CronacaNews

Maltempo e imprevisti rallentano ma non fermano le ricerche sul Velino

Aggiornamento 01/02/2021, ore 13.00 – Stamattina sono ripartite le ricerche dei 4 escursionisti dispersi da domenica scorsa sul Monte Velino, il maltempo ieri aveva interrotto le operazioni dei soccorritori. Stamattina sono partite delle squadre di terra del Soccorso Alpino che sono salite in quota con gli sci e si stanno concentrando sull’area di Valle Majelama nel tratto che incrocia la Sella del Bicchero, perlustrando anche tutti i canali, già oggetto di ricerche nei giorni scorsi.

Successivamente nella mattinata sono partite altre squadre di terra del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, impegnate a scandagliare l’area di Valle Genzana, un po’ più in basso rispetto al luogo interessato dalla valanga.

Nella tarda mattinata le migliorate condizioni meteo e la visibilità buona hanno inoltre consentito agli elicotteri di decollare e trasportare in quota altre squadre del Soccorso Alpino, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, della Polizia, dell’Esercito, dei Vigili del Fuoco. Si cerca nella Valle Majelama con l’ausilio di 3 sonar Recco manuali.
E’ fissata per oggi pomeriggio in Prefettura a L’Aquila la riunione in presenza, con tutti i Corpi coinvolti nelle ricerche, per decidere come proseguire. Si valuterà anche un nuovo impiego del sonar Recco a bordo dell’elicottero dei Carabinieri, ex Forestali. Questo elicottero per le sue caratteristiche tecniche risulta infatti particolarmente indicato per l’utilizzo del sonar Recco, che rileva la presenza di metalli (cellulari, chiavi, placche degli indumenti da alpinista) anche a profondità importanti.

Aggiornamento 31/01/2021, ore 19.59 – Oggi, ad una settimana dalla scomparsa dei 4 escursionisti sul Monte Velino, il maltempo ha interrotto le loro ricerche. Le ricerche riprenderanno appena condizioni meteo miglioreranno e comunque si attende l’esito del tavolo tecnico convocato per domani dalla Prefettura di L’Aquila.

Nel corso della riunione di stamattina tra i referenti di tutti i Corpi speciali coinvolti nelle operazioni di ricerca, era stato inizialmente deciso di far salire 4 soccorritori con l’ausilio manuale del sonar Recco, per cercare nella parte un po’ più bassa di Valle Majelama. Zona comunque già battuta più volte, sia nei giorni scorsi che ieri sera. Tuttavia le cattive condizioni meteo: la pioggia e la scarsa visibilità impediscono al momento ai soccorritori di salire in quota. 

Sempre nella riunione di stamattina si era deciso anche il sorvolo con un elicottero della parte sotto le nubi, a quota 1.600 – 1.700 metri, per un controllo a vista di tutti sui canali, già ispezionati più volte in questi giorni, ma si era deciso di ripetere l’attività a seguito dello scioglimento della neve, con la speranza che potesse produrre nuovi risultati. Purtroppo però anche questa operazione è al momento stata sospesa per il maltempo, che impedisce agli elicotteri di decollare.


Aggiornamento 31/01/2021 ore 11.56Sono ripartite stamattina le ricerche dei 4 escursionisti dispersi da domenica sul Monte Velino. Circa 100 uomini tra Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco e 9^ Reggimento Alpini sono impegnati nelle ricerche a Valle Majelama all’incrocio con la Sella del Bicchero, zona interessata da una valanga estesa 2 chilometri e con uno strato di neve spesso dai 9 ai 12 metri.

Oggi per la prima volta sarà utilizzato in Abruzzo un potente sonar del Soccorso Alpino, arrivato dalla Valle d’Aosta. Si tratta di una tecnologia Recco, dunque di un’antenna di 80 centimetri di diametro, trasportata da un elicottero dei Carabinieri, ex Forestali, in grado di captare anche a profondità importanti, tramite un segnale i metalli: chiavi, cellulari e metalli degli indumenti da alpinisti. 

E’ una tecnologia che il Soccorso Alpino da un anno a questa parte, ha impiegato con successo in Valle d’Aosta e in Trentino e che si spera dia dei risultati anche sul Velino.

