Arrampicata

Steph Davis e l’importanza di scegliere la vita che si ama

Climber, alpinista, base jumper. Difficile inserire Steph Davis in una singola categoria. Classe 1973, nella sua carriera ha collezionato alcune tra le vie più dure al mondo. Sua la prima salita in libera femminile della Salathè Wall di El Capitan, così come la seconda in giornata del Nose o la terza ripetizione di Concepcion, nel deserto dello Utah, nota come una delle vie di fessura più ostili. In Patagonia è stata la prima donna a raggiungere la cima della Torre Egger e a completare tutte le vette nel massiccio del Fitz Roy.

Dopo aver raccolto le sue esperienze nell’autobiografia “High Infatuation: A Climber’s Guide to Love and Gravity”, tradotto in italiano da Versante Sud con il titolo “Una vita sospesa tra amore e forza di gravità”, Steph si racconta in un filmato disponibile online da pochi giorni. “Choices”, un titolo che sintetizza una vita di scelte, una vita on the road, in senso metaforico ma non solo.

“Vivo a Moab, in Utah, una cittadina di 5000 abitanti circondata da miglia di spazi aperti. Ma vivo a volte anche in uno Sprinter van, o in tenda”, così si presenta sul suo sito la portentosa climber americana. “L’arrampicata è la mia ancora, la mia passione. Fa più parte di me che il mangiare o il camminare”.

“Ho imparato che l’arrampicata rappresenta realmente una metafora della vita. Devi fare ciò che senti sia giusto, ciò che ti accende. Fai del tuo meglio, sempre. Metti tutto da parte, non sprecare nulla. Puoi portare poche cose con te, scegli bene, fa che durino a lungo, prenditene cura. Apprezza ciò che hai il più a lungo possibile. Sii pronto a farne a meno. Non importa ciò che accade, affrontalo. Adattati, in maniera istantanea se necessario. Prenditi cura di te stesso. Fallirai tante volte, in altre avrai successo”.

Dopo l’arrampicata, scoperta subito dopo il college, è venuta la passione per lo skydiving e il base jumping. Così come per la fotografia e la cucina vegana, dieta che segue con convinzione dal 2003. “Dopo la mia conversione al veganesimo ho salito in libera El Cap in giornata, la Salathe Wall, Torre Egger in giornata, 4 volte la Diamond di Longs Peak e la parete Nord della Castleton tower, saltando poi dalla cima”.

Una vita ricca di avventure ma allo stesso tempo votata alla semplicità. “La mia prima casa dopo il college è stata un’auto usata, la seconda un camion usato, la terza un appartamento decrepito a Moab che ho ricostruito gradualmente senza debiti né spese eccessive. Mi dà sicurezza e assoluta libertà. Non ho una Tv o uno stereo. Non ho mai acquistato un’auto nuova né la vorrei”. Il sole che sorge e tramonta, il silenzio della natura, questi i piaceri della vita di Steph. “È un mondo magnifico. Ogni giorno è un dono, attualmente ogni secondo lo è”.

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