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Stromboli: 6 bunker contro il vulcano

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LIPARI — Potranno resistere a urti violentissimi. Come quelli di una masso infuocato di 150 chili che piomba giù dal cielo a 250 chilometri all’ora. Sono i rifugi che la Protezione civile ha installato lungo le pendici dello Stromboli, per proteggere turisti e studiosi da eventuali sassi incandescenti lanciati dal vulcano.   

"in caso di pioggia di massi, chi vi troverà riparo sentirà un gran botto, ma resterà incolume", assicura la Protezione civile. Per ora sono stati installati 6 rifugi (o shelter) quasi in cima al vulcano, tra 700 e 800 metri di quota. Due si trovano al Pizzo sopra la Fossa, in prossimità della pista di atterraggio dell’elicottero. Altri due in località Roccette. "Gli ultimi due infine, nella cosiddetta Valle della Luna" ha spiegato il direttore generale della Protezione civile Bernardo De Bernardinis.
 
Tutti i rifugi si trovano lungo l’itinerario normalmente seguito dai turisti. Proprio quello che potrebbe essere interessato da ricaduta di materiali piroplastici, in caso di esplosioni violente. Gli shelter sembrano una sorta di rifugi antiaerei. Sono stati progettati dagli ingegneri e dai geologi dell’Università della Basilicata. Si tratta di pensiline con pareti doppie in acciaio, dal peso di una ventina di tonnellate.  
 
«La struttura è profondamente interrata e, oltre ad avere delle eccezionali caratteristiche di resistenza meccanica rispetto alla forza d’urto delle eventuali bombe vulcaniche, può anche resistere all’attacco di agenti chimici come l’anidride solforosa, l’acido solforico e altri fluidi aggressivi contenuti nelle emissioni vulcaniche», ha detto De Bernardinis. 
 
Il prototipo ha dovuto superare alcuni «crash test» particolarmente violenti. Superate le prove e la valutazione d’impatto ambientale, gli shelter sono stati portati sul posto in elicottero, pezzo per pezzo, e poi rimontati. L’assemblaggio è durato un mese. Le strutture sono state inaugurate la settimana scorsa dal responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso.
 
Gli shelter serviranno a scongiurare episodi drammatici come l’incidente mortale avvenuto nel 2001, quando un turista morì per un’improvvisa pioggia di bombe e lapilli, senza avere la possibilità di ripararsi.
 

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