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Impianti di sci ancora chiusi dopo le Feste. Si riapre il 18 gennaio

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato nella giornata di ieri, sabato 2 gennaio, l’ordinanza che conferma che gli impianti non riapriranno dopo le Feste. Nel documento il ministro pone come nuova data per la riapertura il 18 gennaio, subordinata ovviamente all’approvazione delle linee guida da parte del Cts.

A richiedere lo slittamento della riapertura è stata nei giorni scorsi la stessa Conferenza della Regioni e delle Province Autonome attraverso una lettera inviata ai ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia dal presidente Stefano Bonaccini. Il motivo è presto detto: le modifiche apportate dalla Conferenza al protocollo per il riavvio degli impianti su richiesta del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) dovranno essere da quest’ultimo validate e successivamente adottate dal Governo. Solo allora i governatori regionali potranno organizzarsi per la riapertura. Un processo che necessita evidentemente di tempi tecnici di fronte ai quali la data della Epifania risulta troppo vicina.

Nella lettera di Bonaccini si fa espressamente richiesta al Cts di validare (si spera) le nuove linee-guida confezionate dalla Conferenza entro il 7 gennaio.

Ai Ministri Speranza e Boccia, il Presidente ha inoltre evidenziato la necessità di consentire la riapertura degli impianti soltanto nelle regioni che, nei prossimi giorni, verranno inserite in zona gialla. Mantenendo in vigore i divieti nelle zone arancioni e rosse.

Le debolezze del protocollo di riapertura

Nel giorno della Vigilia di Natale il Cts ha fornito i propri commenti in merito alla bozza di protocollo per la riapertura degli impianti, elaborato e sottoposto nei mesi scorsi all’attenzione del Governo da parte della Conferenza. Una sorpresa amara per Regioni e Province Autonome, che si sono viste non bocciare, ma criticare alcuni punti del documento, riconosciuti come ricchi di carenze. Si è lavorato alacremente nei giorni scorsi per rimodulare tali punti, così da definire in tempi brevi una nuova bozza delle linee-guida da sottoporre al Cts.

Alle Regioni e Province Autonome il Cts ha fatto richiesta di definire con maggiore chiarezza le norme da seguire sulla base della classificazione delle aree di rischio del Paese nei tre colori: giallo, arancio e rosso.

Soprattutto di curare il punto cruciale dellefunivie e cabinovie”, equiparate a mezzi di trasporto chiusi come gli autobus e pertanto soggette a maggior rischio di assembramento in particolare nelle ore di punta. Il suggerimento del Cts è stato a tal riguardo di ipotizzare per la zona gialla una occupazione al 100% delle seggiovie e del 50% di cabinovie e funivie; di prevedere per la zona arancione percentuali di fruizione inferiori, pari al 50% sia su seggiovie che su funivie/cabinovie. Ed escludere la riapertura degli impianti in zona rossa.

Come si legge nella lettera di Bonaccini, la Conferenza ha deciso di non lesinare in quanto a prudenza, ipotizzando la riapertura degli impianti solo in zona gialla.

Cliccare qui per scaricare l’ordinanza completa.

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