È previsto questa mattina anche lo spostamento con l’elicottero, un Ericsson S 64, velivolo adatto al trasporto di grandi carichi aerei, della battipista dal vicino comprensorio sciistico di Ovindoli, con il quale sarà eseguita la delicata fase dello smassamento della neve, a cura dei Vigili del Fuoco.

Il distacco del gatto delle nevi

Nel corso del trasporto il gatto delle nevi è stato sganciato ed è precipitato. Il pilota per motivi di sicurezza si è trovato costretto a sganciare il mezzo, che è precipitato in un’area non antropizzata senza coinvolgimento di persone. L’area è stata successivamente raggiunta e messa in sicurezza. Di seguito la ricostruzione video dell’incidente a cura di Marsica Live.


Aggiornamento 30/01/2021, ore 12.00 Sono ripartite stamattina le ricerche dei 4 escursionisti dispersi da domenica sul Monte Velino. Circa 100 uomini tra Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco e 9^ Reggimento Alpini sono impegnati nelle ricerche a Valle Majelama all’incrocio con la Sella del Bicchero, zona interessata da una valanga estesa 2 chilometri e con uno strato di neve spesso dai 9 ai 12 metri.

Oggi per la prima volta sarà utilizzato in Abruzzo un potente sonar del Soccorso Alpino, arrivato dalla Valle d’Aosta. Si tratta di una tecnologia Recco, dunque di un’antenna di 80 centimetri di diametro, trasportata da un elicottero dei Carabinieri, ex Forestali, in grado di captare anche a profondità importanti, tramite un segnale i metalli: chiavi, cellulari e metalli degli indumenti da alpinisti. 

E’ una tecnologia che il Soccorso Alpino da un anno a questa parte, ha impiegato con successo in Valle d’Aosta e in Trentino e che si spera dia dei risultati anche sul Velino.

È previsto questa mattina anche lo spostamento con l’elicottero, un Ericsson S 64, velivolo adatto al trasporto di grandi carichi aerei, della battipista dal vicino comprensorio sciistico di Ovindoli, con il quale sarà eseguita la delicata fase dello smassamento della neve, a cura dei Vigili del Fuoco.


Aggiornamento 29/01/2021, ore 14.25Continuano sul Monte Velino, in Abruzzo, le ricerche dei 4 dispersi. In arrivo un potente sonar dalla Valle d’Aosta. Si tratta di una tecnologia Recco, dunque di un’antenna di grande diametro, trasportata da un elicottero che tramite un segnale cerca le tracce dei dispersi come un sonar. Mentre proseguono in quota le ricerche sul campo, in attesa dell’arrivo di alcuni mezzi pesanti che possano aiutare a scavare la neve. Oggi pomeriggio alle 15 ci sarà al campo base di Massa d’Albe una conferenza stampa interforze per fare il punto sui soccorsi in atto. 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da @soccorsoalpinoabruzzo

Aggiornamento 28/01/2021, ore 17.00 – Purtroppo ancora senza alcun esito le ricerche dei quattro dispersi sul massiccio del Monte Velino, in valle Majalama. Sul posto hanno continuato ad operare incessamente gli operatori del Soccorso Alpino e Speleologico insieme ai Vigili del Fuoco e la Guardia di Finanza. Le operazioni, condizioni metereologiche permettendo, proseguiranno nella giornata di domani.


Aggiornamento 28/01/2021, ore 8.00 – Sono riprese questa mattina alle ore 7 le ricerche dei 4 dispersi dalla giornata di domenica in Valle Majelama, sul massiccio del Monte Velino. Nella giornata di ieri con l’arrivo del buio le operazioni sono state sospese.

Le ricerche coinvolgono 60 unità del Soccorso Alpino e Speleologico giunte da tutta Italia, affiancate dalla Guardia di Finanza, dai Vigili del Fuoco, dalla Polizia e dal 9^ Reggimento Alpini di L’Aquila. Oggi saranno impiegate anche le unità cinofile, addestrate al soccorso in caso di valanghe.

I tre elicotteri: del 118, dei Vigili del Fuoco e dell’aeronautica militare trasporteranno gli uomini sul luogo della valanga, in prossimità della Valle del Bicchero, dove si stanno concentrando le ricerche. Nell’area della slavina, larga 200 metri, lunga 600 metri e con uno strato di neve che supera i 6 metri di spessore, si utilizzano anche strumenti elettronici e sonde. 

