Alta quota

Everest. Cresce la lista di nuove regole per la salita

La lista di nuove regole per l’ascensione dell’Everest, proposte dal governo nepalese fin dalla scorsa estate, a seguito della tragica affollata stagione commerciale primaverile, sembra non essere ancora chiusa in via definitiva.

Le proposte di agosto: buona salute e esperienza oltre i 6.500 m

Lo scorso agosto era stata avanzata la proposta di consentire la richiesta di un permesso di salita solo da parte di alpinisti che avessero già effettuato l’ascesa di una vetta superiore ai 6.500 metri. Un requisito da aggiungersi alle norme già vigenti, ovvero età superiore ai 16 anni, fedina penale pulita e assenza di patologie gravi. A tutti coloro in possesso dei requisiti idonei è stato richiesto finora di fornire una copia del passaporto, una breve biografia e un certificato medico di buona salute attestante la possibilità di effettuare una salita a quota Ottomila. Documenti cui si andrebbe ad aggiungere una certificazione della salita oltre quota 6.500 m.

Anche per le agenzie di trek era stata avanzata la proposta di un prerequisito per ottenere la licenza a portare clienti sul Tetto del Mondo. Le guide dovranno avere almeno 3 anni di esperienza nella gestione di spedizioni in alta quota.

Ulteriore nuova regola proposta era l’imposizione di un limite inferiore alla spesa di una spedizione sull’Everest, pari a 35.000 dollari. Cifra portata a 20.000 per gli altri Ottomila nepalesi. Una necessità, secondo il governo, per contrastare il dilagante tagli dei costi (e della sicurezza) manifestatosi quest’anno. Secondo le autorità, molteplici morti sarebbero state evitabili se le agenzie non avessero mostrato carenze nell’equipaggiamento fornito ai clienti, in alcuni casi addirittura privi di assicurazione a copertura degli interventi di soccorso.

Ulteriori nuove regole

All’alba della nuova stagione invernale, giungono dal Nepal nuove proposte additive. Gli alpinisti che dalla prossima primavera vorranno salire sul Tetto del Mondo dovranno poter provare di essere coperti da assicurazione, che preveda anche attività di ricerca e recupero. E consegnare alle autorità la propria anamnesi medica completa.

Il Governo, focalizzato sull’obiettivo del 2020 di incrementare le attività turistiche nel Paese grazie alla campagna Visit Nepal, di cui si è fatto portavoce anche Nirmal Purja durante il suo Project Possible, ritiene che tali regole non potranno che avere effetti positivi. Non andranno a diminuire la fiducia dei turisti – se ne attendono 2 milioni – ma assicureranno un maggior livello di sicurezza, diminuendo così il numero di morti.

Il punto “anamnesi medica” deriverebbe nello specifico dall’analisi dei dati relativi ai decessi occorsi nella passata stagione. 11 decessi, di cui 9 sul versante nepalese. Molti legati a problemi di salute.

Una ulteriore norma di cui si vocifera la possibile aggiunta sarebbe rappresentata dalla introduzione di un limite di età massimo per ottenere i permessi. Una proposta un po’ controversa in quanto potenzialmente tacciabile di discriminazione. Si vocifera inoltre della possibilità di porre un tetto massimo al numero di permessi concessi per la stagione.

A parte questi ultimi due punti ancora abbastanza nebulosi, la lista aggiornata delle proposte per la primavera 2020 sarebbe stata sottoposta al Ministero del Turismo la scorsa settimana. Una volta approvata verrà inviata per una approvazione formale al Consiglio dei Ministri del Nepal.

Non è ancora chiaro quando tali regole entreranno in vigore. Il proposito è naturalmente di riuscire nell’intento entro marzo 2020.

Sale lo scetticismo

C’è chi nel mondo alpinistico già solleva perplessità di fronte a questa corsa alla regola stringente. Ne è un esempio Alan Arnette, che si è dichiarato scettico di fronte alla potenzialità di queste norme di limitare il numero di alpinisti poco esperti in salita sul Tetto del Mondo.

Senza fare giri di parole, Arnette ha detto chiaramente a Reuters che il film cui il mondo sta assistendo sia già stato proposto più volte. “Dal 2013 ogni anno qualcosa va male e loro (il Governo nepalese) annunciano tutte queste nuove regole, poi non le implementano mai”.

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3 Commenti

  1. bene anzi benissimo !!
    imporre alle spedizioni commerciali materiale, equipaggiamento e assicurazione sarebbe il minimo sindacale.
    Imporre un numero massimo di permessi idem ma il vero grosso problema è che questo limiterebbe gli introiti quindi questi “impegni sbandierati” per ridurre i morti fanno sorridere.
    È una fonte di guadagno enorme per il governo e si limiteranno, come al solito, a interventi marginali per buona pace di tutti.

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