CronacaNews

Tre alpinisti perdono la vita sulle Alpi

Salvo per miracolo uomo folgorato sulle Apuane

Tre alpinisti italiani hanno perso la vita nei giorni scorsi lungo l’arco alpino. Gli incidenti si sono verificati sul Dente del Gigante (Monte Bianco), sul Pizzo Coca (Orobie) e sul Monte Ivigna (Alpi Retiche Orientali).

Alpinista precipita sul Dente del Gigante

Il Dente del Gigante, nel massiccio del Bianco, è una vetta che nelle ultime settimane ha visto verificarsi numerosi incidenti in parete, anche mortali. L’ultimo risale a venerdì 20 agosto: un alpinista italiano originario di Feltre (BL) è precipitato mentre era assieme ad altri due compagni di cordata italiani. Secondo la ricostruzione del soccorso alpino francese, l’uomo sarebbe precipitato per oltre 200 metri sulla Cresta Rochefort, finendo in un canalone.

La gendarmeria di Chamonix ha evidenziato che i tre fossero in fase di discesa, in un tratto decisamente, quando hanno deciso di proseguire slegati. Alla base della caduta il probabile cedimento di una roccia. L’alpinista sarebbe così precipitato nel vuoto. Ad accorgersi del volo non sono stati i compagni ma una guida alpina francese che ha assistito alla scena e ha prontamente allertato i soccorsi. L’elicottero del PGHM si è subito levato in volo e in pochi minuti ha individuato il corpo dell’alpinista. Per il recupero è stata necessaria un’ora di intervento a causa del distacco di altre rocce.

Giovane alpinista muore su Pizzo Coca

Un giovane alpinista di 25 anni di Parma è precipitato sul Pizzo Coca, in Val Bondione, nella giornata di giovedì 19 agosto, ma il suo corpo è stato recuperato soltanto venerdì sera causa maltempo. Il Soccorso alpino, VI Delegazione Orobica, è stato allertato nella serata di giovedì intorno alle 19:00 per il mancato rientro. Sono subito partite le squadre e dalla base di Caiolo (SO) è decollato l’elisoccorso di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) che ha tentato un primo avvicinamento, impedito però dalla nebbia fitta.

Circa mezz’ora dopo è arrivato l’elicottero di Brescia, che ha effettuato un sorvolo ma con esito negativo. Allora il mezzo ha portato in quota le squadre territoriali della Stazione di Valbondione, una sulla cima del Pizzo Coca e l’altra in una piazzola più in basso. Intorno alle 23:00 è stato sentito il suono del telefonino del ragazzo e quindi i tecnici si sono calati lungo un canale molto impervio per diverse decine di metri e hanno avvistato il corpo del giovane, che si trovava a un’ottantina di metri al di sotto. Le condizioni però rendevano impossibile avvicinarsi fino al punto in cui si trovava. Il corpo del giovane è stato recuperato attorno alle 18 di venerdì dall’elisoccorso di Bergamo di Areu, grazie al miglioramento delle condizioni meteorologiche ed è stato portato in piazzola a Valbondione.

Alpinista muore sul Monte Ivigna

Nella mattina di domenica è stato ritrovato il corpo senza vita di un alpinista 72enne di Merano la cui scomparsa era stata denunciata sabato 21 agosto. Il corpo giaceva nei pressi della cresta sud-ovest del monte Ivigna, nelle Alpi retiche Orientali. L’uomo aveva descritto il proprio percorso di ascesa al figlio, sulla base del quale sono stati avviate le ricerche in mattinata. L’operazione è stata svolta con il supporto di Vigili del fuoco di Avelengo e Soccorso alpino della finanza. Sono stati utilizzati anche droni e cani da ricerca.

Sono stati così battuti i sentieri della zona, senza esito. Al diradarsi della nebbia è stato possibile far alzare in volo l’elicottero del medico di emergenza, che ha localizzato l’alpinista. Purtroppo per lui non c’era più nulla da fare.

Fulmine fuori dal rifugio, salvo per miracolo

Il maltempo, come appena descritto, ha complicato nella maggior parte dei casi gli interventi di soccorso in parete. Non solo. Sulle Apuane un uomo ha rischiato la vita dopo essere rimasto folgorato.

