Itinerari

Suburra, Garbatella, Veio. Tre sentieri dentro la Roma “arancione”

A qualcuno nell’Italia centrale è andata meglio. Chi vive a Rieti, nelle giornate “arancioni”, può salire verso le nevi del Terminillo. I residenti dell’Aquila e delle sue frazioni hanno a disposizione Campo Imperatore, dove la funivia funziona regolarmente. Dall’Albergo, con le pelli di foca o i ramponi, possono raggiungere le creste e i canaloni del Monte Portella e del Monte Aquila. 

Anche chi vive Roma, però, nei giorni tra i lockdown di Natale e Capodanno, può sgranchirsi le gambe. La città, anche evitando le vie dello shopping e le ville storiche ad alto rischio di affollamento, offre decine di itinerari interessanti, di ogni lunghezza, scanditi da chiese, palazzi, belvedere e da un’infinità di monumenti storici. Il territorio comunale di Roma, tra i più vasti d’Italia, si allunga a nord fino ai laghi di Martignano e Bracciano, a ovest fino al litorale di Ostia, a sud-est fino ai piedi dei Colli Albani. Lungo l’Appia Antica, sull’altopiano di Veio e in molti altri luoghi si può ritrovare l’atmosfera della Campagna Romana che ha stregato i viaggiatori del Grand Tour. All’orizzonte, nelle giornate serene, compaiono il Monte Gennaro, il Terminillo, la piramide bianca del Velino. Luoghi di bellezza e di vita, luoghi dove tornare, presto, quando le regole torneranno meno dure.   

Tra le tante possibili “passeggiate romane” abbiamo scelto due itinerari urbani e una camminata tra natura e storia.

Il primo percorso si svolge tra i quartieri Monti ed Esquilino, si affaccia sul Colosseo e traversa l’area della Suburra, un quartiere popolare demolito nel 1932 per volere di Mussolini. Si toccano la basilica di Santa Maria Maggiore e quella di San Pietro in Vincoli, con il Mosè di Michelangelo. La seconda passeggiata è dedicata alla Garbatella, un quartiere che ha compiuto da poco i cent’anni (l’inaugurazione risale al il 18 febbraio 1920), dove gli architetti degli anni Venti e Trenta hanno costruito delle palazzine popolari eleganti. Da vedere anche gli Alberghi Suburbani dove ha sostato Gandhi, e i colorati murales di Tor Marancia.  Il terzo percorso è dedicato a Veio, la città etrusca, acerrima nemica di Roma, messa a ferro e fuoco nel 396 dalle truppe di Furio Camillo. Oggi sull’altopiano di Veio, cuore del Parco regionale omonimo, restano pochi ruderi. Di grande fascino il tempio etrusco di Portonaccio, chiuso da ben prima del Covid, le mura della Cittadella e soprattutto il Ponte Sodo, un tunnel di 70 metri scavato per consentire il deflusso delle acque del torrente Cremera. Per un tratto si cammina lungo la Via Francigena. Quando i musei riapriranno, si potrà ammirare l’Apollo di Veio nel Museo etrusco di Villa Giulia. 

 

L’Esquilino, la Suburra e Monti (2-3 ore)

Questa passeggiata inizia dalla Stazione Termini, facile da raggiungere in metro o in bus. Chi preferisce arrivare in auto può cercare un posteggio tra il Viminale e Santa Maria Maggiore. Da Piazza Esedra si scende per Via Nazionale, e poi si piega a sinistra verso il Teatro dell’Opera e il Viminale, che ospita il Ministero dell’Interno. 

L’atmosfera diventa più tranquilla in Via Urbana, sistemata nel Seicento, che si percorre in discesa toccando la chiesa di Santa Pudenziana e la lapide che ricorda don Pietro Pappagallo, ucciso alle Fosse Ardeatine, il “don Pietro” interpretato da Aldo Fabrizi in Roma città aperta. 

Da Piazza della Suburra si imbocca Via degli Zingari, si traversa la Piazza della Madonna dei Monti, e si raggiungono i Fori Imperiali. Si segue l’omonima via fino al Colosseo, poi, da Largo Agnesi, si raggiunge la basilica di San Pietro in Vincoli che ospita la statua del Mosè. Toccata la medievale Torre dei Capocci si raggiungono Santa Maria Maggiore e il punto di partenza. 

Garbatella e i murales di Tor Marancia (2-3 ore)

Consigliamo di partire dalla stazione di Garbatella della Metro B. In alternativa si può posteggiare sulla Circonvallazione Ostiense o nelle strade vicine. Per Piazza Albini, Via Munari e Via Vettor Fausto, si entra nella Garbatella Vecchia, toccando i primi “lotti” di palazzine storiche. 

Il tour prosegue verso la “Scoletta”, la tranquilla “Scala degli Innamorati”, Viale Guglielmo Massaia e gli Alberghi Suburbani costruiti tra il 1928 e il 1929 per ospitare gli sfollati dai quartieri demoliti del centro. Nel 1931 il Mahatma Gandhi ha sostato nell’Albergo Bianco.

Si sale fino al gigantesco palazzo della Regione Lazio, si traversa Via Cristoforo Colombo, e si continua in discesa per Viale di Tor Marancia. Dal civico 63 si entra nel sorprendente “Museo condominiale”, con le sue palazzine decorate da 22 murales.  

Al ritorno si toccano Via delle Sette Chiese, i luoghi resi famosi da Nanni Moretti in Caro Diario, il Teatro Ambra e il Bar dei Cesaroni, star della omonima fiction. Da Piazza Brin, luogo dell’inaugurazione del 1920, si scende alla basilica di San Paolo fuori le Mura e si torna al punto di partenza. 

L’antica Veio e la Via Francigena (3 ore)

Il borgo di Isola Farnese si raggiunge in auto dalla Via Cassia, si può anche arrivare con la linea FFSS Roma-Viterbo fino a La Storta, e poi con il bus ATAC 032. Dal posteggio si traversa un ponte pedonale sul Fosso Piordo (sotto c’è una bella cascata) e si sale al Santuario di Portonaccio, chiuso da tempo. 

Un viottolo segnato porta all’altopiano, da cui appare il Terminillo, e a un quadrivio. Si supera un portale, e si scende per un viottolo (segnavia 207A) affiancato da una staccionata. Un varco dà accesso allo spettacolare Ponte Sodo. 

Si continua sul viottolo, che sfiora delle tombe etrusche e raggiunge una strada sterrata percorsa dalla Via Francigena. Si va a destra, si tocca il casale Vacchereccia, ci si tiene a destra a un bivio e si attraversa il torrente Valchetta su un comodo ponte di legno. 

Poco più avanti, si sale per un sentiero segnato fino alla Cittadella di Veio, con i resti delle mura e di una grande cisterna. Si continua sul sentiero (segnavia 208B) che traversa l’altopiano, e porta a una strada più ampia. Lungo questa si torna al percorso dell’andata, che riporta al posteggio.

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