 


Aggiornamento 27/01/2021, ore 12:52Sono riprese alle 7 di stamattina a Valle Majelama, sul massiccio del Monte Velino, le operazioni di ricerca delle quattro persone disperse dalla serata di domenica. Sono coinvolti un centinaio di soccorritori da tutta Italia, tra Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia di Moena e 9^ Reggimento Alpini di L’Aquila. All’opera anche le unità cinofile, con 9 cani addestrati alla ricerca delle persone sotto le valanghe.

Le attività odierne sono iniziate con il trasporto in quota a bordo degli elicotteri dei soccorritori, sono state impiegate anche delle speciali cariche esplosive, giunte dal Soccorso Alpino della Valle d’Aosta, per bonificare le creste e far scendere neve pericolosa accumulata dalla valanga. Questa operazione consente di far scendere la neve che potrebbe ostruire il passaggio dei soccorritori. Seguiranno ulteriori aggiornamenti. 


Aggiornamento 26/01/2021, ore 18.40 – Sono state sospese intorno alle 17.30 di oggi pomeriggio, per il sopraggiungere del buio, le operazioni nella Valle Majelama, sul massiccio del Monte Velino, per ricercare le quattro persone disperse dalla serata di domenica. Ma domattina riprenderanno alle 7 le ricerche e sarà ampliata l’area delle operazioni che stanno coinvolgendo un centinaio di soccorritori da tutta Italia.

Le attività odierne sono iniziate intorno alle ore 7 con il trasporto in quota di ponti radio utili per comunicare con il campo base, a Forme (L’Aquila). I soccorritori “sentinelle” si sono invece posizionati in aree strategici delle creste montuose per monitorare la stabilità del manto nevoso, a tutela dell’incolumità degli operatori.
Successivamente sul posto sono state elitrasportate le unità cinofile e alcune squadre del Soccorso Alpino che hanno effettuato diversi tentativi di ricerca sul fronte della valanga che risulta molto ampio, ricerche purtroppo ancora senza esito. Insieme al Soccorso Alpino, gli operatori della Guardia di Finanza e gli uomini dei Vigili del Fuoco.
Tre gli elicotteri impiegati, due di questi ultimi enti e uno del 118 della Regione Abruzzo. Circa 60 gli operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologici impegnati oggi.

Aggiornamento 26/01/2021, ore 17.00 – Con lo scendere del sole cominciano a fare rientro al campo base a Forme le squadre del Soccorso Alpino, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco che sono state impegnate in quota nelle ricerche. Si riprenderà domani.


Aggiornamento 26/01/2021, ore 13.00 – Sono al momento operativi 51 operatori del Soccorso Alpino e Speleologico e delle unità cinofile, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, 118 regionale, Esercito Italiano e Carabinieri. Sono in arrivo altri 20 soccorritori da tutta Italia. Stamattina grazie alla visibilità buona sono decollati tre elicotteri impegnati nelle operazioni di ricerca: 118, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco.

Di seguito alcune immagini girate questa mattina da uno dei primi operatori del Soccorso Alpino elitrasportati in cresta per il posizionamento dei ponti radio utili a far comunicare le squadre sul fronte della valanga con il campo base. Sulle stesse creste si sono successivamente posizionate delle ‘sentinelle’, operatori che monitorano costantemente eventuali spostamenti del manto nevoso a tutela di chi sta operando nei punti più esposti della valle. Proseguono le ricerche.

 


Si sono interrotte nel primo pomeriggio di ieri, 25 gennaio, a causa del maltempo, le ricerche dei 4 escursionisti dispersi da domenica sul monte Velino, in Abruzzo. Le operazioni di soccorso sono riprese questa mattina, alle prime luci dell’alba. 

Soccorsi bloccati dalla bufera

Le ricerche dei 4 escursionisti di Avezzano (AQ) – Tonino Durante, 60 anni, Valeria Mella, 25 anni, Gianmarco Degni, 26 anni e Gian Mauro Frabotta, 33 anni – sono andate avanti fino a tarda notte domenica 24 gennaio, per riprendere alle prime luci dell’alba di lunedì.

