Trail running

Si torna a correre in montagna. Le opinioni dei campioni

Il mondo prova, timidamente, a ripartire. Con lui lo fanno anche le discipline sportive. Negli ultimi mesi si è tornati a indossare il pettorale nelle discipline più disparate. Anche in montagna, nonostante l’annullamento delle gare più importanti, gli atleti sono tornati a vestire il pettorale e a sfidarsi lungo i sentieri.

È certamente complesso riuscire a gestire questo tipo di eventi con rispetto del distanziamento sociale e garantendo la sicurezza totale dei partecipanti, ma ci si prova. Chi organizza ci mette tutto il suo impegno, lavora giorno e notte perché tutto sia preciso e sicuro. E gli atleti sono contenti di poter tornare a fare quello per cui si allenano ogni giorno, tutto l’anno. Che siano professionisti o amatori, sono felici di attaccare il pettorale e sfidarsi, dimenticando per poche ore di pura fatica il difficile periodo che stiamo vivendo. Ne abbiamo parlato con due fuoriclasse della corsa in montagna, Marco De Gasperi e Martin Dematteis.

Ripartire con gli eventi

“All’inizio abbiamo osservato molto quel che accadeva all’estero. C’era molta paura e si guardava con curiosità a Paesi come la Svizzera, i primi ad aprire a eventi più grandi, con oltre 500 concorrenti” spiega De Gasperi. “L’Italia ha aspettato settembre per poi ripartire con un buon slancio”. Nelle ultime settimane si sono infatti svolti eventi di grande respiro internazionale, come la 23a edizione della Südtirol Drei Zinnen Alpine Run, la Latemar Mountain Race e diverse altre competizioni. “Le Vertical sono forse le gare più facili da organizzare, con partenze a cronometro”. Diverso è invece per le partenze di gruppo, “dove subentra un maggior timore sia da parte degli atleti che degli organizzatori, responsabili anche penalmente di quanto accade”.

Come organizzatore Marco si è trovato a prendere la difficile decisione di annullare il suo Valtellina Wine Trail. “Il fatto di non poter organizzare in sicurezza tutta la parte che si sarebbe svolta all’interno della tensiostruttura, con anche interventi da parte di diversi atleti, avrebbe potuto sminuire tutto il senso della gara” spiega. “Il Valtellina Wine Trail si fonda sulla partecipazione, sugli atleti che diventano protagonisti a tutto tondo e non solo corridori”. È una riscoperta, in chiave sportiva, di un territorio magnifico.

“Da un certo punto di vista sono perplesso all’idea di organizzare con le restrizioni del momento, ma sono cosciente che aziende e turismo hanno bisogno di eventi di questo tipo. Dall’altra parte penso però che si perda un poco il reale significato delle nostre gare, che sono aggregazione convivialità. Per certi aspetti è come se la bellezza di questo sport non fosse completa, come se le emozioni fossero mozzate”. Ripartire è però importante per dare un senso all’allenamento, a tutto quell’allenamento che altrimenti sarebbe fine a se stesso. “Serve a mettersi in gioco, a trovare nuovi stimoli per continuare ad allenarsi”.

Ripartire da atleti

Giusto il tempo di indossare il pettorale ed è subito podio. Nulla di nuovo quando si parla di un Dematteis. “Correre è bello, una sensazione unica dopo che per tanto tempo non si è potuto” ci racconta Martin, dilungandosi poi in un divertito racconto del loro lockdown tra i boschi della Valle Varaita, dove vivono. “Non potevamo uscire a correre, così ci siamo dedicati a un’altra tipologia di allenamento: abbiamo fatto gli stallieri e i muratori. Avevamo alcuni lavori da fare a casa e poi i cavalli che in primavera erano a Rore, ora sono su in quota”.

Con l’apertura di maggio hanno poi ripreso gli allenamenti. “Abbiamo iniziato con la preparazione anche se poi tutte le gare sono state annullata, compreso l’europeo di corsa in montagna che si sarebbe dovuto tenere a luglio”. Qualcosa ha iniziato a muoversi verso metà luglio, piccole competizioni locali come il Piz Tri Vertical, il Fletta Trail e poi il Tour Monviso Trail che ha visto Martin primeggiare sui sentieri attorno alla montagna di casa. “Le prime gare sono state toste perché non conoscevamo quella che sarebbe potuta essere la nostra prestazione e nemmeno la forma degli avversari” spiega il gemello. “Per il resto è stata una sensazione di libertà totale”. “C’è voglia di ripartire, di provare l’ebrezza di mettere il pettorale” aggiunge De Gasperi. “Io sono per un ritorno delle gare, anche di quelle più importanti” commenta Martin. “Con rispetto di tutte le normative e i protocolli, si intende. Però, come sono ripartiti gli altri sport credo che questo debba avvenire anche per l’atletica in toto”.

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Un commento

  1. Ieri sul massiccio del Grappa di si sono svolti la Sky ,il Trail e l’Ultra degli Eroi (23-48-65) tutto in sicurezza,in distanziamento ,in mascherine ,certificazioni, rilevamento temperature e pulizie!
    MILLE RINGRAZIAMENTI ALL’ORGANIZZAZIONE, #ilupiteam a tutti i volontari all’ottimo Davide Zanetti Deus ex machina dell’Evento!

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