Itinerari

Scoprire nuovi sentieri su Alpi e Appennini. I suggerimenti del CAI

Anche questa settimana il Club Alpino Italiano ha fornito agli appassionati di escursionismo una serie di suggerimenti su sentieri da esplorare nel tempo libero. Itinerari secondari, meno noti, protagonisti dell’iniziativa “Scopriamo nuovi Sentieri”volta a limitare il rischio di assembramenti in quota. Scopriamo insieme una nuova manciata di sentieri da segnare in agenda, le cui schede tecniche sono scaricabili dalla pagina Facebook ufficiale del CAI.

Sardegna – Anello di Sos Pantamos

Dislivello: 450 m. Sviluppo: 14,30 km. Difficoltà: E. Tempo di percorrenza: 4 ore.

Descrizione: l’escursione si svolge in Gallura, nel comune di Padru, piccolo centro a 20 km da Olbia, nel nord-est della Sardegna. Il percorso è ad anello e consente un’immersione nella selvaggia bellezza naturale dei luoghi. Lasciata l’auto, si ritorna indietro a piedi per 750 m lungo la strada asfaltata, fino a una stradina sulla sinistra che occorre percorrere per 150 m, fino all’accesso del sentiero dell’escursione segnalato con il cartello “Cuzzola”. Il sentiero, ben visibile, procede in discesa e costeggia il canale Sos Nidos. Ci si inoltra nel bosco. Sulla destra si scorgono imponenti torrioni granitici frastagliati all’erosione atmosferica. Si prosegue lungo il sentiero fino a trovare il punto di guado del Rio Mannu di Cuzzola. Qui, se ci si ferma a osservare in silenzio alcune delle pozze, si può vedere la trota macrostigma, meglio nota come trota sarda. Guadato il fiume, si prosegue nel bosco, guadagnando quota. Si incontrano diverse piazzole dei carbonai (Sas Cheas), e anche i ruderi delle loro dispense. A quota 400 m circa si arriva a un incrocio: qui si continua a sinistra (a destra si va verso la frazione di Cuzzola); poi, a quota 648, si prosegue ancora a sinistra, lasciando sulla destra il sentiero che porta alla casa della forestale Sa Mesa. Usciti dal bosco, eccoci a Punta Pedralada. Il sentiero conduce ora al crinale Sa Ruosa. Da un lato c’è il cielo, che si confonde con lo stupendo mare azzurro, e dall’altro lo sguardo si perde nell’immensa vallata in parte appena percorsa. È un punto panoramico che appaga di tutte le fatiche. Si continua lungo il sentiero, attraversando l’altopiano tra macchia mediterranea e rocce granitiche, fortemente tafonate, che mostrano le forme più bizzarre e curiose e che mettono in moto la fantasia, evocando oggetti strani, mostri preistorici, animali di ogni genere e visi di persone. Si guada poi un altro ruscello di acqua fresca e limpida, trovando refrigerio all’ombra degli alberi che accompagnano l’escursionista nell’ultimo tratto, che permette di ritornare a Sos Pantamos.

Sicilia – Sull’Etna dal Rifugio Citelli

Dislivello: 410 m. Sviluppo: 5 km. Quota: minima 1.740 m, massima 2.150 m. Difficoltà: E. Tempo di percorrenza: 3.45 ore.

Descrizione: interessante percorso circolare, percorribile nel periodo maggio-dicembre (nel resto dell’anno il suolo può risultare innevato) alla scoperta dell’ambiente vulcanico etneo. Dal rifugio Salvatore Citelli, di proprietà della Sezione CAI di Catania, si inizia la salita verso il bordo orientale della Valle del Bove, grande depressione nella quale si riversano gran parte delle colate laviche provenienti dai crateri sommitali. Lungo il percorso si visita l’affascinante grotta di scorrimento lavico formatasi in occasione dell’eruzione del 1971, in contrada Serracozzo. Magnifico il panorama verso la Valle del Bove una volta che si è giunti al termine della salita, a circa 2100 metri di quota, con i dicchi di basalto (antichi canali di alimentazione delle eruzioni) che svettano sulle pareti della depressione. Il ritorno avviene attraverso le ripidissime distese di sabbia puntando direttamente verso il rifugio e percorrendo un prezioso bosco di betulle dell’Etna.