I quattro hanno lasciato le proprie auto nei pressi del rifugio Casale da Monte a Massa d’Albe (AQ) per intraprendere una escursione nella Valle Majelama, non si sa ancora se diretti verso Punta Trento o Punta Trieste, le due cime del massiccio del Velino.

Le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo e della Guardia di Finanza si sono portate in quota appena scattato l’allarme da parte del papà della ragazza, preoccupato perché la figlia in serata non era ancora tornata a casa. Nella notte di domenica è decollato dalla base di Pratica di Mare anche un elicottero dell’Areonautica militare a dare manforte agli 11 uomini, due squadre del Soccorso Alpino e una delle Fiamme Gialle, che con gli sci hanno battuto valle Majelama, cercando di seguire il percorso dei quattro dispersi.

Durante la notte, l’elicottero dell’Aeronautica militare, l’unico con i visori notturni in grado di volare al buio e con visibilità scarsa per le difficili condizioni meteo, ha fatto salire a bordo alcuni tecnici del Soccorso Alpino e ha poi sorvolato sull’area di Valle Majelama, controllando tutte le possibili aree di riparo della zona: rifugi, bivacchi e stazzi. Ma purtroppo le ricerche dall’alto non hanno dato alcun esito e sono riprese all’alba con le squadre di terra del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza.

A causa della neve, della nebbia e del forte vento da nord ovest che ha comportato ingenti accumuli di neve e numerosi e continui smottamenti, le squadre di terra del Soccorso Alpino e Speleologico e quelle della Guardia di Finanza hanno dovuto sospendere le ricerche dei dispersi nel primo pomeriggio di lunedì 25 gennaio.

Preoccupanti tracce di valanga

Nel corso delle ricerche  sono state evidenziate nella mattina di lunedì tracce di una valanga nell’area che in valle Majelama incrocia la valle del Bicchero, ma lo smottamento, chiarisce il CNSAS, potrebbe essere anche di qualche giorno. Preoccupa il segnale di uno dei cellulari dei 4, localizzato dalla Guardia di Finanza a quota 1.800 metri, in prossimità del luogo della valanga.

A supporto delle unità già in azione (Guardia di Finanza, Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, CAI Abruzzo e Carabinieri) sono giunte sul posto anche una squadra di Alpini del 9° Reggimento dell’Aquila e unità cinofile provenienti da Piemonte, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. “Le operazioni – ha dichiarato il Soccorso alpino valdostano – sono difficili a causa delle condizioni meteo avverse che non permettono l’impiego degli elicotteri. Inoltre, aumentano le difficoltà le numerose valanghe cadute nella zona e la mancanza di elementi utili ad una localizzazione precisa”. La collaborazione di Nemo, Tank, Ghea, Cochise, Jack, York, Argo e i loro conduttori risulterà essenziale per le ricerche odierne nella zona del distacco. Si attendono aggiornamenti. 

Comune di Massa d’Albe: “Evitare transito nella zona”

Il Comune di Massa d’Albe, dal quale partono le operazioni di ricerca dei quattro dispersi, si è rivolto alla cittadinanza invitando a non transitare nella frazione di Forme, se non in caso di necessità.

Al fine di permettere alle forze dell’ordine e ai soccorritori il miglior coordinamento possibile, invitiamo chiunque non abbia una reale necessità, di evitare il transito all’interno della frazione di Forme. Ricordiamo inoltre che essendo in vigore la zona arancione, è comunque vietato lasciare il proprio comune di residenza senza una motivazione adeguata”, il messaggio sulla pagina Facebook del Comune.

Tags

Articoli correlati

12 Commenti

  1. Mi dispiace per i soccorritori che rischiano e le loro famiglie..
    Lo ski alp si potrebbe anche praticare in piano o valli sicure..senza l’ansia di una cima.Manca la fase discesa a serpentina, ma ci si allena al passo alternato o pattinato facendosi una buona base tecnica e allenamento fisico per le future imprese su neve sicura .
    Piu ‘si emanano bollettini e piu’le cronache locali e tg riportano casi di incidenti in giorni precedenti, e più sembra si ottenga l’effetto contrario e si alimenti la voglia di partire a tutti i costi.Forse non tutti seguono le notizie e vivono in un limbo dove non arrivano turbative. Qualcuno addirittura parte apposta invocando liberta’ o esperienza.. che non vengono considerate dalle valanghe senza anima e senza obbedienza a modelli fisico-geologici agli atti di qualche biblioteca ricerche universitarie o di enti specializzati…o a mappe tecniche valanghe nei cassetti o files di Arpa regionali . Serviranno forse a posteriori a spiegare dove gli umani hanno sbagliato.

