News

Il lupo non è il cattivo delle favole

Si è tenuto domenica 2 maggio 2021 in occasione del Trento Film Festival 2021 il convegno “La medicina di montagna incontra la fauna selvatica, dal più grande al piccolissimo: trovare l’equilibrio per una sana convivenza”. Tra gli interventi quello di Marta Gandolfi, zoologa del settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio e presidente della Sezione Tutela Ambiente Montano della Società Alpinisti Trentini (SAT), per parlare di lupo.

Il lupo non è il cattivo delle favole 

Il lupo è un animale selvatico veloce, resistente ed efficiente. Vive in branchi che occupano un territorio in cui cacciano, si nutrono, curano la prole e difendono gli individui più deboli. Il lupo dimostra un’estrema adattabilità anche in ambienti di vario tipo e riesce a ricolonizzare naturalmente e velocemente spazi abbandonati in precedenza

Non è cattivo come viene descritto nelle favole, si può tranquillamente affermare che non è né buono né cattivo, almeno nell’accezione comune dei due termini.

Anche se non ha timore dell’uomo e ne ha spesso confidenza, può rappresentare un pericolo quando è impaurito. Per questo è importante saper riconoscere situazioni particolari, assumendo un comportamento adeguato, rispettoso dell’animale, evitando di avvicinarlo, non disturbandolo, rimanendo al proprio posto. Facendo rumore, il selvatico scappa prima di essere visto.

La percezione del lupo nella storia

Malgrado un tempo la convivenza tra lupo e uomini è stata buona, sono stati i cambiamenti sociali a portare trasformazioni a partire dal Medioevo: il disboscamento, la caccia, la riduzione delle prede, l’avvento della pastorizia e la riduzione degli spazi hanno portato alla nascita dei primi conflitti tra uomo e lupo.

Il danno arrecato dal lupo alle attività economiche dell’uomo ha creato seri problemi. Inoltre, i culti pagani dell’orso e del lupo sono sati poco tollerati dal Cristianesimo, che ha associato la loro figura al maligno, dando agli animali una connotazione molto negativa e sanguinaria e questo ha contribuito non poco ad alimentare l’ostilità nei confronti di questo animale e a creare una sorta di competizione nei confronti del lupo.

L’uomo si è poi impossessato di molti spazi naturali, sottraendoli agli animali selvatici che li abitavano per loro destino. È infine venuta meno la consapevolezza del valore ecologico del lupo, che va considerato nell’ambito del riequilibrio degli ecosistemi.

La persecuzione nel corso della sua storia del lupo da parte dell’uomo ha quasi portato l’estinzione nella maggior parte del suo areale.

I conflitti odierni e come trovare un equilibrio

Attualmente il danno causato dal lupo alla zootecnia ha inasprito il conflitto con gli allevatori, facendo diminuire l’accettazione della specie. Il problema è ancora più accentuato nelle zone in cui il lupo è stato reintrodotto dopo anni di assenza. Per poter convivere, gli allevatori devono cambiare il tipo di gestione delle greggi e le istituzioni devono essere presenti mettendo in pratica i sistemi di prevenzione in grado di ridurre i conflitti.

Un’adeguata assistenza deve evitare e ridurre i danni causati dal lupo, smorzando i falsi allarmismi: sono necessarie consapevolezza e comunicazione che abbiano un valido fondamento scientifico e che permettano di imparare a conoscere i rischi quando si presentano. È importante, partendo dalle scuole, far comprendere il tipo di comportamento da tenere quando si incontra un grande carnivoro. È un lavoro sulla conservazione e sulla gestione del selvatico per promuovere la convivenza e la coesistenza tra uomo e fauna. Le risorse e la volontà sono le basi su cui cercare di stabilire un giusto equilibrio.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close