Film

“Ghiacciaio di sangue”, un horror in quota sulle Alpi austriache

Questa settimana la rubrica Mountain and Chill si tinge di rosso, consigliandovi la visione di un horror ad alta quota dall’emblematico titolo di “Ghiacciaio di sangue” (2013, 1h 33′). Una pellicola austriaca a firma del regista Marvin Kren, disponibile in lingua italiana su Prime Video.

Un gruppo di scienziati scopre che da un ghiacciaio alpino stia fuoriuscendo uno strano liquido del colore del sangue. Una sostanza liberata dallo scioglimento del ghiacciaio stesso, dotata di potere mutageno che, nella zona, ha già dato origine a strane creature

Il film si presenta come una rilettura del più celebre “La cosa” di John Carpenter. Film del 1982 ambientato stavolta in Antartide, che vedeva come protagonisti dei ricercatori statunitensi  alle prese con una forma di vita extraterrestre parassita, precipitata sulla Terra, con la facoltà di assumere le sembianze degli esseri con cui entrava in contatto.

“Ghiacciaio di sangue” ha però il pregio di introdurre mediante un horror un argomento di rilevante importanza globale: il cambiamento climatico. Gli scienziati protagonisti della vicenda sono infatti ricercatori impegnati proprio nello studio degli effetti del surriscaldamento globale sui ghiacciai alpini. Siamo d’accordo sul fatto che liquido mutageno e creature quasi aliene appartengano più al mondo della fantascienza che della scienza, ma la riflessione di fondo della pellicola è che, in mancanza di un rallentamento del cambiamento climatico, andremo incontro a conseguenze estreme, per l’ambiente e di rimando per l’umanità.

In termini critici, il film mostra effetti speciali di un certo valore. Non mancano, per gli appassionati del genere horror, i momenti splatter.

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2 Commenti

  1. The Blob-Fluido mortale…1958..allora ebbi paura alla proiezione su maxischermo di Cinema Cittadino.
    Tutto il resto e’…

  2. Alpi austriache? Ma l’hanno girato a Solda vicino alla stazione a monte della funivia! Quell’estate non ho trovato posto al Des Alpes perché ospitava tutta la troupe.

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