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I “nunatakker” e il mistero della piramide d’Antartide

Tra ufologia e complottismo facciamo chiarezza su un solido quasi perfetto e del tutto... naturale!

Nel novembre 2016 l‘Antartide si ritrovò sotto i riflettori di tutto il mondo, soprattutto di quella ampia fetta di appassionati di misteri senza tempo, ufologia e complottismo, a seguito della “scoperta” di una piramide. Un solido perfetto, di natura “necessariamente umana”, avvistato tramite Google Earth. Il potere del web ha fatto sì che la notizia rimbalzasse in ogni angolo del Pianeta ma in realtà non si tratterebbe né di un mistero insoluto né della prima volta che tale piramide sia stata avvistata, tanto meno dell’unica piramide antartica. Ma andiamo con ordine.

Il primo avvistamento della piramide

All’inizio del secolo scorso, all’incirca tra il 1910 e il 1913, gli esploratori britannici impegnati nella Terra Nova Expedition si imbatterono in una strana piramide rocciosa, a pareti lisce, molto simile a quelle realizzate nell’Antico Egitto. La chiamarono “The Pyramid” senza troppa fantasia. Furono probabilmente i primi a domandarsi se potesse trattarsi di un manufatto realizzato da antiche popolazioni ormai scomparse. Civiltà abbastanza evolute da saper costruire grandi edifici con simile precisione. Ma l’epoca del complottismo doveva ancora arrivare.

Soprattutto negli ultimi decenni, attorno alla misteriosa piramide si sono sviluppate varie teorie che vedono come protagonisti alieni e persino nazisti. La piramide potrebbe infatti, secondo alcuni, essere stata una base segreta utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale.

Lo “scoop” del 2016

Con l’avvento di Google Earth la piramide è divenuta visibile improvvisamente agli occhi di tutti e ha invaso le testate giornalistiche internazionali. Le coordinate, per curiosità, sono le seguenti: 79°58’39.25″S 81°57’32.21″W.

Ad un primo sguardo effettivamente la sensazione che si prova è di trovarsi di fronte ad una piana di Giza innevata. La verità è che si tratti semplicemente di uno sperone roccioso, levigato alla perfezione da centinaia di milioni di anni di erosione. Nella sua interezza la vetta misura 1265 metri, su per giù un quinto del Denali, la vetta più elevata del Nord America.

A sminuire lo scoop del 2016 si aggiunga che poco più a Sud della montagna, nella cosiddetta area di Patriot Hills, sia presente una base di ricerca. Insomma, la piramide non è certo un mistero scoperto da Google.

Una montagna a forma di piramide

“Questa è solo una montagna che somiglia a una piramide – dichiarava a Live Science nel 2016, a seguito del diffondersi del presunto scoop, Eric Rignot, docente di Scienze della Terra presso la University of California – . La conformazione piramidale non è un qualcosa di impossibile in natura. Ci sono molteplici picchi che somigliano a piramidi, ma magari hanno solo uno o due versanti perfettamente inclinati e levigati, raramente 4 come in questo caso”.

A levigare alla perfezione i 4 versanti è stata Madre Natura, attraverso cicli di congelamento e scongelamento. “Ciò accade quando neve o acqua riempiono le fratture di una montagna durante il giorno. Al calare della notte e delle temperature, la neve o l’acqua ghiacciano e si espandono, convertendosi in ghiaccio”, spiega Mauri Pelto, docente di scienze ambientali al Nichols College di Dudley, Massachusetts.

“Quando questi cicli si ripetono su un arco temporale così lungo, portano alla nascita di fratture ben più ampie che possono anche causare il cedimento di intere sezioni di roccia. Esattamente ciò che succede anche sulle Alpi, soprattutto nella zona del Cervino”.

Ma come è possibile che tutti e 4 i versanti siano stati levigati così bene da risultare uguali come in un solido perfetto? “Tre delle quattro pareti in realtà risultano erose con ritmi eguali – chiarisce Pelto – . Ciò suggerisce che il tipo di roccia sia uniforme. Non si incontrano in sintesi strati di roccia più duri di altri da erodere”. Il quarto versante, pecora nera rispetto agli altri 3, è l’orientale, che appare meno scosceso. Qui l’erosione non si è manifestata uniforme nel tempo.

I nunatakker

La catena montuosa Ellsworth, lungo la quale si localizza la Piramide, appare in realtà ricca di vette della medesima forma. Ad avere una prima immagine complessiva di questa successione di perfetti solidi naturali fu l’aviatore americano Lincoln Ellsworth durante un sorvolo effettuato il 23 novembre 1935, come riportato in un articolo scientifico datato 2007 pubblicato dallo U.S.G.S. (United States Geological Survey).

La piramide si localizza nello specifico in un settore della catena noto come “heritage range”, nome derivante dalla abbondanza di reperti fossili rinvenuti in loco, tra cui trilobiti del cambriano risalenti ad oltre 500 milioni di anni fa. La catena dell’Ellsworth non rappresenta tra l’altro l’unica area antartica che vede la presenza dei picchi piramidali. Gli inuit (il che ci fa comprendere come tali formazioni non siano caratteristiche solo dell’Antartide, ma anche dell’Artico, per la precisione delle coste della Groenlandia) hanno ribattezzato tali piramidi rocciose emergenti dal ghiaccio “nunatakker” (singolare: nunatak).

Nunatakker e alieni

I nunatakker hanno affascinato, come anticipato, per decenni gli appassionati di mistero. In materia si trovano numerosi libri nonché documentari. Di seguito vi segnaliamo il mini documentario che History Channel ha dedicato alle teorie sorte attorno alle piramidi antartiche, episodio della serie “Ancient Aliens” del 2016.

 

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