    1. Però l’articolo bisognerebbe conoscerlo, prima di commentare: questi 4 non erano con gli sci, ma A PIEDI.
      Sul suggerimento di fare skialp IN PIANO non mi esprimo, faccio solo notare che quello è sci DI FONDO.

  2. Sbaglierò, o magari più semplicemente ha molta più eco la cosa sui notiziari, ma a me sembra che quest’anno ci siano molti più casi di dispersi / vittime di valanghe tra chi pratica skialp. Magari è troppo semplice fare 2+2, ma ho come l’impressione che ciò sia molto dovuto alle chiusure imposte degli impianti, che hanno spinto molti appassionati dello sci a darsi ad una disciplina di cui evidentemente conoscono solo una faccia della medaglia (quando va bene). Aggiungiamo a ciò le abbondati nevicate che non hanno di certo a creare il fondo propriamente ideale per sciare in sicurezza, ed ecco che il patatrac si presenta puntualmente su un piatto d’argento.

  3. Ho letto con attenzione i varI commenti sulla disgrazia del Velino e mi sento di precisare alcuni punti essenziali. E’ inutile parlare di sci alp in quanto i quattro erano a piedi senza ausilio di ciaspole o sci. E’ mancanza di conoscenza della materia quando si consiglia di “praticare lo sci alp in pianol ed allenarsi con il passo alternato o pattinato” Tutto questo si chiama sci di fondo e niente di più. Concordo con chi nota un aumento degli incidenti a causa della chiusura delle piste da sci che ha riversato una massa di sci alpinisti improvvisati che, pur sapendo mediamente sciare su una pista battuta, non hanno la conoscenza per portare gli sci su un terreno non battuto e spianato, non hanno il dovuto allenamento e, non ultimo, mancano della indispensabile sensibilità per ben riconoscere il terreno su cui operano ed i pericoli che corrono.

  4. Buongiorno,
    se fossero scialpinisti avrebbero dovuto avere la dotazione minima necessaria tipo Arva…
    li avrebbero trovati con celerita’….
    Tutti girano in montagna , anche con ciaspole, ecc… senza avere questo dispositivo fondamentale.
    Io lo renderei obbligatorio.
    detto questo speriamo tutto si risolva in bene ..

  5. Penso che si dovrà aspettare la primavera, mi sembra ci sia troppa neve.
    Li lascerei ancora per un po’ nella loro avventura, anche se è finita molto male.
    Sono proprio triste.
    E questo che si sta facendo mi sembra accanimento, non mi piace, ormai il tempo possibile è finito.

  6. Ricordo anni fa un ritorno all’auto a tarda sera, dopo un giro ad anello fatto con tanta , troppa neve, e con mia scarsa valutazione della reale situazione, sopratutto della seconda metà del percorso previsto. A volte mi torna in mente e penso che ho davvero fatto una cazzata, conoscevo molto bene il posto, si, ero attrezzato, ma ho solo avuto fortuna.

