Lira trasforma quella che era un’opportunità di guadagno in un’offerta sconveniente e rischiosa. Di colpo poi, questo pezzo di storia cade nel dimenticatoio. Omertà e paura quasi cancellano la memoria, fino agli anni Novanta quando i ricordi riaffiorano. Nascono libri, narrazioni, canzoni, film. Oggi, questo bel gioco di società.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close