Trail running

Di corsa a caccia di rifiuti, successo per il Campionato Mondiale di Plogging

Come uno sciame di formiche operaie li si è potuti osservare per tutta la giornata di sabato 2 ottobre i 55 atleti partecipanti alla prima edizione del Campionato Mondiale di Plogging. Partiti alle 8.30 dal centro di Torre Pellice, capoluogo dell’omonima valle, i partecipanti hanno avuto a disposizione l’intera giornata per correre scovando e recuperando i rifiuti abbandonati sui bordi di strade e sentieri, in mezzo a boschi e prati di montagna. Nessun percorso obbligato, solo due punti di passaggio, e un complesso algoritmo per definire il punteggio del vincitore. Per diventare campioni del mondo di plogging non basta infatti correre raccogliendo quel che si vede, a contare è anche la qualità del rifiuto o, meglio, la quantità di anidride carbonica che non si è emessa nell’atmosfera grazie al recupero.

Il campionato in numeri

795 i chili di rifiuti raccolti dai partecipanti in 1780 chilometri totali percorsi. Una media di quasi mezzo chilo di rifiuti al chilometro che deve far riflettere, spiega l’ideatore Roberto Cavallo. “Deve far riflettere su due cose. Da un lato sul fatto che ci siamo assuefatti alla presenza di rifiuti nell’ambiente fino quasi a non vederli, dall’altra parte sul fatto che basta dare un’occhiata ai sacchi per accorgersi della provenienza dei rifiuti: per il 70 percento si tratta di roba vecchia di anni. Un evento che dimostra come anche smettendo oggi di buttare a terra i nostri rifiuti ci vorrebbero anni e anni per ripulire tutto quanto è stato gettato in passato, esattamente come per la CO2 in atmosfera”. Oltre la linea del traguardo lattine, cartacce e contenitori di plastica ma anche la porta di un frigo, numerosi copertoni di trattori e automobili, grosse lastre in vetroresina, imballaggi, vecchie latte, giocattoli di plastica abbandonati sul bordo delle strade e molto altro. A raccogliere il maggior numero di rifiuti è stato, per la categoria maschile, Massimo Staffolani con 520 rifiuti. In quella femminile ha primeggiato Paola Mosconi con 380 rifiuti. In totale 1100 i chili di anidride carbonica risparmiati grazie al recupero.

I campioni del mondo

“Mi piacerebbe che non si dovesse fare una seconda edizione” commenta ironico Cavallo mentre procede alla conta dei rifiuti e, soprattutto, alla loro differenziazione. Si, perché ogni rifiuto raccolto ora viene preso e differenziato così da trasformarlo in una nuova ricchezza, in nuova materia. “Gli atleti hanno fatto un grande lavoro, sia perché non hanno abbandonato nulla in natura, sia perché hanno accolto l’iniziativa con un entusiasmo incredibile, interpretando la gara e portando a un risultato superiore a ogni aspettativa”. Per un’intera giornata la valle si è trasformata nel terreno di gioco di un’inusuale caccia al tesoro. Ogni strada e ogni sentiero si è presentata diversa, anche agli occhi dei valligiani che hanno iniziato a osservare con curiosità questi runner cercare, frugare, faticare per tirare fuori quel che in natura non dovrebbe esserci. una lunga distesa di sacchi stracolmi si è accumulata lungo la direttrice principale della valle. Ogni sacco con su il nome del concorrente, pronto a recuperare il suo bottino per portarlo al traguardo di Torre Pellice. Primo campione mondiale di plogging è Pietro Olocco, secondo classificato Fabio Gonella, mentre al terzo posto troviamo Francesco Filippi, tra i fondatori del gruppo Alpinisti in Erba. Prima donna Elena Canuto, secondo posto a Donatella Boglione e, terza in classifica, Emilia Chinali.

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