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Il Piemonte tutela i suoi “eletti”

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ROMA — La Regione Piemonte ha deciso di tutelare i suoi alberi più importanti. Quelli considerati quasi un monumento. In osservanza delle indicazioni del codice dei beni culturali e del paesaggio, sono stati dichiarati di interesse pubblico, paesaggistico-ambientale e storico-culturale ben 23 grandi alberi.

 
 
Il primo è un grande un grande agrifoglio situato nel municipio di Porte. Poi ci sono due bagolari di particolare bellezza cresciuti accanto al castello di Pomparo Monferrato. Accanto ad un altro castello, quello di Santena, si trovano ben nove esemplari di cipresso calvo con una grande massa arborea. A Entracque sono identificati come veri e propri monumenti due esemplari di faggio.
 
Ancora, la regione ha esteso la "protezione verde" su due castagni, uno a Monteu Roero, e l’altro a Melle; il primo considerato uno dei più grandi e maestosi castagni d’Italia. Continuando a parlare di "big", a Piedimulera si trova un gigantesco ippocastano, e nella piazza del Duomo di Vercelli crescono due tra i più grandi Liquidambar del nostro paese.
 
A Montemarzio ammiriamo un olmo campestre. Non possiamo trascurare nemmeno i due secolari platani (nella foto da unict.it) di Savignano, mentre a Avolasca c’è un’immensa Roverella. Infine, non mancano gli alberi "meno fortunati", come il larice di Rima San Giuseppe che cresce a lato di una strada.
 
Collocati vicino ad alcuni dei più importanti monumenti culrurali della regione, molti di questi alberi diventano la "cigliegina di una torta da non toccare", e donano a questi luoghi qulacosa di magico che il semplice marmo non può dare. Da ora questi monumenti naturali non si toccheranno più.
 
Marco Chiodi

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