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Sulle piste da sci italiane si verificano 30.000 incidenti ogni anno. Ecco i consigli per evitarli

Non tutti gli appassionati della neve hanno la solidità di Dominik Paris o l’agilità di Sofia Goggia. E le prime uscite sulle piste, quando si è ripreso a sciare da poco e si è spesso appesantiti da pranzi natalizi e cenoni, sono le più pericolose dell’inverno. 

Gli studi presentati in questi giorni dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia e dall’Istituto Superiore di Sanità ricordano che gli incidenti sulle piste da sci italiane sono molti. E che spesso potrebbero essere evitati con una preparazione migliore e con un comportamento più attento.  

I dati

Secondo i dati del Sistema Nazionale di Sorveglianza sugli Incidenti in Montagna, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, nella scorsa stagione invernale, sulle Alpi e sull’Appennino si sono registrati oltre 30.000 incidenti, e 1.700 di questi hanno reso necessario un ricovero più o meno lungo in ospedale. I dati riguardano solo le piste, e non le attività, dallo scialpinismo al freeride, che si svolgono su terreno d’avventura.  

Come nelle stagioni precedenti, gli incidenti sulle piste coinvolgono più gli uomini (55,4%) che le donne (44,5%), e soprattutto gli sciatori giovani. Nel 50% dei casi gli infortunati hanno meno di 30 anni, e ben due terzi meno di 40 anni. 

Quasi due terzi degli infortuni (il 65%) avviene in condizioni di buona visibilità, e quindi non può essere imputato al maltempo. Solo il 10% è dovuto a scontri con altri sciatori, un dato che evidenzia come solo una parte degli incidenti sulla neve sia causata da perdita di controllo.

Tra gli sciatori gli infortuni più frequenti riguardano gli arti inferiori. Si tratta soprattutto di distorsioni del ginocchio, con associate lesioni ai legamenti, soprattutto quelli del crociato” spiega Francesco Falez, presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia. “Lo snowboard mette invece a rischio gli arti superiori, con danni alla spalla, alla mano e dal polso”. 

Secondo i dati di EpiCentro, portale dell’Istituto Superiore di Sanità, il 32,6% degli interventi di soccorso sulle piste sono a seguito di distorsioni, il 94% dei quali è a carico degli arti inferiori. Seguono le contusioni (26%), le fratture (14%), le ferite (9%) e le lussazioni (8%). Nel 13,4% dei casi si registrano traumi al cranio e al volto. 

Le donne sono più soggette a distorsioni (43%), mentre negli uomini i vari tipi di lesioni si ripartiscono in maniera più equilibrata. Le ferite, probabile indice di velocità eccessiva, riguardano il 12% dei maschi e il 5% delle femmine. Le lussazioni l’11% degli uomini e il 4% delle donne.

I consigli

Raccomandiamo agli sciatori la prudenza e il buon senso” aggiunge Simone Ripanti, segretario della SIOT. “Occorre valutare le condizioni meteo, l’affollamento delle piste, la visibilità e le caratteristiche della neve. Occorre rispettare il proprio organismo, senza ignorare segnali come stanchezza, dolori muscolari, freddo o fame. Spesso una sosta può evitare rischi inutili”. 

La prima regola che la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia ricorda agli sciatori riguarda l’allenamento. Prima di tornare a sciare, anche se si ha una buona tecnica, è essenziale allenare la muscolatura ad affrontare un gesto atletico importante, che spesso viene affrontato a freddo, e in un clima difficile. E’ fondamentale praticare una ginnastica presciistica, se possibile con un preparatore atletico. 

Una volta raggiunte le piste, prima di affrontare le discese, è importante fare degli esercizi di stretching, utili soprattutto per le articolazioni. Nelle prime giornate occorre ascoltare e rispettare il proprio corpo, non forzando i gesti, e sapendo dire “basta” al momento giusto. 

La velocità, che è la causa di molti infortuni, dev’essere adeguata alla propria preparazione tecnica e fisica, alle condizioni meteo e a quelle delle piste. Durante la giornata è fondamentale non appesantirsi con pranzi e colazioni. Non bisogna saltare mai la prima colazione, per poi orientarsi verso un pranzo leggero ed equilibrato.

Soste e sorpassi devono essere effettuati con buon senso e rispettando le regole e la segnaletica delle piste. Sciare in compagnia, senza restare isolati, consente di poter ricevere immediatamente aiuto in caso di incidente. Il casco, obbligatorio soltanto per i ragazzi, riduce i rischi di trauma cranico, e si è dimostrato il salvavita più importante sulle piste. Dev’essere utilizzato a tutte le età. 

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Un commento

  1. E controllare gli attacchi no? Mi riferisco sopratutto agli sci presi a noleggio.
    Da giovane, con sci presi appunto a noleggio, sono stato vittima di un incidente per gli attacchi troppo duri che non si sono sganciati al momento opportuno. Caduta, piedi che si torcono di 180° all’indietro, una tibia spaccata, quasi tre mesi di gesso.
    E’ vero, anch’io sono in parte responsabile, dovevo controllare gli attacchi, ma a 14 anni cosa vuoi capire?
    Piuttosto penso a quel delinquente, adulto consapevole e magari esperto, che mi ha fornito gli sci senza preoccuparsi della regolazione degli attacchi.

    Nota: immagino che questo sito è seguìto da persone esperte che hanno sci propri, comunque ci sarà anche qualche principiante che un giorno vorrà provare a sciare con mezzi altrui.

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