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Ben Nevis, per arrivare in vetta meglio non fidarsi di Google Maps

Nel mese di luglio l’organizzazione nazionale scozzese Mountaineering Scotland e l’ente benefico John Muir Trust (JMT) hanno invitato i propri membri a non utilizzare Google Maps per salire sulla cima del Ben Nevis (1345 m), la montagna più alta delle Isole Britanniche. La ragione? Cercando la vetta sulla celebre App si veniva indirizzati lungo un percorso “estremamente pericoloso anche per gli escursionisti più esperti”. Insomma un itinerario che, per i meno avvezzi ai trekking, si sarebbe potuto rivelare fatale.

“Il problema è che Google Maps dirige alcuni visitatori verso il parcheggio delle Upper Falls, probabilmente perché il parcheggio risulta molto vicino alla vetta – dichiarava al magazine scozzese The National Nathan Berrie del JMT – . Ma non è la via corretta e spesso ci imbattiamo in gruppi di camminatori inesperti che si dirigono alle Steall Falls o sui pendii meridionali del Ben Nevis, pienamente convinti che si tratti del sentiero per la vetta.”

Un percorso dicevamo complesso anche per trekkers con una certa esperienza. Sostanzialmente una via tracciata in linea d’aria tra parcheggio e vetta, totalmente fuori sentiero, lungo un pendio estremamente scosceso e roccioso. Anche con ottima visibilità insomma una zona in cui con difficoltà si riesce a identificare una linea di salita sicura. Condizione ancor più rischiosa in caso di maltempo, estremamente frequente in Scozia.

Chiariamo un particolare: l’itinerario errato veniva indicato da Google Maps soltanto utilizzando l’auto come mezzo di spostamento, dunque non in modalità “a piedi”.

Google Maps si attiva per risolvere il problema

“Abbiamo messo a punto Google Maps tenendo a mente i principi di sicurezza e affidabilità. Dunque stiamo procedendo a investigare rapidamente la problematica della via di salita al Ben Nevis”, la dichiarazione ufficiale di Google Maps a seguito della segnalazione. Ed effettivamente in breve tempo il problema è stato risolto.

Sulla App è stato prontamente modificato l’itinerario, indirizzando i visitatori in auto al parcheggio del centro visite di Glen Nevis, dove è così possibile richiedere maggiori informazioni e indicazioni precise per incamminarsi verso la vetta.

Una modifica che va in aiuto del JMT che, per l’incolumità dei visitatori, aveva immediatamente provveduto a installare dei cartelli proprio per evitare la salita verso le Steal Falls e indirizzare gli hikers al centro visite. Segnali che purtroppo, come dichiarato dalla associazione, i visitatori spesso trascurano.

Nonostante l’impegno immediato di Google Maps, la Mountaineering Scotland e la JMT hanno deciso di puntare sulle vecchie maniere, consigliando agli escursionisti di non affidarsi solo alle App, ma portare con sé e consultare cartine o, meglio ancora, affidarsi a guide locali.

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