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Da solo nelle terre selvagge, la vera storia di Richard Proenneke

Togliere, ridurre, eliminare il superfluo per ritornare a una vita più essenziale, a contatto con la natura. L’abbiamo sognato tutti almeno una volta nella vita. Ognuno di noi prima o poi  pensa di lasciare tutto, di allontanarsi dalla frenesia della società capitalista per farsi trasportare dai ritmi della natura. Fantastichiamo per qualche ora, ci immaginiamo nelle terre selvagge, poi ripiombiamo nella quotidianità e torniamo alla nostra vita di tutti i giorni. Nonostante il fuoco interiore molti non hanno il coraggio di fare questo primo passo, altri non ne hanno la possibilità. Non è facile, non basta dire “parto e vado”, anche la scelta di cambiare vita va calcolata al centesimo. Richard Proenneke l’ha fatto in età matura e ce lo racconta attraverso le pagine di “Da solo nelle terre selvagge” edito da Piano B edizioni nel 2020. Un libro che vi terrà incollati alle pagine, dalla prima all’ultima. Scritto in modo semplice, con lo stile di un diario giornaliero Proenneke vi trascinerà nella sua nuova quotidianità facendovi sentire spettatori della sua vita che scorre secondo i ritmi della natura.

Dopo una vita che l’ha visto faticare prima come carpentiere, poi come meccanico e ancora come pescatore di salmoni Proenneke decide di trasferirsi in Alaska, sulla riva dei Twin Lakes, e costruirsi da zero la sua nuova casa. È spinto dal desiderio di tirare su qualcosa dal nulla, di creare, e dalla ricerca di un nuovo contatto con la natura. Vuole capire se ne sarebbe davvero stato capace e se sarebbe stato in grado di vivere in solitudine gran parte del suo tempo. Nella realtà non è mai solo. Il mondo della natura selvaggia è costellato di orsi, lupi, big horn, caribù, alci, pesci, uccelli e solo qualche rara intromissione umana.

È affascinante seguire passo dopo passo la nascita della baita in trochi di Richard, la copertura del tetto con del soffice muschio, la realizzazione di un camino in pietra, utile a superare il rigido inverno. Le giornate di pesca nel lago, o nel turbinoso torrente. I raid fotografici alla ricerca di orsi e lupi. Una vita lontana anni luce da quella che affrontiamo ogni giorno. Un modo di esistere che ha letteralmente rapito Proenneke, tanto da farlo rimanere quassù per trent’anni. Fino al 1999 ha abitato regolarmente la sua baita, solo quando non è più stato capace di essere autosufficiente nel mondo “selvaggio” ha deciso di scendere a sud per vivere i suoi ultimi anni al sole della California. Se n’è andato nel 2003, a 87 anni, lasciandoci una testimonianza di amore per il mondo naturale che pochi altri hanno saputo raccontare con tanta semplicità.

Quando chiuderete il libro sarà inevitabile guardarvi intorno e pensare al “superfluo” che ci accompagna tutti i giorni. Dal cibo che compriamo in abbondanza nei forniti supermercati, agli smartwatch. Il fornello a gas, il frigo, la tv, l’automobile e tutti quegli oggetti che ci aiutano a rendere più semplice la vita permettendoci di fare altro. Rinunciare e ridurre sono scelte dure. Qualcuno ne ha fatto uno slogan, Richard Proenneke l’ha fatto per davvero.

“Bisogni? Credo sia proprio di questo che molte persone si preoccupano. Ne ingrossano continuamente le fila fino a diventare dipendenti da un sacco di cose e da un sacco di altre persone. Non capisco nulla di economia, ma suppongo che il Paese sarebbe in un bel guaio se la gente rinunciasse di punto in bianco a tutto ciò di cui non ha bisogno. Chissà quante cose si potrebbero eliminare dalla casa dell’americano medio se ci si chiedesse: ‘Mi serve davvero?’. Penso che molte delle cose in più si possano ascrivere alle comodità o ai risparmi di tempo.”

Richard Proenneke in “Da solo nelle terre selvagge”.

Titolo: Da solo nelle terre selvagge

Autore: Richard Proenneke e Sam Keith

Editore: Piano B edizioni

Pagine: 287

Prezzo: 20 €

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