Rifugi

Questo non è un albergo, bon ton da rifugio

Un rifugio non è un albergo. Potrebbe essere questa la prima regola da imparare quando si immagina una gita in montagna con pernottamento in rifugio. Ci troviamo in un ambiente dove la vita non è facile, dove spesso la strada asfaltata più vicina dista un paio di ore di cammino. Acqua ed energia elettrica qui sono beni ancora più preziosi che in pianura e vanno centellinati con cura. Sebbene i gestori dei rifugi cerchino di offrire il miglior servizio possibile ai loro frequentatori è importante sapersi adattare alla situazione e rispettare alcune semplici regole di comportamento non scritte.

Prenota

La porta del rifugio è sempre aperta, ma è buona norma prenotare in anticipo il pernotto quando si organizza un trekking.

Rispetta

Un rifugio non è un albergo, l’abbiamo già detto. Per questo è doveroso approcciarsi con rispetto sia nei confronti dei gestori che delle altre persone presenti. Difficilmente, soprattutto nei periodi di alta stagione, si riusciranno ad avere spazi privati. Per questo è importante mantenere un profilo di rispetto per se stessi, per i compagni di pernotto e per i gestori.

Vivi l’esperienza

In molti rifugi, soprattutto quelli più distanti dalle vie di comunicazione, lo spirito di adattamento è fondamentale per poter vivere al meglio l’esperienza. Non pretendere di avere a disposizione tutti i servizi che potrebbe offrirti un albergo. Esci dalla tua zona di comfort scoprendo a quante cose superflue dai importanza nella vita di tutti i giorni.

Riporta a valle i tuoi rifiuti

I rifugi sono dotati di cassonetti della spazzatura, la maggior parte effettua anche la raccolta differenziata. Non approfittare però di questi per disfarti dei tuoi rifiuti una volta raggiunta la struttura. Per i rifugisti stoccare e poi smaltire i rifiuti richiede tempo e denaro. Per questo non lasciare in quota la carta del panino o delle barrette consumati sul sentiero. Ora che sono vuoti pesano e occupano meno spazio.

Regole in tempo di Covid

La pandemia da Coronavirus ci ha costretti a riscrivere le regole del vivere comune. Regole a cui, purtroppo, nemmeno i rifugi possono sottrarsi per consentire il contenimento della malattia. Il Club Alpino Italiano ha elaborato, attraverso la Commissione Centrale Rifugi, il Piano Rifugio Sicuro composto da dieci regole di comportamento per una corretta e sicura frequentazione delle strutture montane.

  • Munisciti di Green Pass (ottenibile con vaccinazione, tampone entro le 48 ore o certificato di guarigione), è obbligatorio per mangiare all’interno. Verificare al momento della prenotazione se è richiesto anche per il pernottamento in caso si desideri trascorrere la notte in rifugio. Vi consigliamo di averlo cartaceo o salvato come foto sul telefono in caso non prendesse la connessione al rifugio.
  • Parti solo se in buona salute e ben equipaggiato, con abbigliamento e attrezzatura adeguati.
  • Ricorda sempre mascherina, guanti e gel igienizzante a base alcolica. Ricorda di usarli quando entri nel rifugio e in generale quando non puoi rispettare la distanza di sicurezza.
  • Ricorda di prenotare pasti e pernottamento, quest’anno è obbligatorio.
  • Arrivato al rifugio, attendi all’esterno le indicazioni del gestore.
  • Meteo permettendo, consuma bevande e pasti veloci all’esterno del rifugio.
  • Lascia il tuo zaino e la tua attrezzatura tecnica dove appositamente predisposto dal gestore.
  • Porta con te il tuo sacco lenzuolo o il tuo sacco a pelo per pernottare al rifugio.
  • Lavati spesso le mani e utilizza i tuoi asciugamani personali.
  • Ricorda che il gestore può sottoporti al controllo della temperatura e che, se superiore a 37,5°c, può vietarti l’ingresso al rifugio.
  • Riporta i tuoi dispositivi individuali di protezione usati e i tuoi rifiuti a valle.
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6 Commenti

  1. Consiglierei anche ottimo talco al timo per piedi..flaconcino personale .Poi nelle trasferte, se si trova una lavanderia a gettone e asciugatura rapida..approfittare specie se si percorrono Alte vie.Esiste anche mutanda monouso da tenere in contenitore ermetico e smaltimento a valle.

  2. Mi diverte sempre sentire che bisogna prenotare il posto nei RIFUGI.
    Mi sembra sempre strano il concetto del “rifugiarsi” per un qualche motivo avverso, con prenotazione 🙂

    Chissà quando si faranno i bivacchi imprevisti in parete per una tempesta, prenotando tutto in anticipo 🙂

    Si vive consumando senza voler avere problemi con se stessi?
    O è tutto un problema di gestione delle masse gaudenti ?

  3. E’ tutto vero e condivisibile quello che avete scritto ed alle volte capita di vedere scene di maleducazione e cafoneria inaccettabili, ma è anche vero che i rifugisti non sono volontari che compiono opere di bene; sono gestori che si fanno, giustamente, pagare per ospitarti (ed in alcuni casi anche profumatamente) e pertanto sono tenuti ad erogare servizi minimi (in primis la gentilezza che a volte manca) con competenza ed onestà. Non è che uno si debba sempre far andare bene tutte le loro condizioni (alle volte palesemente ingiuste) perchè decidono a loro a piacimento Questo per dire che la verità sta sempre nel mezzo.

  4. Le norme anticovid sono quasi tutte discordanti con il concetto di rifugio. Se si vuole continuare con questa farsa cambiate loro il nome, chiamateli “alloggi montani con servizio ristorazione”. Amen

  5. In genere accanto ad ogni rifugio c’e’il ricovero invernale, per cui in caso di eventi atmosferici avversi, i gestori che hanno il tutto esaurito potrebbero almeno indirizzare escursionisti che non avevano prenotato nel bivacco, reso aperto da un giro di chiave , per offrire almeno un tetto ed una porta chiusa ai venti. Se poi avanza una brandina spartana..ancora meglio. Bon ton sarebbe anche disdire rapidamente un posto prenotato se causa contrattempo non si e’ saliti al rifugio, lasciando posto ad altri arrivati nel frattempo. Se poi sotto una bufera persistente mancano posti letto, almeno tenere i poveri pellegrini seduti in sala da pranzo e, se c’e’,accendere una stufa..

  6. LE NORME ANTICOVID SONO STRINGENTI E SEVERE, MA VANNO NELLA DIREZIONE DI SALVAGUARDARE LA NOSTRA SALUTE. ALLOGGIARE, SE PUR PER BREVE TEMPO, IN UN RIFUGIO, RICHIEDE, IN OGNI CASO, NOTEVOLE SPIRITO DI SACRIFICIO E D’ADATTAMENTO. NEL CASO D’AFFOLLAMENTO, PIÙ CHE MAI RARO, MA NON DA ADESSO, ANCORA DI PIÙ. SINCERAMENTE SE SI VUOLE FERMAMENTE MANTENERE LA DISTANZA INTERPERSONALE, FATE COME ME, ANDATE AL MARE OD AI LAGHI, IN QUALCHE SPIAGGIA SEMIDESERTA E SE DISPONETE DI UN GOMMONE, ANCORA MEGLIO. IN BOCCA ALLA BALENA, PARDON ALL’ORCA!

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