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Il ghiacciaio dell’Adamello arretra e spuntano centinaia di bombe

Imponente operazione di bonifica delle Truppe Alpine

“Ogni anno sull’Adamello, il ghiacciaio più esteso d’Italia, spariscono 14 milioni di metri cubi di acqua pari a 5600 piscine olimpioniche”, si legge nel report della Carovana dei Ghiacciai 2021, che ha scelto quest’anno l’Adamello come suo punto di partenza. Il monitoraggio condotto da Legambiente e Comitato Glaciologico Italiano ha evidenziato un marcato ritiro della fronte glaciale, pari a oltre 2000 metri negli ultimi 160 anni. L’Adamello non sta affatto bene, al pari della maggioranza dei ghiacciai alpini. E man mano che i ghiacci si ritirano, torna a galla il passato del ghiacciaio. Emergono con sempre maggior frequenza e in numero sempre più cospicuo reperti bellici risalenti alla Prima guerra mondiale, quali ordigni inesplosi e proiettili di vario calibro.

Di recente, tra il 6 e il 9 settembre 2021, è stata condotta una imponente operazione di ricerca, stoccaggio e trasporto a valle di oltre 200 ordigni e reperti storici, coordinata dal Commissariato del Governo per la Provincia di Trento, ad opera degli specialisti del secondo reggimento genio guastatori della Brigata Alpina “Julia”. Accanto alle Truppe Alpine, l’operazione ha visto la partecipazione dei militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, di volontari del Soccorso Alpino e della Croce Rossa militare, con il supporto del Nucleo Elicotteri della Provincia di Trento e dalla Commissione storico-culturale della Sat.

Come riporta la pagina Facebook ufficiale del Corpo Volontario Militare CRI,il team interforze ha fatto base al rifugio ‘Caduti dell’Adamello’, posto a 3040 metri di quota, ove materiali e uomini sono giunti in elicottero. Gli spostamenti sul ghiacciaio sono avvenuti in tecnica alpina con ramponi, piccozza e cordata. Oltre 200 gli ordigni raccolti e trasferiti a valle per il successivo brillamento. Tra i rottami delle baracche italiane sono stati ritrovati numerosi reperti di interesse storico, fra cui, intatto, un fregio del glorioso 4° Reggimento Alpini.”

Pericoli per alpinisti ed escursionisti

La necessità di intervenire con prontezza, e in condizioni non certo perfette, nello spostamento dei materiali, deriva dal fatto che molti reperti stiano facendo la loro comparsa in prossimità di itinerari alpinistici ed escursionistici.

Come si legge in un comunicato dell’operazione, la sicurezza della popolazione e la salvaguardia dell’ambiente sono i criteri secondo i quali operano i militari delle Truppe Alpine, che in questi giorni stanno intervenendo nei pressi del Monumento ai Caduti dell’Adamello.”

Quanti reperti bellici ci sono in Adamello?

Il lavoro svolto a inizio mese dalle Truppe Alpine non rappresenta la prima né l’ultima opera di bonifica svolta sul ghiacciaio. Negli ultimi anni, come anticipato, stanno però riemergendo dalle profondità dei ghiacci, che le hanno custodite per oltre un secolo, bombe e altro materiale bellico in sempre maggiori quantità. Possiamo stimare quanti reperti siano presenti in Adamello?

Un quesito complicato, cui prova a fornire risposta, in una intervista rilasciata al quotidiano L’Adige, Marco Gramola, membro della Commissione storico-culturale della Sat.

Alla domanda Come possiamo avere un’idea della quantità di materiale che fu faticosamente fatto arrivare sul fronte della “Guerra Bianca?”, Gramola risponde: “Solo per la conquista del Cavento  vennero portati in quota oltre venti cannoni di vario calibro, con le relative munizioni, che spararono sulla cima prima dell’assalto italiano del 15 giugno 1917. La riconquista austriaca del 15 giugno 1918 durò un mese, poi il 19 luglio gli italiani ripresero la cima. Al Passo della Lobbia sorgeva il centro logistico italiano, con caserme in muratura e decine di magazzini, che erano collegati al Passo Brizio attraverso un percorso anche in galleria (la “galleria azzurra”) dove transitavano i muli e i cani da slitta: di lì passavano i rifornimenti italiani. Sul fronte arrivarono così tonnellate e tonnellate di materiali.

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