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Courmayeur. Impianti di sci chiusi ma c’è chi va a sciare in Francia

Il Sindaco di Courmayeur contro i turisti: "Tornate a casa"

La montagna italiana ha deciso di fermarsi, per il bene della collettività. Prima ancora che l’intera Penisola fosse equiparata a una “zona rossa” con il decreto coronavirus del 9 marzo, tutte le Regioni all’unisono avevano già optato per la chiusura degli impianti sciistici, comprendendo la necessità di limitare al massimo il rischio di contagi. Una scelta sofferta, che comporterà per certo significative ricadute economiche, inevitabile per il bene dei cittadini. Una collettività che in parte sembra non aver ancora compreso la gravità della situazione che ci troviamo a fronteggiare. È così che, negli scorsi giorni, Chamonix si è ritrovata presa d’assalto da turisti italiani che da Courmayeur hanno deciso di andare a sciare in Francia.

In settimana bianca nonostante l’emergenza Covid-19

Si tratta per la maggioranza di piemontesi e lombardi, in vacanza o rientrati presso le proprie seconde case in Valle, che perseverano nel vivere le ultime settimane invernali in montagna secondo le proprie abitudini. In Val Ferret si nota in questi giorni un traffico paragonabile a quello del mese di giugno. Dei tanti turisti in arrivo, parte decide poi andare in Francia per andare a prendere la funivia dell’Auguille du Midi, così da godersi una bella sciata, pranzare magari in baita o condividere uno spritz al bar, e poi fare ritorno a Courmayeur.

“Che senso ha aver chiuso tutti i nostri impianti se poi c’è chi va a sciare Oltralpe, ad appena qualche chilometro da noi? Vista l’emergenza occorre uno sforzo maggiore di responsabilità, prima di tutto da parte delle persone. Ci si sposti solo per comprovate ragioni di lavoro o di salute”, lo sfogo della presidente del Consiglio della Valle, Emily Rini.

Posizione condivisa anche dal consigliere regionale Stefano Aggravi, che ha scelto di esprimere le sue opinioni su Facebook: “Se a pochi chilometri di distanza le misure di contenimento sono differenti, mi chiedo quale possa essere l’efficacia ottimale delle nostre limitazioni. Non è per polemica, ma per naturale logica che mi chiedo se non sia il caso di chiudere il Tunnel del Monte Bianco al traffico turistico”. 

A fargli da eco il collega Roberto Luboz che critica la promozione della stazione sciistica francese di La Rosiére: “A cosa serve una Comunità Europea che permette ad una stazione sciistica confinante con un paese in zona rossa a pubblicizzare la propria apertura fino al 24 aprile??”.

Il Sindaco di Courmayeur: “Tornate a casa”

Ma non sono soltanto i politici a lamentarsi di simili comportamenti. Lo sdegno sui social arriva dai cittadini valdostani stessi, che evidenziano anche l’irrazionalità di una fuga verso le seconde case in Valle d’Aosta, regione dotata di un solo ospedale nel capoluogo. C’è chi si chiede dove siano i controlli in tutto ciò.

La Regione Valle d’Aosta ha deciso pertanto di inviare gli agenti del Corpo Forestale valdostano a Courmayeur, a dare sostegno alla polizia locale, per garantire il rispetto delle restrizioni.

Il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, ha inoltre lanciato un appello: “È fondamentale che i turisti e i non residenti ancora presenti sul territorio di Courmayeur facciano ritorno alle loro località di origine nel più breve tempo possibile. Ci sono ancora troppi incoscienti che stanno prendendo sottogamba la grave situazione in cui stiamo vivendo”. Appello che non si è dimostrato sufficiente per arginare il problema, costringendo il sindaco a emettere un’ordinanza per limitare l’accesso alla Val Ferret.

Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha anche annunciato che saranno intensificati i controlli delle forze dell’ordine. La Lega e gli albergatori hanno avanzato la richiesta di chiusura del traforo del Monte Bianco al traffico turistico. Gli indipendentisti valdostani intimano intanto al Governo italiano la “chiusura degli accessi dalla Francia e dalla Svizzera, altrimenti agiremo di conseguenza“.

Scialpinisti multati a Madonna di Campiglio

Courmayeur non è la sola località turistica montana alle prese con il problema dei cittadini che sembrano non comprendere il concetto di #IoRestoAcasa.

Nella mattina di ieri almeno tre turisti sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine mentre facevano scialpinismo nella zona di Madonna di Campiglio. Il gruppo era giunto nella località trentina da fuori regione, nonostante i divieti. A dare l’allarme sono stati alcuni residenti che hanno prontamente contattato il 112. I Carabinieri li hanno così raggiunti e identificati.

Ricordiamo ancora una volta che in questi giorni di emergenza sia fortemente sconsigliata ogni attività in quota. L’appello a restare a casa è giunto negli scorsi giorni anche dal Soccorso Alpino che ha sottolineato l’importanza di non correre rischi che possano impegnare personale medico.

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