Turismo

Giù nell’abisso! 7 canyon da scoprire tra Alpi e Appennini

Le montagne sono in grado di regalarci due particolari sensazioni contrapposte: quella di avvicinarci al cielo e quella di scendere negli abissi. Accanto ad attività che ci portano in quota, quali l’escursionismo, l’alpinismo e l’arrampicata, esistono infatti discipline che vanno controcorrente, come il canyoning.

Il canyoning o torrentismo consiste nell’esplorare forre (non ce ne vogliano i puristi, ma spesso vengono anche chiamate gole o orridi), ovvero insenature molto profonde, caratterizzate da alte pareti, all’interno delle quali scorrono torrenti. Una disciplina complessa, che mescola escursionismo (non si procede con imbarcazioni ma a piedi), arrampicata (se si incontrano cascate tocca calarsi) e nuoto. Aggiungiamo che ci si possa anche divertire scivolando lungo scivoli naturali detti toboga. Generalmente si pratica in gruppo (e con l’accompagnamento di una guida esperta) ed è essenziale un elemento: non bisogna aver paura dell’acqua. Se rientrate in tale categoria, e vi piacerebbe per una volta abbandonare le alte cime per calarvi nell’abisso, vi consigliamo 7 canyon da scoprire tra Alpi e Appennini. Il periodo consigliato per visitarli è quello primaverile-estivo (da aprile a novembre), quando le precipitazioni dovrebbero essere in linea teorica meno abbondanti. Anche per il canyoning vale la solita regola, che ormai conosciamo bene: consultare i bollettini meteo.

Canyon del Rio Nero – Trentino Alto Adige

In Trentino, non lontano dal Lago di Garda, si sviluppa il canyon del Rio Nero. La forra, che si trova al Passo d’Ampola, in Val di Ledro, vi piacerà soprattutto se siete amanti dei tuffi. L’acqua cristallina ha qui scavato, e continua a scavare, limpidi laghetti e gole suggestive. Si procede tra scivoli naturali e salti che portano a laghetti e vere e proprie piscine naturali. Come per ogni itinerario di canyoning, i tuffi non sono un obbligo, ci si può sempre calare dai salti con la corda. Idem per i toboga. Adatto anche ai principianti.

Val Maor – Veneto

Una perla del bellunese (e delle Dolomiti più in generale) è il canyon della Val Maor, situato vicino a Borgo Valbelluna e allo splendido Castello di Zumelle. Non lontano dalla Grotta Azzurra si scopre questo ambiente impressionante, oscuro, di una bellezza singolare. Non sono tanti i tuffi e gli i toboga, ma gli ostacoli da superare non mancano:lunghi corridoi acquatici, cascate, strettoie rocciose e pozze color smeraldo. Adatto anche ai principianti.

Canyon del Rio Selvano – Toscana

Il canyon del Rio Selvano, a Fabbriche di Vallico (LU) è ritenuto il più bello della Toscana. Calate, tuffi, toboga, il divertimento per gli amanti dell’acqua e dell’adrenalina è assicurato. Un viaggio in discesa tra stratificazioni di roccia che l’acqua continua a scavare da millenni. Un ambiente selvaggio in cui potersi divertire come bambini, anche se si è dei neofiti del canyoning. Adatto anche ai principianti

Fosso di Riancoli – Lazio

Nel cuore del Parco Regionale del Monte Navegna e Cervia, nel territorio di Collalto Sabino (RI), in Lazio, si trova il Fosso di Riancoli. E qui tocca davvero saper nuotare per godersela appieno! Il percorso inizia infatti in un tratto di torrente tranquillo, in cui le acque scorrono placide tra boschi verdi. Man mano che si procede le sponde basse cedono il posto al canyon vero e proprio, con le sue pareti ripide e scoscese. Divertimento assicurato tra toboga su cui scivolare e trampolini naturali da cui tuffarsi. Si attraversano lungo il percorso grandi vasche e marmitte, mentre le pareti diventano sempre più verticali. Non manca una bella cascata alta 12 metri da cui calarsi con corda. Adatto anche ai principianti.

Forra del Casco – Umbria

La forra del Casco, nota ai locali anche come “Le Pisciarelle”, con riferimento alla grande cascata che la caratterizza, si trova nel cuore della Valnerina. L’itinerario è un crescendo di adrenalina. Si parte da un accesso stretto per poi divertirsi tra scivoli e salti fino ad arrivare a una cascata alta 30 metri. Che non è la sola. La prima, alta “soltanto” 8 metri, si incontra a 200 metri dalla partenza. La forra si trova nei pressi di Ceselli, piccola frazione del Comune di Scheggino (PG). Adatta anche ai principianti.

Canyon del Quirino – Molise

Nei pressi del Comune molisano di Guardiaregia (CB) si sviluppano le Gole del Quirino, una frattura che è frutto dello scavo e del modellamento provocato nel corso di millenni dallo scorrere del fiume Quirino. Si presentano di fatto come una stretta e profonda incisione tra il centro abitato e le montagne circostanti, estesa per circa 3,5 km. Laddove, nei pressi di Guardiaregia, il canyon riceve le acque del torrente Vallone Grande, si viene a generare una forra decisamente complessa e poco idonea ai meno esperti (Forra di San Nicola). L’impetuoso Vallone Grande scarica poco a monte tutta la sua portata, generando la cascata di San Nicola che, con tre balzi, raggiunge un’ altezza totale di circa 100 metri, ed è riconosciuta come una delle più interessanti discese naturali d’acqua di tutta la catena appenninica (priva di acqua solo nei mesi estivi di luglio e agosto).

Gole del Raganello – Calabria

La riserva naturale Gole del Raganello è un’area naturale protetta situata nei comuni di San Lorenzo Bellizzi, Civita e Cerchiara di Calabria, in provincia di Cosenza. L’itinerario amato dai torrentisti ha inizio a quota 750 m, nei pressi della sorgente Lamia e termina dopo 13 km nelle vicinanze del cosiddetto Ponte del Diavolo. L’ambiente è decisamente suggestivo. L’acqua ha eroso la roccia creando strapiombi e posizionando qui e là macigni di pietra, incastratisi nel tempo, che diventano ostacoli da superare. E poi vi sono laghetti, cunicoli, cascatelle. Interessante è sapere che le Gole sono state a lungo frequentate da banditi, ladri, briganti, malfattori, in quanto rappresentavano un nascondiglio perfetto. Lo confermano numerosi toponimi ancora in uso, come la grotta dei Briganti.

Le Gole sono tecnicamente divise in tre tratti: Gole alte, note come Gole di Barile, Gole basse o Pietraponte – Santa Venere – Civita, e i bacini del Raganello. Gli itinerari percorribili sono numerosi e di difficoltà variabile, alcuni adatti anche ai neofiti, altri consigliati soltanto ad esperti.

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