Era intento a telefonare all’aperto, innanzi al rifugio montano Del Freo, alla foce di Mosceta nel Comune di Stazzema (Lucca), quando è stato colpito da una scarica elettromagnetica. L’uomo ha per fortuna riportato soltanto lievi conseguenze.

CNSAS: “Attenzione al maltempo”

Continuano gli appelli alla prudenza proprio in relazione al meteo mutevole in quota. Con particolare riferimento al rischio di fulmini.

“Il Soccorso Alpino richiama tutti i frequentatori delle montagne ad un’attenta verifica delle condizioni meteorologiche già nella fase di pianificazione di un’attività all’aperto dando la precedenza ai siti delle ARPA regionali, più precisi e analitici rispetto ai servizi meteo commerciali. In caso di temporale in montagna, ecco 7 consigli da parte nostra:

  1. Evita la permanenza su percorsi particolarmente esposti, come creste o vette, evita di stare vicino a guglie e pinnacoli anche di altezza modesta: scendi di quota facendo attenzione al terreno scivoloso;
  2. resta lontano da alberi isolati e non cercare riparo dalla pioggia sotto di questi ultimi, specie se d’alto fusto o comunque più elevati della vegetazione circostante. Il bosco fitto offre parziale riparo, ma evita sempre di sostare sotto le piante più alte;
  3. accovacciati a piedi uniti evitando per quanto possibile il contatto con il suolo: siediti su uno zaino, una corda, del legno o rami secchi;
  4. tieniti alla larga dalle ferrate e dai percorsi di montagna attrezzati con funi e scale metalliche e da altre situazioni analoghe come in genere il materiale alpinistico;
  5. trova rifugio in un anfratto di roccia solo se asciutto, al riparo da possibili scariche di sassi, possibili in presenza di fenomeni violenti;
  6. evita di avvicinarti o appoggiarti a pareti con percolazione d’acqua;
  7. rifugiati se possibile in auto, lontano da ruscelli e torrenti che in pochi minuti possono assumere regime di piena, con portiere e finestrini chiusi: è un luogo molto sicuro in caso di fulmini.”
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2 Commenti

  1. dietro ogni consiglio del CNSAS, ci sono fatti tragici di cui ha tenuto conto nei rapporti post intervento, non solo a fini statistici ma per fornire indicazioni sulla prevenzione( le solite o aggiornate a casistiche insolite)…meglio fidarsi, per esempio col telefonino in imminenza di temporali, meglio stare dentro il rifugio.

  2. IPOTESI:IN ITALIA PERMANE LA CONCENTRAZIONE DELLE VACANZE IN PERIODO LUGLIO -AGOSTO.LE FERIE , FISSATE SECONDO CONTRATTI DI LAVORO COME IMPORTO GIORNATE,VANNO CONCESSE A DOMANDA DAL DATORE DI LAVORO COMPATIBILMENTE CON ESIGENZE DEL RICHIDENTE MA SOPRATTUTTO DEGLI IMPEGNI DEL SETTORE.PER CUI VA QUASI IN AUTOMATICO CHE VENGANO CONCESSE CONCENTRANDOSI NEL PERIODO FERRAGOSTANO.. CHI PRATICA ESCURSIONISMO ED ALPINISMO NON INVERNALI,DEVE CONCENTRARE LA PASSIONE IN TALE PERIODO , INDIPENDENTEMENTE DA CONDIZIONI METEREOLOGICHE IMPREVEDIBILI A LUNGO TERMINE.NON RESTEREBEB CHE RINUNCIARE IN CASO DI METEO A BREVE SFAVOREVOLE…MA CIO’ COSTEREBBE PER MOLTI UN POSTICIPO DI MESI E MESI DI QUANTO DESIDERATO COMPIERE.NE CONSEGUE CONCENTRAZIONE DI INCIDENTI E PURE DIFFICOLTA’ DERIVANTI DA LMALTEMPO…SIA NELLO SVOLGERSI DELL’IMPRESA ALPINISTICA CHE NEL SOCCORSO E RECUPERO.Succede lo stesso al mare sulle spiagge, in piscine, su strade scelte come itinerari ciclistici…e pure in raid motociclistici.

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