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Dolomiti, frane su Croda Marcora e Croda dei Ros. Preoccupa un pinnacolo instabile

Un weekend di tensione quello che si è vissuto a San Vito di Cadore, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, dove tra sabato e domenica si sono susseguiti crolli di dolomia nel Gruppo del Sorapiss, prima sulla Croda Marcora poi sulla Croda dei Ros. Preoccupa un pinnacolo instabile sulla Croda dei Ros, che resta sotto osservazione degli esperti.

Frana sulla Croda Marcora

Il Consigliere Provinciale delegato alla Difesa del Suolo, Massimo Bortoluzzi, ha utilizzato la propria pagina Facebook per fornire alla collettività informazioni in diretta sull’evolversi della situazione. Ripercorriamo dunque le 48 ore di allerta, attraverso i video condivisi dal Consigliere.

Sabato 9 ottobre, poco dopo le 18:30, la quiete di San Vito viene sconvolta dal primo distacco sulla Croda Marcora, avvenuto all’altezza di circa 2400 metri in corrispondenza della Punta dei Ross, con conseguente frana detritica verso la zona Chiapuzza. La frana si è fortunatamente riversata in una zona non abitata. I vigili del fuoco del distaccamento di Cortina e i volontari di San Vito, hanno eseguito un primo sopralluogo della zona, rilevando assenza di coinvolti o dispersi.

Il video che segue è stato girato da due automobilisti.

Qui il movimento franoso visto più da vicino.

“Sono già in contatto con il comandante dei vigili del fuoco Antonio Del Gallo per mandare anche i nostri tecnici ed eseguire alcuni controlli durante il sorvolo, domattina – aggiunge Bortoluzzi nella tarda serata di sabato – . Nelle ultime settimane abbiamo sottoscritto una convenzione con Tesaf (Dipartimento di Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova) e tra le prime operazioni c’è proprio la creazione di una simulazione sulle colate in quel versante del Sorapiss, dove la Provincia alcuni anni fa ha realizzato alcuni canali di protezione dell’abitato di Chiapuzza. Ora accelereremo l’iter, per valutare eventuali colate che potrebbero innescarsi con la pioggia. Dal monitoraggio di domattina capiremo se è necessario svuotare i canaloni prima della primavera. In ogni caso, possiamo fin da subito dire che quell’opera, realizzata dalla Provincia, ha funzionato perché il materiale non è arrivato a Chiapuzza.”

Nella mattina di domenica 10 ottobre è stato eseguito un sorvolo con l’elicottero Drago 81, con imbarco di personale tecnico per verificare il distacco. Si è inoltre proceduto a eseguire rilievi video particolareggiati con i droni del nucleo regionale dei vigili del fuoco.

Crolli continui sulla Croda dei Ros

A seguito del crollo sulla Croda Marcora, sono iniziati i distacchi anche sulla vicina Croda dei Ros. Domenica mattina il consigliere provinciale  Massimo Bortoluzzi è stato in sopralluogo sotto la frana, assieme al sindaco di San Vito, Emanuele Caruzzo. Durante tutta la mattinata sono continuati piccoli crolli, che hanno innalzato nuvole di polvere. “I crolli continuano, la parete sta scaricando”, si legge sulla pagina del Consigliere alle ore 11.

Attorno alle 14 è stato effettuato anche il sorvolo con l’elicottero della Regione Veneto con a bordo anche i geologi della Provincia, che ha evidenziato la presenza di una fessura allarmante.

Questo cumulo di Dolomia sarà attenzionato speciale, perché potrebbe staccarsi – scrive il Consigliere – . La parete sta continuando a scaricare roccia, ma al momento non risultano pericoli per le case e la viabilità. Il materiale si è depositato tutto in alto e domani valuteremo come procedere per i rilievi. Solo in seguito, si potrà capire come e se intervenire per rimuovere il materiale franato. Siamo già in contatto con Tesaf dell’Università di Padova per uno studio approfondito dell’evento”. I geologi affermano dunque che il blocco possa rompersi e crollare, ma la tempistica non è definibile.

“Diversi microcrolli sono in atto già da una settimana; si intravedeva la polvere negli ultimi giorni – spiega intanto a Newsinquota.it il sindaco di San Vito, Emanuele Caruzzo – . La situazione al momento è tranquilla. Negli anni ’60 i vecchi del paese avevano provato a minare proprio quel pinnacolo caduto ieri, per tirarlo giù ed evitare pericoli; infatti c’erano stati altri crolli importanti in zona. Neanche con l’esplosivo ce l’hanno fatta.”

Il versante non è dunque nuovo a crolli, anzi dimostra da decenni una elevata fragilità. Come dichiarato dal geologo dell’Università di Padova, Antonio Galgaro, al Corriere della Sera: “nei nostri studi abbiamo visto che le pareti come questa, esposte a Sud e quindi più sensibili alle variazioni di temperatura, in tutte le Dolomiti evidenziano un aumento dei crolli in quota. Alzandosi lo zero termico, in situazioni come questa, con rocce già molto fratturate, viene a mancare, per il riscaldamento, quella forma di collante dato dal ghiaccio.

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Un commento

  1. Non so chi abbia girato il secondo video, se l’autista o un passeggero; di certo si vede che l’auto, ad un certo punto, si trova completamente nell’altra corsia…
    Magari fermarsi per guardare/girare il video?

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