Film

“Lungo il futuro del Po”, un docufilm sostenibile dal Monviso al mare

Si può realizzare un documentario a impatto zero? A quanto pare sì. “Lungo il futuro del Po” è la storia di un viaggio sostenibile alla scoperta del più lungo fiume d’Italia che da Pian del Re, ai piedi del Monviso, si distende come un serpente tortuoso bagnando la pianura padana per 652 chilometri.

Da un’idea di Gian Luca Gasca, viaggiatore e scrittore di montagna, realizzato grazie alla regia di Giacomo Piumatti il film focalizza la sua attenzione sulla crisi climatica, su quei cambiamenti che stanno stravolgendo la vita sia di montanari e abitanti della pianura. “Negli ultimi anni il fiume più lungo d’Italia ha sofferto le poche precipitazioni estive e le scarse riserve invernali. Nell’estate 2017 ha destato grande attenzione mediatica il fatto che la sua sorgente fosse in secca. Per la prima volta, da quando la storia ricorda, sotto la pietra con la scritta ‘Qui nasce il Po’ non c’era alcun rivolo d’acqua. È lì che abbiamo maturato l’idea di seguirne il corso per scoprirne qualcosa in più” spiegano i due autori. Dal film traspare chiaro il legame tra montagna e pianura, come gli accadimenti delle terre alte influenzino irrimediabilmente la valle, ma anche il contrario: come un cambiamento delle foce possa avere conseguenze sui territori montani distanti oltre seicento chilometri.

Un documentario a impatto zero

Attraverso quattro Regioni, grazie a testimonianze eterogenee e a incontri casuali Gian Luca e Giacomo ricostruiscono passato presente e futuro del fiume. In bici dalla sorgente alla foce del Po nei primi giorni dell’autunno. Sulle orme di Mario Soldati, e successivamente di Paolo Rumiz, i due reporter si sono messi in sella con telecamere e penna nello scopo di creare un documentario che fosse ecosostenibile in tutte le sue fasi di realizzazione. Nessun mezzo a supporto, nessun mezzo a motore, solo bici, copertoni e una linea tortuosa da seguire inseguendo storie, accadimenti e gli incontri magici che solo il viaggio sa creare. “Pensiamo sia obbligatorio, quando si vuole narrare una storia legata all’ambiente e alla crisi climatica, cercare di farlo nel modo meno impattante possibile. Sarebbe ipocrita raccontare un problema contribuendo al problema stesso”.

Il tema che accompagna il viaggio è quello del futuro del Po visto come sentinella del cambiamento climatico in atto. Uomini e donne che vivono sul fiume, e del fiume, accompagnano lo spettatore nella sua scoperta attraverso digressioni storiche e analisi del presente. L’unico modo per comprendere come il passato abbia influenzato l’oggi e come il presente sia fondamentale per invertire la rotta del domani.

Il film sarà presentato in occasione della 24esima edizione del Festival CinemAmbiente di Torino (1-6 ottobre 2021) e successivamente con un calendario di proiezioni nei cinema a partire dalla seconda metà dell’autunno.

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Un commento

  1. C’e chi l’ha fatto in canoa o imbarcazione dentro il corso d’acqua.Una esporazione inversa e’ partire dalla foce alla sorgente..il cuneo salino penetra nelle terre del delta..si pensa a sbarramenti artificiali che lo impediscano e tengano un minimo di livello.In questi giorni balzi dell livello in crescita di metri e metri in poche ore.

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