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Divieto di scialpinismo senza guida alpina in VdA. La polemica travolge i vertici delle guide alpine: si dimette Pietro Giglio

Le polemiche sul divieto di svolgere in Valle d’Aosta lo scialpinismo senza guida alpina (valido fino al 20 dicembre) ha travolto i vertici della Guide Alpine valdostane.

Il Presidente e il Vicepresidente dell’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna Pietro Giglio e Mario Ogliengo si sono dimessi durante l’assemblea generale ordinaria dei soci svoltasi nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 16 dicembre. All’assemblea, svoltasi online per motivi sanitari, erano virtualmente presenti 96 tra Guide alpine e Aspiranti guide.

La decisione è stata meditata e ponderata nei giorni precedenti sia da me sia dal mio vice, anche a seguito del dibattito nato sui social e sviluppatosi su testate giornalistiche riguardo all’Ordinanza regionale n. 522 dell’11 dicembre 2020, che consente lo scialpinismo in Valle d’Aosta esclusivamente con l’accompagnamento di guida alpina o maestro di sci“, ha dichiarato Pietro Giglio, che durante l’assemblea, a proposito del provvedimento, ha ringraziato il Presidente della Regione Erik Lavévaz per il riconoscimento alla professionalità delle Guide alpine come elemento atto a limitare incidenti per non gravare sul sistema sanitario.

Le polemiche

L’ordinanza era stata accolta con forti critiche da più parti. La contrarietà è stata espressa dal Cai, definendo il provvedimento irragionevole e discriminatorio, e dal Club alpino accademico, che aveva parlato di atto pericoloso e liberticida. Tante anche le voci delle guide alpine non favorevoli alla decisione.

Dura è stata la posizione del Direttivo Collegio Guide alpine Lombardia espressa in un comunicato dal titolo “Noi non siamo d’accordo”: “Nellordinanza valdostana è contenuto un principio che non ci appartiene, molti nostri iscritti ci hanno chiesto di intervenire poiché non hanno condiviso il provvedimento, giudicato invece grave quanto inopportuno, con conseguenze ideologiche che travalicano i limiti regionali. Vogliamo allora sottolineare che: la montagna è un luogo libero, in cui nessuno ha più diritto di un altro di stare. Partecipare ad uscite o corsi tenuti dai professionisti della montagna deve rimanere una scelta e non un obbligo. Le Guide alpine, tra gli altri compiti, hanno quello di formare le persone che accompagnano per essere consapevoli e riconoscere i pericoli, e, anche se grazie alle competenze che abbiamo riusciamo ad avvicinarci molto, il rischio zero non esiste, per il semplice e splendido fatto che tutte le nostre attività sono svolte in un ambiente naturale non controllato e gestito”.

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