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Weekend impegnativo per il Soccorso Alpino tra recuperi delicati e incidenti mortali

L’ultimo weekend prima dell’entrata in zona arancione e rossa di tutte le regioni italiane, con l’eccezione della Sardegna, ha portato in molti a salire in quota e per il Soccorso Alpino sabato e domenica si sono rivelati impegnativi. Numerosi gli interventi, da situazioni fortunatamente di facile gestione, quali attacchi di panico su neve ghiacciata, perdita dell’orientamento su sentiero, scialpinisti ed escursionisti infortunati, a interventi delicati e, purtroppo, incidenti mortali.

Bimba precipita per 15 metri in una grotta sul Grappa

Sabato 13 marzo, alle 16.10 circa, il Soccorso alpino della Pedemontana del Grappa è stato allertato per una bambina caduta, dalle prime informazioni, per qualche metro in una trincea del Monte Grappa. In realtà una famiglia di Romano d’Ezzelino (VI), madre, padre e 4 bambini, durante una passeggiata lungo la Strada delle Penise era entrata in una galleria della Grande Guerra, che penetra nella montagna per una cinquantina di metri e termina in un pozzo alto una quindicina aperto nel terreno. Ed è qui che una bimba di 4 anni, non vedendolo nell’oscurità, era caduta.

Scattato l’allarme lanciato dai genitori, l’elicottero del Suem di Treviso emergenza giunto sul posto aveva sbarcato equipe medica e tecnico di elisoccorso. Inoltratisi nella galleria, mentre l’eliambulanza volava a imbarcare tre soccorritori in supporto alle operazioni – saliti poi fino all’ingresso della grotta con l’ambulanza del Suem – il tecnico di elisoccorso ha allestito un ancoraggio, mentre le bambina sotto rispondeva e si mostrava collaborativa.

Uno dei tecnici è quindi stato calato, ha assicurato la bimba dotandola di caschetto e assieme sono stati recuperati. Dopo che il personale medico le ha prestato le prime cure per un probabile trauma al mento e al polso, assieme ai Vigili del fuoco è stato completato il recupero. La bambina è stata quindi imbarcata e trasportata all’ospedale di Treviso.

Escursionista muore sul Monte Zatta

Una escursionista è morta nel pomeriggio di domenica 14 marzo dopo essere scivolata in un burrone sul monte Zatta, vetta dell’Appennino ligure. La donna, 31enne, genovese, era impegnata in una escursione lungo il sentiero a Mezzanego, nel Tigullio, nella zona del passo del Bocco, quando è inciampata cadendo nel vuoto per diversi metri. 

L’uomo che era con lei, un 44enne di Chiavari, si è lanciato per recuperarla ma ha sbattuto contro un albero. Sotto choc ha avvisato i soccorsi. Sul posto sono arrivati i soccorsi, i vigili del fuoco e i carabinieri ma per la donna non c’è stato nulla da fare. L’uomo è stato trasportato in codice giallo all’ospedale San Martino di Genova, lo stesso ospedale dove la vittima lavorava come specializzanda anestesista.

Due alpinisti perdono la vita sull’Appennino reggiano-parmense

Due alpinisti hanno perso la vita nella giornata di sabato 13 marzo dopo essere scivolati in un canalone sulla Nord del Monte Casarola, sull’Appennino reggiano-parmense. Due squadre del soccorso alpino e altre due dei vigili del fuoco hanno raggiunto le vittime via terra. Non è stato possibile arrivare sul posto con l’elicottero a causa del forte vento.

Le vittime sono un 31enne di S. Ilario, Lorenzo Ferrigno, originario di Castellamare di Stabia e un 28enne di origine honduregna, Rodriguez Perdomo David Santiago, di Formigine che si trovavano lungo la piana ai piedi del monte quando, per cause ancora al vaglio dei Carabinieri di Villa Minozzo e Ramiseto, sono finiti nel dirupo posto alla fine della piana finendo nei canaloni del buco del Moro.

“Durante la bonifica abbiamo trovato solo un ramponcino – dichiara a Il Resto del Carlino Luca Pezzi, responsabile del Soccorso Alpino Stazione Monte Cusna ma non è un elemento di certezza, chiunque lo può aver perso. In queste situazioni si usano i ramponi, non i ramponcini e tutti gli escursionisti lo sanno, però non abbiamo trovato nulla da poter stabilire quale fosse il loro equipaggio e attrezzatura. Noi ci siamo preoccupati di recuperare i corpi dei due giovani, bonificando tutta l’area attorno. Non abbiamo bonificata la zona alta perché, considerato il versante molto impervio e ghiacciato, sarebbe stato rischioso e soprattutto inutile, dal momento che i corpi erano a valle. E’ stato un intervento difficile che i volontari del Soccorso Alpino hanno svolto con competenza”.

Escursionista trovato senza vita nella Valle del Drogo

Nella tarda mattinata di domenica 14 marzo 2021, i tecnici della Stazione di Chiavenna, VII Delegazione Cnsas, e i militari del Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza sono stati allertati dalla Centrale per recuperare il corpo di un uomo di 40 anni, ritrovato senza vita ai piedi di un dirupo, nella Valle del Drogo, a 1200 metri di altitudine, nel territorio del comune di San Giacomo Filippo.

È stato attivato anche l’elisoccorso di Como di Areu (Azienda regionale emergenza urgenza), che poi è rientrato a causa del vento forte. Il medico ha constatato il decesso. I soccorritori lo hanno trasportato fino al sentiero dopo una breve calata con la barella portantina, poi fino alla strada. L’intervento si è concluso intorno alle 14:00.

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3 Commenti

  1. Per il centenario Grande Guerra molte manifestazioni e cerimonie , ma ancora rimangono percorsi mai messi in sicurezza..almeno dei cartelli di divieto e qualche sbarramento di vecchio filo spinato..

  2. GENITORI DELLA BIMBA CADUTA NEL POZZO DI GRANDE GUERRA SUL GRAPPA:SANZIONATI PERCHE’ FUORI COMUNE..MANCATO RISPETTO NORME ZONA ARANCIONE.LA CRONACA RIPORTA CHE DI FIGLI IN GITA ESPLORATIVA NE AVEVANO ALTRI 3..NO COMMENT.
    ALTRA VICENDA: CIRCA ESCURSIONI CON CATENELLE E CON I RAMPONCINI..ORMAI SI E’ SCRITTO E RACCOMANDATO DI TUTTO E DI PIU’
    CIRCA LE SCIVOLATE O INCIAMPI PURTROPPO SUCCEDONO..ATTIVAMENTE E PREVENTIVAMENTE QUALCOSA SI PUO’ FARE MA NON TUTTO E’ AD EFFETTO GARANTITO.( SCELTA SCARPE, ALLENAMENTO, BASTONCINI, ATTENZIONE COSTANTE..NECESSARI MA NON SUFFICIENTI)

  3. In Svizzera ho sentito che è morta tanta gente sotto slavine anche enormi e tante guide con clienti: più del doppio degli altri anni.
    Là non riescono ancora adesso a prevedere il comportamento dei manti nevosi e il livello di pericolo 4-5 anziché scendere, come quasi sempre dopo 2 o 3 giorni, resta alto anche per una settimana e più, spesso ogni poche ore cambiano previsione.

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