Nel gennaio 1915 la nave Endurance, che avrebbe dovuto portare Sir Ernest Shackleton e il suo equipaggio di 27 uomini a realizzare la prima traversata a piedi del continente antartico, arrivata nel mare di Weddell rimase incastrata nel pack, andando poi alla deriva per oltre 10 mesi. Il 21 novembre 1915 la Endurance affondò. Tutto l’equipaggio, insieme al comandante, si salvò in maniera eroica. Insieme a 5 dei suoi uomini, muovendosi con una scialuppa di salvataggio, Sir Shackleton arrivò in Georgia del Sud. Attraversò l’isola nella sua interezza raggiungendo la stazione baleniera di Stromness, da dove furono organizzati i soccorsi per i restanti membri della crew rimasti nelle Shetland Meridionali. Una storia diventata leggenda.

Anche la Endurance è diventata una leggenda, un mistero. Sono state organizzate nel tempo molteplici spedizioni volte a ritrovare il relitto, partendo dalle coordinate annotate in fase di affondamento dal capitano Fran Worsley. La più recente, realizzata agli inizi del 2019, ha visto salpare per l’Antartide la rompighiaccio SA Agulhas II, con a bordo un team internazionale di scienziati e tecnici ricercatori, intenzionati a scandagliare il fondale con un robot sottomarino. Purtroppo lo strumento ha perso il collegamento con la nave.
Nei giorni scorsi, la Falklands Maritime Heritage Trust (FMHT) ha annunciato che nel 2022 la SA Agulhas II tornerà nel mare di Weddell per tentare nuovamente la ricerca della Endurance. La spedizione sarà chiamata con grande fantasia Endurance22. Partenza prevista a inizio febbraio da Cape Town, esattamente un mese dopo il 100° anniversario della morte di Shackleton, avvenuta il 5 gennaio 1922 nella Georgia del Sud.
Localizzare e filmare
Obiettivi della Endurance22, come si legge nel comunicato ufficiale diffuso dalla FMHT, saranno di localizzare con precisione il relitto e filmarlo. A capo del team vi sarà l’esploratore polare britannico, Dr John Shears, già al comando della spedizione fallita del 2019, insieme all’archeologo marittimo nativo delle Falklands, Mensun Bound. I membri dell’equipaggio saranno 50.
Quanto è difficile trovare la Endurance?
Comprendere dove cercare il relitto non è un problema, almeno così dichiara la FMHT. Come anticipato, il capitano della Endurance, Frank Worsley, aveva definito con precisione la posizione utilizzando un sestante e un teodolite. Il limite è piuttosto rappresentato dal ghiaccio.
Si cercherà nuovamente di utilizzare tecnologie avanzate a immersione. Nello specifico verranno impiegati mezzi AUV (Autonomous Underwater Vehicles) detti Sabertooths equipaggiati con videocamere ad alta definizione e sonar a scansione laterale, in grado di mappare il fondale marino fino a 4.000 metri di profondità e inviare dati in real time in superficie. Il relitto si stima che possa essere a circa 3.000 metri di profondità.
E se non si riesce ad arrivare sul posto?
Piano B è realizzare uno o due campi di ghiaccio, ovvero scavare dei buchi nella superficie ghiacciata del mare, e inviare da lì in esplorazione i Sabertooths.