Itinerari

Appennino bolognese, nasce il Cammino della Linea Gotica

Tra i colli e le montagne di Bologna sta nascendo un cammino fatto di paesaggi, di natura e di memoria. Unisce il Lago Scaffaiolo, alle pendici del Corno alle Scale, con la Vena del Gesso romagnola e Riolo Terme. Misura 175 chilometri, è suddiviso in dieci tappe, tocca i borghi di Rocca Corneta, Castel d’Aiano, Vergato, Monterenzo, San Clemente e Tossignano.Ci abbiamo lavorato negli ultimi mesi, con un gruppo di soci della Sezione di Bologna del CAI, sfruttando i permessi che consentivano di spostarci e lavorare anche in zona arancione e in zona rossa. E’ stato un modo piacevole per utilizzare le giornate vuote e spesso sprecate del lockdown” spiega Vito Paticchia, socio CAI e guida ambientale escursionistica, animatore del gruppo che ha dato vita al Cammino. Un lavoro che non è ancora finito. 

La linea gotica

Prima di andare avanti, è bene ripassare per un momento la storia. La Linea Gotica, il secondo sistema difensivo tedesco attraverso la Penisola (il primo, la Linea Gustav, traversava Lazio, Abruzzo e Molise), è stata realizzata tra l’estate e l’autunno del 1944 da militari della Wehrmacht e da circa 50.000 lavoratori militarizzati italiani. La Linea, lunga circa 300 chilometri, è stata investita poco dopo dagli Alleati. Nei mesi successivi, fino al 25 aprile e alla resa della Germania nazista, tra i boschi e i torrenti di questa parte dell’Appennino, sono morti più di 200.000 tra militari dei due schieramenti e civili italiani.

L’altra cosa da sapere è che, a causa degli attacchi degli eserciti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna (con loro erano canadesi, sudafricani, greci, polacchi, brasiliani, neozelandesi, nepalesi, reparti del nuovo Esercito italiano e naturalmente i partigiani) negli ultimi mesi del 1944 la Linea si è nettamente spostata verso nord.

Il Cammino della Linea Gotica

Il Cammino proposto da qualche anno da un gruppo di appassionati toscani coincide con la Summer Line, dove si è combattuto alla fine di agosto del 1944, che dal Passo della Futa attraversa l’Appennino tosco-romagnolo e il Montefeltro in direzione di Pesaro. L’itinerario individuato da Vito Paticchia e dal CAI di Bologna è invece la Winter Line, che sfiora Bologna e Imola, e raggiunge l’Adriatico a nord di Ravenna. Qui la guerra si è fermata alla fine del 1944. Da qui, nell’aprile 1945, è partito l’attacco finale contro le truppe di Hitler e della Repubblica di Salò. 

Negli anni scorsi Paticchia, leccese trapiantato a Bologna, funzionario della Regione Emilia-Romagna che da qualche anno è andato in pensione, ha dato altri contributi ai Cammini dell’Appennino tosco-emiliano. Il primo è la Via della Lana e della Seta, che unisce Bologna con Prato. Il secondo, inaugurato nell’autunno del 2020, è il raccordo da Firenze a Prato che trasforma la Via degli Dei e la Via della Lana e della Seta in un anello. Qualche anno fa, l’instancabile Vito aveva già individuato Cammino della Linea Gotica nel territorio di Bologna. 

In realtà, per almeno il 90%, il nostro Cammino è la combinazione di sentieri già segnati dal CAI. Noi stiamo aggiungendo la sigla LG sui cartelli, in futuro arriverà una segnaletica dedicata” spiega il promotore. “Un altro progetto, promosso dal Comune di Lizzano in Belvedere, è stato appoggiato qualche anno fa dal GAL dell’Appennino bolognese ma non è mai diventato concreto. Oggi ci dà una mano l’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese” prosegue Vito Paticchia. Oltre al tracciato principale, stiamo individuando e segnando le bretelle che lo collegano ai centri storici. Sono in programma un sito dedicato e una cartoguida. Il Covid ha rallentato questa parte dei lavori, ma il percorso può essere già seguito. A partire dal 2018, abbiamo già portato dei gruppi scolastici a camminare per 4 giorni”.

Le Sezioni del CAI, sui sentieri, lavorano spesso in modo indipendente. Il lavoro di Paticchia e dei soci di Bologna interessa i territori delle Sezioni dell’Alto Appennino Bolognese, con sede a Porretta Terme, e di Modena. Per consentire il passaggio tra i Monti della Riva e Rocca Corneta è stato costruito ex-novo un sentiero che comprende scalinate e un tratto esposto attrezzato con un cavo metallico. Altri lavori sono stati realizzati a Vergato. 

Il primo a visitare il cantiere e il sentiero è stato Enrico Barbetti, giornalista del Resto del Carlino ed escursionista, che ne è rimasto entusiasta, e ne ha scritto il 7 marzo sul suo giornale. Il Cammino della Linea Gotica, che traversa via via le valli del Reno, del Sambro, dell’Idice, del Sillaro e del Santerno, può essere percorso tutto d’un fiato, e i piccoli centri sul tracciato sono già dotati di posti-tappa adeguati. 

La vicinanza alla città, e la possibilità di raggiungere e lasciare il Cammino in treno o in bus, permettono di organizzare delle escursioni in giornata, o delle traversate di due o più giorni. A Vergato ferma la ferrovia Porrettana che collega il capoluogo emiliano con Prato, a Vado la Direttissima Bologna Firenze, da Riolo Terme si arriva in bus alla stazione di Imola, sulla linea Adriatica.  

Sul percorso, sono molti luoghi iconici dell’Appennino bolognese e della guerra lungo la Linea Gotica. Nei pressi di Gaggio Montano si tocca lo spettacolare monumento alla FEB, la Força Expedicionaria Brasileira. Più avanti accompagnano i camminatori altri monumenti, dei piccoli musei storici e gli spettacolari paesaggi del Contrafforte Pliocenico bolognese, con le rupi di Monte Adone, Badolo e Brento, e della Vena dei Gessi romagnola.   

Quando è stata costruita la Linea Gotica, l’Appennino era un teatro di guerra secondario, e nelle fortificazioni è stato usato poco cemento. Le battaglie che si sono combattute qui hanno visto l’uso di semplici trincee scavate nella terra, e di caposaldi di legno e pietre, ma non sono state meno sanguinose per questo. Da Vergato, una delle tappe più note si dirige a nordest attraverso il Parco di Monte Sole, in territorio di Marzabotto. Qui, tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944, reparti delle SS e della Wehrmacht, appoggiate da fascisti locali, misero a ferro e fuoco i borghi e i casolari della zona. Le vittime civili furono 770, e ben 195 di loro (tra cui 50 bambini) furono uccise nella chiesa di Casaglia.

I paesaggi suggestivi, i sentieri ben segnati, l’ottima e generosa cucina dei posti-tappa non devono far dimenticare il dolore. Il nuovo Cammino della Linea Gotica, come l’altro che corre poco più a sud, è un viaggio che merita di essere fatto, in una pagina oscura della nostra storia.   

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