  7. Lo sci di fondo non sara’eroico, ma prepara per quando il manto nevoso sara’ adatto allo scialpinismo ed il fisico almeno sara’allenato..poi tutta ‘sta orizzontalita’ non sempre c’e’sulle piste dello sci fondo. Un Atleta, del fondo, Follis, e’ rimasto sotto valanga caduta su pista .il Mezzalama in tempi lontani si affrontava anche con scifondo e lo stesso praticante passava da un tipo di attrezzi all’altro.. variando .In qualche filmatino si vedono gli skialper praticare passo alternato e skating in salita corta per non star li’ a mettere le pelli. Confini netti non ne metterei, magari utili sinergie,La precisazione che si trattava di escursionisti a piedi,allo scatenamento di una valanga non fa effetto.Basta una “forza “che agisca applicata sul manto e che lo metta in movimento, poi sul tipo di forza in situazione particolare..ogni evento e’ caso a se’.L’Artva bisogna averlo ma anche saperlo usare e pure come procedere nel sondaggio, come scavare e poi come trattare lo scampato dissepolto se traumatizzato o assiderato..Ars longa, vita brevis. Certi non sanno neppure come gestire via telefono la chiamata al 118-112 o soccorso alpino.. Ci si devono esercitare eventuali compagni di gita dato che il tempo e’ essenziale. Quanto alla zona arancione e sci, si rimanda ad altro articolo con precisazioni chieste dal Cai e finalmente fornite….prima del disgelo.Quindi ad esempio un Veneziano non e’costretto alla voga, restando in regione Veneto che abbonda d ineve puo’ andare a sciare non su impianti e piste industriali.Basta che rispetti le regole fondamentali., rispetti le ore di “coprifuoco” e che siano aggiornati gli inflessibili controllori…sperando sempre che mentre controllano la legittimita’, i moduli di autocertificazione, i rapporti tra familiari o compagni o fidanzate, seconde case o contratti di affitti antecedenti il 14 eecc e -di tutto di piu’-, non si facciano sfuggire telefonanti privi di cintura di sicurezza e bimbi saltellanti. Mi associo a Mic nel ricordo di mie i giovanili ca***te…ma ogni giorno se ne vedono di peggiori e di piu’frequenti e sfacciatamente esibite e impunite.La frequentazione senza preparazione della Montagna invernale, a volte e’pure incentivata da spot filmati..dove il cielo e’ sempre blu ..splende il sole e tutto filla liscio per il verso giusto del puro divertimento scacciapensieri…aggiungiamo un obbligatorio ” verde ecologico sosteniblie”.
    Ultima condsiderazione: gli incidenti gravissimi e dolorosi come questo sono prontamente nelle cronache, di giornali, tg, blog, sfuggono invece quante escursioni con scarponi, ciaspole, sci di fondo o skialp sono andate a buon fine con tutti sani e salvi e contenti…rigenerati dopo giornate al confino antivirus..e pronti a spendere ancor di piu’ ,se arriveranno iniettati sti vaccini sbandierati, nel giro delle attivita’ economiche di montagna.

  8. Scusate,adesso qualcuno mi critichera’ ,ma c’e’ ancora una logica in tutto questo? Centinaia di uomini,elicotteri,mezzi di ogni tipo per cosa?. Quando abbiamo una possibilita’ su un milione di trovare qualcuno in vita bisogna fare tutto il possibile e ancora qualcosa in piu’ ma adesso? Cosa pensiamo di trovare dopo 6 notti e 6 giorni sotto metri e metri di neve? Questi quattro amici sono in un altro posto,da dove non e’ possibile farli tornare con noi…..

    1. Spettacolo e soldi che si incassano !
      Mi dispiace fare questo pensiero, ma mi stanno proprio convincendo.
      Oppure non capiscono niente di montagna invernale e allora li comprendo, fanno quello che viene ordinato loro.

    2. Sono totalmente d’accordo con te. Fossimo stati su altre montagne questo non sarebbe successo. La gente non se ne sarebbe andata in giro sulla neve senza avere nemmeno un ARTVA e a seguito dell’incidente is occorsi avrebbero avuto fin da subito tutti i mezzi necessari per trovare i dispersi (vedi antenna Recco) e nel caso non li avessero trovati li avrebbero lasciati li attendendo il disgelo.

      Ma qua siamo sugli appennini che da molti vengono definiti, in modo un po’ dispregiativo, delle colline: i locali non sono abituati a convivere con le valanghe e il rischio è così basso che si è meno invogliati a rispettare le norme di sicurezza rispetto che sui 3000 delle alpi, i soccorsi non sono abituati ad operazioni spettacolari in ambiente super innevato con più valanghe da sondare. E infine i parenti non sono abituati al fatto che ogni tanto in montagna anche i soccorsi falliscono nell’impresa, bisogna farsene una ragione ed aspettare la primavera per recuperare i corpi dei propri cari. L’irraggiungibiltà dei dispersi o l’imposibilità di trovarli a causa della troppa neve è un fatto veramente molto raro sugli appennini e quando accade la gente non se ne vuole fare una ragione.

      Per me queste operazioni di recupero non sono solo denaro sprecato ma anche un’offesa ai soccorritori stessi che invece di salvare vite ora si ritrovano a giocare alla caccia al tesoro per tentare di placare la disperazione dei parenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close