Piemonte – Alpi Cozie, Valle Varaita. Giro di Balma Fourn in MTB

Dislivello: 1000 m. Sviluppo: 27 km. Difficoltà: MC/BC. Tempo di percorrenza: 4 ore.

Descrizione: nel cuore della Valle Varaita, patria dell’escursionismo in mountain bike, un facile giro alla scoperta delle borgate e delle meire d’ alpeggio, attraverso boschi di faggi e castani, lariceti e pascoli, con uno spettacolare tratto su cresta erbosa che domina l’alta pianura padana, con vista sul Monviso, Pelvo d’Elva, Chersogno e Argentera. Un tuffo tra natura, storia e religiosità senza dimenticare la caratteristica cucina occitana. Da Sampeyre, si sale al Santuario della Madonna Nera di Becetto e poi, per facile sterrata militare, si prosegue sino al Colle del Prete. Di qui, lungo una panoramica cresta si tocca la Rocca Balma Fourn, vetta del giro. Giunti al Passo di Malaura, con breve tratto tecnico si scende attraversando magnifici boschi di larici, faggi e castagni. Superato l’agriturismo Meira Paula, per magnifica mulattiera si scende a Rore, da dove si rientra a Sampeyre per asfalto.

Da piazza della Vittoria a Sampeyre, si imbocca via Roma verso est, attraversando l’abitato. Dopo la cappella di San Pietro, si svolta a sinistra per Becetto, dove si può visitare il santuario dedicato alla Madonna Nera. Si riprende quindi la strada militare che sale al Colle del Prete e che ben presto diviene sterrata. Al colle, con breve tratto bici a spalla, si sale verso sud, sulla panoramica cresta di Rocca Balma Fourn. Giunti al Passo di Malaura, con breve tratto tecnico in discesa si piega a destra, costeggiando in quota le pendici del Monte Ricordone. Arrivati sulla Costa del Feil, si scende verso, dapprima per pascoli, poi il sentiero entra nel lariceto e, seguendo le indicazioni per Meira Paula, si addentra in un magnifico bosco di faggi e castagni. Dall’agriturismo si imbocca la mulattiera verso il Puy. Alla chiesetta si svolta a destra lungo un facile sentiero pianeggiante fino a incrociare l’asfalto, che si segue in discesa fino a Rore. I meno allenati possono rientrare facilmente a Sampeyre seguendo la provinciale. Per evitare il bitume, attraversata la provinciale si imbocca la militare sterrata per il Collet. Dopo il quarto tornante a destra si incrocia il sentiero pianeggiante che porta a Borgata Rossi, la si attraversa per Cò di Blin fino alla diga, da cui si giunge in breve al punto di partenza.

Veneto – Anello del Monte Malcorba in Val Lastato

Dislivello: 200 m. Sviluppo: 7 km. Difficoltà: T/E. Tempo di percorrenza: 3 ore.

Descrizione: giro escursionistico ad anello sul margine sud orientale dell’Altopiano di Asiago, in un ambiente vario che va dal collinare al prealpino. Un’area molto panoramica, dove lo sguardo può spaziare verso la Pianura Padana. L’itinerario proposto compie il periplo del Monte Malcorba (1282 m), uno dei rilievi più elevati di questa porzione meridionale dell’altopiano, tra la Val Biancoia e la Val Lastaro. L’escursione, adatta a tutti, è indicata soprattutto nelle mezze stagioni, quando il clima è clima mite. I dislivelli sono modesti, ma la camminata permette di osservare una gran varietà di ambienti naturali, ricchi di molte specie di flora e di fauna alpina. Il sentiero inizia nei pressi degli impianti sci di Biancoia, di fronte al rifugio omonimo. Il sentiero si sviluppa dapprima su strada sterrata, passando per pozze d’alpeggio tra i prati, per poi entrare nel bosco con salita più marcata in irezione sud (segnavia Cai) fino alla Sella del Monte Malcorba (1276 m). Da lì il sentiero scende sulla carrareccia in direzione di Malga Verde (1095 m). Dalla malga si segue inizialmente la strada, per abbandonarla quasi subito all’altezza di un bacino idrico, per percorrere un sentiero in direzione sud che sale all’agriturismo Le Porte. Si sale poi il crinale che arriva in cima al Monte Frolla (1118 m), in mezzo a una bellissima area prativa dalla quale si ha un bellissimo colpo d’occhio sulla pianura a sud e che, di notte, permette di rendersi conto dell’inquinamento luminoso prodotto dalle tante luci padane. Si scende fino a uno sterrato che conduce in Val Lastaro e subito dopo, sulla destra, si prende il sentiero CAI n. 872 che, entrando in un boschetto, arriva dritto al punto di partenza.

