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Maestro di sci piemontese muore travolto da una valanga in Savoia

Un maestro di sci piemontese, Claudio Bergero, 42 anni, originario di Susa (TO) è rimasto vittima di una valanga sulle montagne della Savoia, a Courchevel. Disperso da mercoledì 13 gennaio, il suo corpo è stato ritrovato nella mattina di giovedì.

Bergero era partito nella mattina di mercoledì per una escursione scialpinistica nella zona della ski area di Courchevel. Nei mesi invernali si trasferiva con la moglie e i due bambini di 6 e 4 anni a Brides-les-Bains, per svolgere attività come maestro di sci indipendente nella zona.

Alle ore 16 del pomeriggio avrebbe dovuto andare a prendere il figlio al termine di una lezione di sci. Il mancato arrivo all’appuntamento ha fatto scattare l’allarme. La moglie ha segnalato la sua scomparsa alle autorità competenti di Bourg-Saint-Maurice.

Le ricerche della Gendarmerie si sono protratte fino a mezzanotte. Il ritrovamento è avvenuto nella mattina di giovedì, quando sono riprese le operazioni, a una quota di 2200 metri. Il corpo era sepolto da un metro di neve nei pressi della ski area.

La prima vittima della stagione in Savoia

“Si tratta del primo decesso della stagione nell’area”, si legge sui quotidiani francesi. “Dopo l’ultima nevicata e con il vento, il manto nevoso è particolarmente instabile. Il rischio valanghe è 4 su una scala di 5, ha dichiarato a seguito dell’incidente Patrice Ribes, comandante del PGHM di Bourg-Saint-Maurice, invitando alla massima cautela.

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8 Commenti

  1. Stessa amara considerazione..su altri due decessi per valanga . A volte si stigmatizzano gli inesperti che si mettono nei guai, sbagliano percorso..non sanno ne’ andare avanti ne’ retrocedre sui propri passi., vogliono andar da soli e non pagarsi una Guida..ma e’altrettanto pericoloso avere troppa esperienza e troppa confidenza in se stessi…ma c’e’sempre il cigno nero in agguato…mentre magari si autogira un filmatino con se stessi protagonisti.

  2. Non e’cinismo, l’ hanno spiegato pure a me persone che si occupano di soccorso..si chiama ” Effetto Dunning-Kruger”,mette in relazione la fiducia in se stessi con l’ effettiva esperienza.La fiducia in se stessi e’molto alta sia nei neofiti che nei super esperti.mentre e’ bassa in chi ha una media esperienza e quindi si trattiene, ha paura..Oltre alle normali condoglianze, bisogna anche cercare di rendersi conto..se certi fatti si ripetono.Non per caso il CNSAS dopo ogni intervento studia il fatto specifico, nella convinzione di fare esperienza, formazione e statistica non fine a se stessa..Chianamatelo cinismo..ma e’ solo astrarsi delle vicende particolari…e capire che non e’ solo “sfortuna”.

    1. A proposito di cinismo, per me chi si fa male o peggio muore in montagna ha “sempre” commesso un errore, che, se si riesce, deve essere spiegato e compreso, ma mai giustificato.
      Errore di valutazione di se, delle sue capacità, dei compagni, del terreno, del meteo, del telefonino, degli eventuali soccorsi, insomma, degli sviluppi globali delle situazioni che incontrerà: ignoranza, ambizione, stupidità, confidenza, arroganza, vanità, ,… tutte “robe” umane che si vogliono confrontare con la montagna e spesso si ritengono superiori.
      La Montagna è Natura, bisogna sempre essere umili.

      Cassin un giorno quando ero un ragazzo stringendomi la mano mi disse più o meno così: “non morire perché diventi un pirla”.
      Era stato molto duro, ma Lui ha fatto e mostrato moltissimo agli alpinisti.

    2. A me sembrerebbe, senza però conoscere i numeri, che siano soprattutto i “medi” a rischiare. Non ti senti più in neofita, ma non sei ancora esperto. Ti sembra di valutare tutto, ma non è così. È così in molti sport “avventurosi”. Un maestro di sci non è necessariamente un esperto di sci alpinismo e di valanghe, anche se scia bene.

  3. PER CAPIRE IL CONCETTO DI ERRORE, NELLE SUE VARIE ACCEZIONI, C’E’PUR SEMPRE IL FARO DELLA FISICA SCIENTIFICA.
    OGNI MANUALE SCOLASTICO DI VARIO LIVELLO METTE L’ARGOMENTO TRA I PRIMI CAPITOLI.
    IN OGNI ESPERIMENTO CI SONO ERRORI PROCEDURALI DOVUTI ALLA SCARSA ABILITA’DI CHI LI EFFETTUA, DIFETTI NEGLI STRUMENTI E GLI ERRORI CASUALI.
    Se una discesa con sci e’da considerare un esperimento di meccanica dinamica applicata….ci puo’stare la scarsa abiltita’ di chi lo attua, o difetti di materiali (e manto nevoso o fattore climatico..geologico) o ..il caso imprevedibile a priori..A effetto accaduto il “caso” si potrebbe anche analizzare, all’istante e’questione di secondi o meno..e il nostro cervello non ce la fa ne’ a rendersi conto e tanto meno a gestire decisioni salvifiche

  4. Questi ultimi eventi nefasti, penso, dovrebbero far ben riflettere quel tal pensatore che propose di permettere la pratica dello sci-alpinismo solo se accompagnati da un professionista (guida o maestro di sci).

  5. L’incidente fa notizia e viene pure amplificato in vari giornali, siti, telegiornali.
    Bisognerebbe rapportarlo a tante escursioni avvenute in contemporanea ed andate a buon fine…al dividendo/numeratore il numero dei soccorsi, al denominatore (divisore) il numero dei praticanti , nella stessa giornata o settimana o mese…almeno a livello nazionale.
    Sull’onda degl iincidenti..e costretti in casa, almeno ci si puo’ erudire su valanghe, sci alpino e vari attrezzi per la sicurezza .Ci sono anche corsi e filmati di passi e posture nello scialpinismo.

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