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Valanga in Marmolada. Distrutto lo storico Rifugio Pian dei Fiacconi

Il gestore Guido Trevisan: "20 anni di vita buttati"

Una valanga si è staccata nella giornata di ieri in Marmolada, investendo il Rifugio Pian dei Fiacconi. I danni alla struttura sono estremamente gravi. Come affermato con malinconia dal gestore Guido Trevisan dopo un sopralluogo, “per metà è distrutta, l’altra metà sarà necessariamente da demolire”.

La slavina, con un fronte nevoso di 600 metri, si è staccata fra punta Rocca e punta Penia. Senza freni ha avanzato verso valle, travolgendo lo storico rifugio ubicato a quota 2626 m sul versante Nord della Marmolada. E cancellando quelli che Trevisan ricorda come “20 anni di vita”.

A dare l’allarme nel tardo pomeriggio di lunedì è stato il pilota di un elicottero in fase di sorvolo della zona, che ha visto con evidenza il segno lasciato dal distacco e i resti del rifugio emergere tra la neve. Il soccorso alpino ha proceduto ad effettuare una bonifica escludendo il coinvolgimento di persone.

La valanga ha inoltre cancellato la stazione di arrivo della cestovia tra Passo Fedaia e Pian dei Fiacconi. Un impianto andato in pensione nell’autunno 2019, determinando grandi difficoltà per il rifugio, che per decenni ha contato sull’impianto di risalita sia per l’arrivo in quota dei turisti che per il trasporto a monte di cibo, acqua e materiali. Ma, come ci raccontava Guido, Pian dei Fiacconi aveva deciso di tenere duro.

La massa nevosa ha vinto anche sulla buona volontà di Trevisan. Ha avuto forza tale da scoperchiare il rifugio, distruggendo la zona delle camere e la dispensa.

“Vent’anni di vita, sacrifici, che ora la montagna ha cancellato – scrive l’Associazione Rifugi del Trentino in un mesto post Facebook per esprimere vicinanza  al gestore – . La famiglia non era in rifugio, lui è potuto salire solo oggi. All’evidenza del disastro e dei danni ingentissimi, si rompe ad entrambi la voce dall’emozione. Forza Guido, un abbraccio di incoraggiamento da tutti noi”.

Il sorvolo del Soccorso Alpino

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5 Commenti

  1. Io sarò anche ignorante, ma perché ci sono rifugi costruiti in zone a rischio valanghe? Per fortuna non c’era gente. Mi dispiace per il gestore.

    1. Purtroppo la natura è sempre più forte…non è la prima, ricordo anche di essere stato al rifugio Bezzi in Valgrisenche qualche anno fa e aveva una parete chiusa alla meno peggio con assi di legno perchè era stato sventrato da una valanga che è risalita dal versante opposto…Mi spiace molto…spero però non venga usato come pretesto per tirare su un moderno rifugio/albero archistar come va tanto di moda da un pò di tempo…

  2. Magari ne sorgera’ uno migliore con progetto organico di architetto e non assemblato in vari stili incastrati.
    Speriamo abbiano assicurazione valida.Da ipotizzare nel progetto una postazione paravalenghe a cuneo , mobile , da installare a fine stagion estiva.. che protegga e risolva anche la questione della stazione novella cabinovia piazzata a 50 metri inarrivabili piu’ in alto della precedente . Fortuna che la valanga non e’ caduta domenica.

  3. Sono passato da quel rifugio sia da bambino che da adulto,
    ricordo quell’impianto di risalita a cestelli aperti per due persone, e piccoletto infreddolito avevo paura di cadere.
    Bisognava salire in corsa e l’attendente provvedeva a chiudere il cancelletto d’ingresso.
    Comprendo come si può sentire il gestore Guido, e non si deve fare dietrologia. Bisogna ringraziarlo per l’impegno profuso e per i sacrifici compiuti.
    Non sono 20 anni buttati, ma 20 anni che hanno fornito un servizio ai tanti utenti della montagna. Marmolada è una montagna molto conosciuta e sono sicuro che anche quel sito Rifugio verrà ripristinato.
    Gli auguro di rimanere coinvolto e considerato per i progetti a venire.
    Non si tratta di roccia, ma di un grosso accumulo di neve che ora si potrà prevedere nel progetto di ripristino.
    Un augurio d’incoraggiamento
    Marco

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