Lazio – Anello alto di Cardito

Dislivello: 410 m. Sviluppo: 12 km. Difficoltà: E. Tempo di percorrenza: 4 ore.

Descrizione: bellissima escursione che percorre la Valle di Cardito, nel Comune di Campotosto, in un altopiano aperto, con splendida vista sui Monti della Laga. Si fiancheggia il ruscello Cerruglia in leggera salita fino all’inizio della valle, dove si scorge il vecchio rifugio delle Serre, di proprietà della Comunità Montana, aperto e incustodito. Con un bel fontanile questo punto offre l’occasione per una pausa. Si riprende a camminare verso sud, puntando verso la sommità del Monte Cardito, dalla cui vetta lunga e tondeggiante, si può ammirare uno splendido panorama sul Lago di Campotosto, con lo sfondo del massiccio del Gran Sasso. Sul Monte Cardito si incontra una piccola struttura, utile come riparo provvisorio e riferimento per ripartire verso ovest in direzione della sr 577 e della casa cantoniera. Nota: il lungo periodo di lockdown imposto dalla pandemia del Covid-19 non ha permesso alla Sezione Cai di Amatrice le verifiche sullo stato dei sentieri bassi: pertanto, alcuni tratti del percorso potrebbero risultare non adeguatamente puliti.

Emilia Romagna – Anello dell’acqua caduta

Dislivello: 950 m. Sviluppo: 15 km. Difficoltà: E. Tempo di percorrenza: 6 ore.

Descrizione: interessante anello escursionistico nell’Appennino emiliano che tocca un interessante santuario mariano e si sviluppa in un piacevole ambiente naturale che riserva la vista di una bella cascata e remunerativi tratti nella faggeta. Monteacuto delle Alpi sorge a 915 m, su uno sperone roccioso che domina la Valle del Silla e quella del Reno verso nord e controlla il passaggio del crinale appenninico verso sud. Un tempo era un castello inespugnabile, con torre merlata, cisterna, ponte levatoio e rocca fortificata. Tuttora conserva la forma delle antiche fortificazioni. Dal borgo, il percorso escursionistico scende verso sud est nella valletta del Rio Barcello, lo attraversa nei pressi del mulino della Squaglia e ne risale il corso sulla destra orografica fino al santuario della Madonna del Faggio. Il Santuario sorge sul luogo in cui due pastorelli che si erano persi ebbero una visione della Madonna su un faggio che li aiutò a ritrovare la via. Luogo di pellegrinaggio, per molti secoli oggetto di processioni da Castelluccio e residenza di un eremita, negli ultimi anni l’edificio è stato oggetto di manutenzione per il suo valore architettonico e testimoniale. Dopo un primo tratto a curve tra i faggi, il percorso segue la destra orografica del rio, in falsopiano e, dopo i ruderi di un casone, risale alla sella del Poggio Tondo, da dove si apre la vista panoramica sulle iridescenze della cascata. Proseguendo ci aspettano 400 m di disagevole salita, prima che il sentiero diventi meno pendente, fino a una radura della faggeta detta Pian dello Stellaio, dove convergono quattro itinerari pedonali. Un breve tratto pianeggiante verso ovest permette di ammirare il faggio gigante del Rombicciaio, da dove inizia il ritorno verso Monteacuto attraverso il Passo della Donna Morta, vera e propria “porta” sulla Valle del Silla ai piedi del Monte Cielvivo. A questo punto il sentiero si mantiene in quota sul versante destro della Valle del Silla fino al ritorno a Monteacuto.

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