News

Ristori per il turismo invernale, le Regioni alpine chiedono 4.5 miliardi

L’ultimo Dpcm ha posto il 15 febbraio come data per la possibile apertura degli impianti sciistici. Il condizionale è d’obbligo, due sono le variabili: la situazione epidemiologica italiana e l’approvazione da parte dei Cts del protocollo per la gestione in sicurezza degli impianti di risalita, documento che è stato redatto lo scorso 24 gennaio dalla Conferenza delle Regioni dopo essere stato rivisto e integrato per recepire i commenti del Comitato Tecnico Scientifico dopo la bocciatura di dicembre.

Le richieste delle Regioni

Certamente un primo passo, ma anche si potesse tornare a sciare il prossimo 15 febbraio, gran parte della stagione sarebbe oramai persa. Ed è per questo che le Regioni alpine si sono focalizzate sul redigere un documento che preveda ristori congri per il settore del turismo invernale.

Nella proposta, approvata dalla Conferenza delle Regioni, si chiede al Governo la costituzione di un Fondo per gli operatori economici del settore turismo invernale legato alle stazioni di sci a cui possano accedere aziende o lavoratori autonomi con codici Ateco del settore turistico invernale o che appartengano all’indotto ed abbiano subito un calo del fatturato del 33% della stagione passata. I ristori dovrebbero coprire dal 30% al 50% della perdita. Le Regioni chiedono anche ristori una tantum stimati in 2.000 euro per i lavoratori del settore allo scopo di compensare il mancato reddito dei mesi di gennaio-febbraio e altri 2.000 euro in caso di mancata assunzione nei mesi di marzo-aprile. Il totale di queste due misure viene stimato in 4,5 miliardi di euro.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. La vedo molto dura che riescano ad ottenere tutti quei ristori che, per carita’ sarebbero sacrosanti, ma la realta’ e’che come si dice dalle mie parti “ghe ne minga”. Anche continuando a fare “scostamenti di bilancio” cioe’ debiti su debiti non potremo mai coprire le perdite di ogni singolo settore colpito dal covid, non basterebbero 400/500 miliardi di euro da che e’ cominciato il tutto e dove li andiamo a prendere senza il benestare dell’europa?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close