Montagna.TV

Approvata la riforma della legge che regola il Soccorso Alpino

È stata approvata dal Parlamento nei giorni scorsi la riforma della legge principale che governava l’operato del CNSAS. Una riforma che guarda anche alla situazione attuale del Paese e che impone investimenti e particolare attenzione all’intero comparto della sanità e dell’emergenza.

“Una modifica legislativa che rende ancora più definito il ruolo del soccorso alpino e rappresenta un grande passo in avanti che consentirà a questo corpo di lavorare ancora meglio sui territori – ha dichiarato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Federico D’Incà-. Ritengo che l’opera del soccorso alpino, con i suoi 180 mila interventi, ad oggi, di cui 10 mila solo nel 2019, sia di assoluto rilievo per l’intero Paese. Ringrazio, quindi, tutti i volontari e i membri del Cnsas per la straordinaria attività svolta in questi anni e il ricordo, in particolare, è per tutti gli uomini uomini e le donne del Soccorso Alpino che hanno perso la vita in questi anni durante le operazioni di soccorso, da Sergio Francese ai nostri Angeli del ‘Falco’ caduto nel 2009: a loro va questo riconoscimento. Da parte del Governo continueremo a impegnarci per sostenere il prezioso lavoro del Cnsas”.

Soddisfazione anche da parte dei vertici del CNSAS: “Abbiamo ottenuto una riforma sostanziale della Legge 21 marzo 2001, n. 74, una sorta di legge quadro su cui si basa una parte significativa dell’ordinamento di riferimento del CNSAS, che sancisce doveri e responsabilità in capo al personale del CNSAS, ma anche il pieno riconoscimento della nostra organizzazione e delle sue assolute peculiarità” ha dichiarato Maurizio Dellantonio, Presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che ha aggiunto, ringraziando l’operato del Governo e del Parlamento: “L’ennesima dimostrazione che l’intero Soccorso Alpino e Speleologico, grazie agli sforzi di tutti i soccorritori, è una realtà apprezzata del nostro sistema Paese e sistema Autonomie Locali”.

Cosa cambia

In sintesi, rispetto alla legge n. 74 del 21 marzo 2001, nel nuovo provvedimento (legge n° 126 del 13 ottobre 2020) viene:

Exit mobile version