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Il Rifugio Boè riapre le porte dopo tre anni in una veste rinnovata

Tre anni di lavori per una “casa alta” sostenibile e tecnologica

Dopo tre estati di lavori il Rifugio Boè CAI-SATnel cuore del Gruppo Sella, a 2873 m sul Col Turond (o Col Toronn), nel comune di Canazei (TN), ha riaperto nei giorni scorsi le sue porte agli escursionisti. La SAT (Società Alpinisti Tridentini), proprietaria dal primo dopoguerra della struttura, tra le più antiche del Trentino, sta gestendo un cantiere complesso ad alta quota, per trasformare il rifugio in una “casa alta” sostenibile e tecnologica, pronta ad aprire anche in inverno. Per rendere l’idea della difficoltà delle operazioni condotte quasi a 3000 m, è stato realizzato un video, diffuso nei giorni scorsi sui social.

 

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“Per la SAT è stato un progetto molto impegnativo, il più impegnativo nella storia del Sodalizio. Il progetto ha voluto valorizzare la parte storica del rifugio, il nucleo storico è ora affiancato da un volume tecnologicamente più evoluto”, dichiara Livio Noldin, Direttore dei lavori (Ufficio Rifugi della SAT).

“È stato un cantiere estremo. Le estati sono corte, ogni anno abbiamo avuto a disposizione solo tre mesi e mezzo per i lavori. È stata una corsa contro il tempo, una bella sfida, come anni fa al rifugio Antermoia, soprattutto perché lavorare da Fassani nella nostra valle è un’esperienza unica”, il commento del costruttore Luca Mazzel.

Soddisfazione giunge anche dalle gestrici del Rifugio Boè, Valentina ed Elisa Vaia: “Dopo tre anni siamo pronti a riaprire i battenti. Ora questo Boè è nuovo, ha una struttura accogliente e spaziosa e sarà una bella esperienza per i turisti che raggiungeranno il rifugio.”

La storia del rifugio

Sul sito della SAT è riportata la storia del rifugio, oggi rinnovato.

“Sullo spartiacque tra la Val de Mesdi e la Val Lasties, al centro orografico del Gruppo di Sella in un ampio e arido pianoro dall’aspetto lunare, sorge il rifugio Boè. Anche questo, come tutti i primi rifugi sorti nelle Dolomiti, fu costruito dalla Sektion Bamberg del DuOeAV nel 1894. Devastato nel corso della prima guerra mondiale nel 1921 passo’ alla SAT che, nel 1924, lo rese nuovamente agibile mutando il nome da Bambergerhutte in rifugio Boè. Negli anni successivi il rifugio fu ampliato in piu’ occasioni con l’aggiunta di vari corpi ora in muratura, ora in legno. Dal 1992 il rifugio e’ stato dotato di un impianto sperimentale per il trattamento e la depurazione delle acque reflue.

La costruzione della funivia del Pordoi ha tolto un po’ di fascino alla salita a questo rifugio che prossimo alla cima del Piz Boè, rappresenta di per se stesso una meta per gli escursionisti. Ma chi ama i lunghi percorsi può ancora scegliere di salire a piedi fino alla Forcella Pordoi, oppure salire da Plan de Sciavaneis per la selvaggia Val Lasties o ancora da Colfosco (Kollfuschg Calfosch) per la bellissima Val de Mesdi in un ambiente superbo, tra le imponenti pareti del Piz da Lech, e del Sas de Mesdì. Questi percorsi costituiscono anche altrettante attraversate; rimane da aggiungere quella al Passo di Campolongo, da ovest a est, verso il rifugio Vallon, il Crep de Mont. Al Boè si puo’ arrivare percorrendo anche i sentieri attrezzati: Mesules che parte dal Passo Sella (Sellajoch) e Brigata Tridentina da Passo Gardena (Grödnerjoch). Le principali ascensioni dei dintorni, oltre al Boè, sono il Sass dals Nu (Sasso delle Nove), il Bec de Mesdì, il Daint de Mesdì, la Torre Berger, la Torre del Siella, la Cima del Pissadu’, le Cime del Vallon.”

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